Bankitalia, Visco: “Rialzo Pil 2021 potrebbe superare il 4%. Debito comune sia permanente”

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Il governatore della Banca d’Italia nelle Considerazioni Finali: "Una ripresa robusta della domanda nella seconda metà di quest'anno è possibile. Ne sono condizione il proseguimento della campagna vaccinale e il buon avvio del Pnrr". Poi propone una "stabile emissione di debito" europeo garantita da "fonti di entrata autonome", per creare una "capacità di bilancio comune"

"Nella media dell'anno l'espansione del Pil potrebbe superare il 4%". Lo ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco nelle Considerazioni Finali, precisando che "l'attività produttiva si sta rafforzando" e che "nel corso dei prossimi mesi, con il prosieguo della campagna vaccinale, vi potrà essere un'accelerazione della ripresa". Visco poi si sofferma sul futuro dell'Unione europea e sulla possibilità di rendere permanente un meccanismo di condivisione del debito come il Recovery o lo schema anti-disoccupazione Sure, se le politiche nazionali ne faranno un successo.

“Vaccini e Pnrr condizioni per una ripresa robusta”

Secondo Visco, in particolare, "una ripresa robusta della domanda nella seconda metà di quest'anno è possibile. Ne sono condizione il proseguimento delle favorevoli prospettive connesse con la campagna vaccinale e il buon avvio del Pnrr". Il governatore di Bankitalia ricorda tra l'altro che "in Italia, ad attese più prudenti da parte delle famiglie si associano piani di investimento delle imprese in sostanziale recupero". Grazie anche all'attivazione del Pnrr, inoltre, "l'impatto degli effetti di domanda, tenuto conto dello stimolo all'accumulazione privata attivato dalle complementarità con il capitale pubblico, - aggiunge - potrà portare a un aumento del livello del Pil tra i 3 e i 4 punti percentuali entro il 2026. Significativi effetti aggiuntivi, fino a 6 punti in un decennio, potranno derivare dalle riforme e dai piani di incentivo alla ricerca e all'innovazione". Nel complesso, secondo il governatore, "un piano efficacemente eseguito, nella realizzazione degli investimenti come nell'attuazione delle riforme, potrebbe elevare la crescita potenziale annua dell'economia italiana di poco meno di un punto percentuale nella media del prossimo decennio, consentendo di tornare a tassi di incremento del prodotto che la nostra economia non consegue da anni".

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“Debito comune per una politica di bilancio Ue”

Una "stabile emissione di debito" europeo garantita da "fonti di entrata autonome", per creare una "capacità di bilancio comune" con una revisione delle regole di bilancio. È questa la proposta di Visco, che nelle considerazioni finali ribadisce la necessità di non ritirare troppo presto le misure di sostegno, anche monetario. Un debito comune - spiega Visco - "ben distinto dal debito pregresso dei singoli Paesi, che resterebbe responsabilità nazionale" anche se una parte potrebbe entrare in una gestione comune "ad esempio attraverso un fondo di ammortamento".

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“Decisioni Ue coraggiose, buone premesse, non deluderle”

"Dopo la pandemia deve aprirsi una nuova epoca - raccomanda Visco - un'epoca di cooperazione multilaterale intensa, di riduzione delle ingiustizie diffuse, di creazione di nuove opportunità. Non dovrà mancare la partecipazione, responsabile ed equilibrata, dell'Europa". "Per rispondere agli effetti economici e sociali della crisi sanitaria, sono state assunte decisioni coraggiose, introdotti nuovi strumenti comuni di intervento. È questa la vera forza di un'unione; le premesse per uscire con rinnovata energia, insieme, dalla crisi sono incoraggianti; le aspettative non devono andare deluse".

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“Aiuti anti-Covid cesseranno, bisogna prepararsi”

"È certo che verrà meno lo stimolo, in parte artificiale, che oggi proviene da politiche macroeconomiche straordinarie ed eccezionali - ha detto ancora Visco - Cesseranno quindi il blocco dei licenziamenti, le garanzie dello Stato sui prestiti, le moratorie sui debiti, E andrà (...) ridotto il fardello del debito pubblico sull'economia. Bisogna essere preparati ai cambiamenti di cui abbiamo contezza e pronti per rispondere agli eventi e sviluppi inattesi". Il governatore della Banca d’Italia definisce poi il Pnrr una “formidabile sfida” alla quale devono "partecipare con convinzione famiglie e imprese", proteggendo i più deboli e tenendo "chiari i costi da sopportare e progressivamente ridurre". Superata l'emergenza, aggiunge Visco, "sarà necessario mantenere il sostegno a chi perde il lavoro". "Andranno corrette le importanti debolezze nel disegno e nella copertura della rete di protezione sociale che permangono nonostante le riforme degli ultimi anni; la pandemia le ha rese manifeste, richiedendo l'adozione di interventi straordinari". "Siamo ancora lontani dalla definizione di un moderno sistema di politiche attive - spiega - in grado di accompagnare le persone lungo tutta la vita lavorativa. Non è solo una questione di risorse stanziate, si tratta di innalzare e rendere più omogenei gli standard delle prestazioni fornite".

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“Debolezze strutturali delle banche piccole”

Visco poi lancia l’allarme sulla situazione delle banche più piccole che presentano "debolezze strutturali" e che ora con "urgenza" devono "rivedere i propri modelli di attività". Nelle Considerazioni Finali Visco indica, quali azioni, "la stipula di accordi commerciali con altri operatori, la creazione di consorzi e, non ultime, operazioni di aggregazione" per tali istituti che peraltro sono quelli con una maggiore incidenza di crediti sotto moratoria. Situazione diversa per gli istituti maggiori significativi che oramai sono in linea per patrimonializzazione e qualità dei prestiti con gli atri Paesi. Le banche, dice ancora Visco, hanno accumulato patrimonio grazie anche al blocco dei dividendi e a un minore flusso di crediti deteriorati e ora possono "usare il patrimonio in eccesso" per "sostenere imprese in difficoltà ma con concrete possibilità di tornare a onorare regolarmente i propri debiti" oltre che "per adeguare classificazioni e rettifiche" che fatalmente arriveranno al termine della moratoria. "L'identificazione" di aziende ancora in grado di ripartire, aggiunge, "è compito non semplice, ma fondamentale in questa fase congiunturale. La quota dei finanziamenti oggetto di ristrutturazione, pari al 3 per cento a fine 2020, è verosimilmente destinata ad aumentare".

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