
Covid, Fmi: Europa, Pil cala del 7% nel 2020. Mai così male dalla Seconda Guerra Mondiale
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, nel Vecchio continente è prevista una contrazione a livello economico che non conosceva dati così negativi da oltre 70 anni. Tuttavia si registra un miglioramento rispetto al -8,5% previsto in giugno. Tra i Paesi più colpiti c’è anche l’Italia. I DATI

Il Fondo Monetario Internazionale prevede per l'Europa una contrazione del 7% nel 2020, la maggiore dalla Seconda Guerra Mondiale. Un dato allarmante ma in miglioramento rispetto al -8,5% previsto lo scorso mese di giugno
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I Paesi avanzati dell'Europa sono quelli più in difficoltà a causa della crisi e fra "il gruppo dei più colpiti ci sono Francia, Italia, Portogallo, San Marino, Spagna e Regno Unito per i quali l'attività economica è prevista contrarsi di circa il 10%", afferma il Fondo. (Foto: Ipa)
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Per l'Italia il Fmi stima un Pil in calo del 10,6% quest'anno, con un rimbalzo del 5,2% nel 2021
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Secondo il Fmi, in Europa "l'impatto economico della pandemia è stato enorme e la ripresa da questa crisi sarà irregolare e parziale". "Per diversi Paesi europei ci vorrà fino al 2022 o 2023 per tornare ai livelli pre-pandemia del 2019", afferma Alfred Kammer, direttore del Dipartimento Europeo del Fondo Monetario Internazionale

Lo stesso Fondo Monetario Internazionale, inoltre, sottolinea che la "risposta senza precedenti ha evitato un risultato devastante": senza la "recessione sarebbe stata ben peggiore"

"L'outlook è molto incerto - aggiunge il Fmi -. Il riemergere delle infezioni in Europa rappresenta probabilmente il maggiore rischio al ribasso al momento. Una Brexit no-deal sarebbe un ulteriore potenziale shock all'attività". (Foto: Ipa)

In base a quanto sostiene il Fmi, i rischi per l'economia europea "restano significativi e stanno aumentando con la seconda ondata di infezioni che si sta intensificando. Data la considerevole incertezza, le politiche devono continuare in modo risoluto a sostenere la ripresa"

Inoltre, anche se l'Europa crescerà nel 2021 del 4,7%, la ripresa sarà minore di quella prevista prima della pandemia, "implicando una perdita di quasi 3 milioni di euro. Molte di queste perdite non saranno recuperate nel medio termine". (Foto: Ipa)

Non tutto però è visto in versione negativa: le banche europee sono entrate nella pandemia forti e si sono dimostrate resilienti a uno shock senza precedenti. (Foto: Ipa)

"La loro resilienza, insieme alla forte risposta politica, hanno aiutato a prevenire un credit crunch", una stretta del credito. (Foto: Ipa)

L'Europa, in ogni caso, deve fare tutto il possibile, "whatever it takes", per contenere la pandemia e i suoi danni economici, e "non ritirare in modo prematuro gli stimoli per evitare il ripetere dell'errore commesso durante la crisi finanziaria globale". (Foto: Ipa)

Per il Fmi gli stimoli vanno mantenuti perché la pandemia si sta "intensificando e la ripresa è nascente e fragile"

Gli aiuti "hanno contribuito a evitare una recessione più profonda e cicatrici economiche durature sull'economia europea". (Foto: Ipa)

Per l’economia dell'Ue, si stima che senza l'azione della politica e il forte sostegno dell'Unione il Pil potrebbe essere nel 2020 di tre o anche quattro punti percentuali più basso rispetto al -7% stimato. (Foto: Ipa)