Istat, a dicembre 101mila occupati in meno: 99mila sono donne. Disoccupazione sale al 9%

Economia
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I dati provvisori descrivono un nuovo peggioramento della situazione lavorativa per gli italiani. Nei dodici mesi, il saldo negativo degli occupati è di 444.000 unita. Tra chi sta scontando di più questa crisi, ci sono le donne e i lavoratori autonomi. I giovani disoccupati toccano la quota del 29,7%

La crisi economica e lavorativa scatenata dal coronavirus sta colpendo sempre più duramente le donne. Secondo quanto rileva l'Istat, a dicembre 2020 gli occupati sono diminuiti di 101.000 unità: 99.000 sono donne e appena 2.000 uomini. Nei dodici mesi, il saldo negativo di 444.000 unità (-1,9%) ed è composto da 312.000 donne e 132.000 uomini. Il tasso di disoccupazione è salito al 9,0% (+0,2 punti) a dicembre. La diminuzione dell'occupazione (-0,4% rispetto a novembre) coinvolge oltre alle donne, i dipendenti e autonomi e caratterizza tutte le classi d'età, con l'unica eccezione degli ultracinquantenni che mostrano una crescita. I lavoratori autonomi sono diminuiti il mese scorso di 79.000 unità (80%), i dipendenti di 23.000 unità. Nell'arco dell'anno gli indipendenti sono scesi di 209.000 unità. Tra i lavoratori dipendenti a pagare il conto sono solo i lavoratori a termine che scendono di 393.000 unita, a fronte di un aumento di 158.000 unità di quelli permanenti grazie al blocco dei licenziamenti. Quasi un giovane su tre è disoccupato.

Calo dell'occupazione

I dati provvisori Istat tracciano un quadro poco rassicurante. La diminuzione dell'occupazione rispetto a novembre coinvolge tutte le categorie, ma colpisce soprattutto le donne. Il calo resta generalizzato sia per i lavoratori dipendenti, sia per gli autonomi (particolarmente colpiti nel mese di dicembre) e caratterizza tutte le classi d'età. L’unica eccezione la fanno gli ultracinquantenni, fascia che ha potuto conservare il proprio posto di lavoro anche in questo periodo.

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Disoccupazione al 9%

A dicembre il tasso di disoccupazione è salito al 9% (+0,2 punti). La disoccupazione giovanile tocca invece il 29,7% (+0,3 punti). I disoccupati complessivi sono 2.257.000 con un aumento di 34.000 unità su novembre e un calo di 222.000 su dicembre 2019. Un dato determinato dal diffuso utilizzo della cassa integrazione e dall'uscita dal mercato del lavoro delle persone che non hanno fiducia nella possibilità di trovare un lavoro, ma anche dal blocco dei licenziamenti. Sono invece 13.759.000 gli inattivi, che crescono di 42mila unità su novembre e di 482mila unità su dicembre 2019 (+3,6%).

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Crollo del lavoro autonomo

Crollano anche i lavoratori indipendenti. A dicembre gli occupati indipendenti sono diminuiti di 79mila unità rispetto a novembre, vale a dire la fetta più grande dei 101mila occupati in meno complessivi. Si contano invece 209mila occupati indipendenti in meno rispetto a dicembre 2019, quasi la metà dei 444mila occupati in meno totali. Su dicembre 2019 si registra anche un calo del lavoro dipendente a termine, con 393mila occupati in meno. Crescono invece i dipendenti permanenti con 158mila persone al lavoro in più rispetto a dicembre 2019. Quest'ultimo dato è legato al blocco dei licenziamenti e all'utilizzo della cassa integrazione.

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Più colpite le donne

Il mese di dicembre mostra, rispetto a novembre, una dinamica decisamente diversa tra donne e uomini con il tasso di occupazione che cala per le prime di 0,5 punti mentre cresce quello di inattività (+0,4 punti). Per gli uomini l'l'occupazione è stabile e cala l'inattività (-0,1 punti). Su base annua l'occupazione cala di 0,4 punti per gli uomini e 1,4 punti per le donne e l'inattività cresce, seppur in maniera più accentuata tra le donne (+2,0 punti contro l'aumento di +0,9 punti degli uomini).

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Istat: "Interrotto un trend positivo"

"A dicembre l'occupazione torna a diminuire, interrompendo il trend positivo che tra luglio e novembre aveva portato a un recupero di 220 mila occupati – spiega l’Istat nel commento ai dati - il calo occupazionale è concentrato sulle donne e coinvolge sia i dipendenti sia gli autonomi. Inversione di tendenza anche per la disoccupazione che, dopo quattro mesi di progressivo calo, torna a crescere portando il tasso al 9%. I livelli di occupazione e disoccupazione sono inferiori a quelli di febbraio 2020 - rispettivamente di oltre 420 mila e di quasi 150 mila unità - e l'inattività risulta superiore di oltre 400 mila unità".

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, a margine della conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare i contenuti della manovra, Roma, 19 ottobre 2020.
ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI
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I dati Istat "certificano ufficialmente la Shecession (termine inglese che indica come la recessione colpisca molto più le donne, ndr.) anche in Italia”, è il commento di 'Donne per la Salvezza-Half of it’, che in una nota sottolinea: "È un'emorragia occupazionale a cui porre freno al più presto". E spiega: “Portare l'occupazione femminile al 60% aumenterebbe il Pil italiano di 7 punti percentuali. Le donne sono la metà del mondo, bisogna fare un salto di qualità. C'è bisogno dello sguardo delle donne. Chiediamo che nel prossimo governo le quote di genere siano 50/50 e un ministero della Pari Opportunità forte e con portafoglio. E si cominci a pensare a un ministro dell’Economia e a un premier donna”. "Le donne devono poter ripartire e l'Italia con loro. Per farlo occorre una parte consistente del Recovery fund a loro dedicato, per poter salvare letteralmente il Paese. La pandemia ci ha tenute lontane fisicamente ma ci ha unite negli obiettivi. Il documento-manifesto, frutto di un intenso lavoro a cui hanno contribuito 150 esperti, risponde puntualmente alla fotografia drammatica mostrataci oggi dall'Istat", conclude la nota.

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