Tra emergenza sanitaria ed emergenza economica i primi 100 giorni sono serviti a Draghi per reimpostare e accelerare la campagna vaccinale e stanziare nuovi sostegni ai settori più colpiti dalla pandemia. Ad aprile è stato inviato inoltre a Bruxelles il testo del Recovery Plan: la partita in cui si gioca il futuro dell'Italia.
Nel mezzo della pandemia, nel mezzo di una crisi di governo che sembrava senza sbocchi, in uno dei momenti più bui della storia recente dell'Italia, il capo dello Stato Mattarella incarica l'uomo che aveva salvato l'euro di guidare il Paese. Mario Draghi - ex presidente della Bce, già governatore della Banca d'Italia e direttore del ministero del Tesoro - appare l'ultima carta da giocare per dare una garanzia all'Europa che ha deciso di destinare a Roma quasi 200 miliardi. Una forte scommessa sull'Italia, uno dei Paesi dell'Unione europea che, già prima della pandemia, registrava una crescita economica inesistente, bloccato da uno dei più alti debiti pubblici e profondamente segnato dall'instabilità politica e dai veti incrociati di partiti litigiosi. Il 3 febbraio Draghi accetta l'incarico nella consapevolezza del momento storico di una emergenza sanitaria che è diventata economica e sarà sempre più sociale. Il 13 febbraio giura al Quirinale il primo governo dell'ex banchiere centrale.
Priorità alla campagna vaccinale
La campagna di vaccinazione impostata dal governo Conte 2 e dal commissario straordinario Domenico Arcuri viene reimpostata. Il manager di Invitalia viene sostituito con il generale Francesco Paolo Figliuolo, alla Protezione Civile Francesco Curcio sostituisce Angelo Borrelli: obiettivo allineare le Regioni che viaggiano a ritmi diversi e accelerare. Tra ritardi e mancate consegne di vaccini l'obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno viene raggiunto a inizio maggio. Anche se continua a registrarsi una resistenza al vaccino di una parte della popolazione. Vaccinazioni dunque al primo posto dell'agenda, ma anche sostegni all'economia in sofferenza.
Sostegni all'economia in crisi
In una delle prime conferenze stampa è lo stesso premier a ripetere: "Nel 2021 i soldi non si chiedono, ma si danno". E così - la settimana scorsa, il 20 maggio -viene approvato il decreto legge Sostegni bis con uno stanziamento di ulteriori 40 miliardi in deficit: è il settimo decreto con aiuti all’economia dall’inizio dell’emergenza sanitaria. La parte più grande degli interventi - 17 miliardi - è destinata al mondo imprenditoriale con altri 9 miliardi che serviranno per agevolare il credito alle aziende. Nel provvedimento si stabilisce inoltre che le aziende che entro giugno chiederanno la cassa integrazione Covid, quella pagata interamente dallo Stato, non potranno licenziare fino al 28 agosto, due mesi in più rispetto al termine già fissato per le grandi imprese. Per questo fine vengono stanziati oltre 4 miliardi per arginare la temuta emorragia di posti di lavoro e aiutare le famiglie più in difficoltà. Secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il nuovo decreto se pur importante rimane ancora troppo concentrato sulla fase emergenziale e non sulla ripresa.
Il Recovery plan, la sfida per il futuro dell'Italia
E poi l'altra sfida, il Recovery Plan da quasi 200 miliardi inviato a Bruxelles a fine aprile - dopo essere stato presentato in Parlamento - e dopo essere stato modificato rispetto a quello messo a punto dal governo Conte. E' la sfida delle sfide: il futuro dell'Italia e delle nuove generazioni. Un'impresa immane in termini di progettazione, realizzazione e controllo delle opere; immane anche e soprattutto per l'Italia la cui spesa pubblica - storicamente - è stata segnata da sprechi, inefficienze e corruzione. Ma questa volta per la classe politica non ci sono più alibi, le risorse, i soldi ci sono, bisogna saperli spendere bene.
Agire in fretta, parola d'ordine: semplificare
Presupposto della realizzazione di tutti i progetti, delle opere infrastrutturali, della trasformazione ecologica e digitale è e sarà la capacità di semplificare tutte le procedure, livelli decisionali, burocrazia che da sempre legano e bloccano il cantiere Italia. Da qui la necessità di varare in fretta un nuovo provvedimento, l'ennesimo decreto Semplificazioni, in via di definizione. Tra le tante novità delle ultime settimane una sorpresa che arriva dal ministero della Trasformazione digitale guidato da Vittorio Colao in funzione di un avvicinamento tra la generazione dei giovani e quella degli anziani: la possibilità per mille ragazzi di fare un servizio civile digitale.
La discontinuità, il cambiamento di direzione politica si registra anche in altri ambiti, strategici per il Paese: per esempio con la decisione di nominare Elisabetta Belloni a capo del Dis, l'intelligence italiana, sostituendo così il direttore Gennaro Vecchione nominato nel 2018 dall'ex premier Conte. Un cambio di passo e di prospettiva che segue il nuovo approccio nei confronti dell'Europa e del Mediterraneo. La prima visita all'estero avviene in Libia il 6 aprile: energia e il grande tema dell'immigrazione al centro del confronto a Tripoli. Le direttrici sull'immigrazione vengono spiegate dallo stesso Draghi in un question time alla Camera dello scorso 12 maggio: "Deve essere equilibrata nella distribuzione dei flussi con gli altri paesi europei, efficace nei rimpatri degli irregolari, ma anche umana nel soccorrere i migranti in mare" (SPECIALE DRAGHI).