Il ministro dell’Economia ha spiegato il contenuto dell’accordo raggiunto dall’Eurogruppo per far fronte all’emergenza. "Servono 1.500 miliardi secondo noi", aggiunge. Mentre Fraccaro sostiene: "No a Mes, ora Bce agisca da banca centrale"
"Sul Mes è stata eliminata ogni condizionalità, si è introdotto uno strumento facoltativo, una linea di liquidità fino al 2% del Pil, che può essere attivato senza condizione". A sottolinearlo è il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che ospite a Uno Mattina ha spiegato il contenuto dell’accordo raggiunto ieri dall’Eurogruppo (COS'È) per far fronte all’emergenza economica legata al coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LA SITUAZIONE IN ITALIA: LA MAPPA). "La posizione del governo è chiara: no al Mes, né ora né mai", ha sostenuto invece il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. "Sarà necessario approvare gli Eurobond emessi direttamente dalla Commissione europea, ma dal suo canto la Bce dovrà agirà come una banca centrale impegnandosi ad acquistare illimitatamente i titoli di Stato. Queste sono le uniche proposte che l'Italia accetterà, non il Mes. Punto. La nostra battaglia nell'interesse esclusivo dei cittadini prosegue", ha aggiunto.
"Grottesche le accuse dell'opposizione"
Quelle dell'opposizione "sono accuse grottesche - ha commentato Gualtieri -: forse Salvini e Meloni ignorano che Mes già esiste, e che ci sono le condizionalità, cioè il controllo della troika. L'Eurogruppo ha proposto, e non deciso, che il Mes possa offrire, oltre al meccanismo della troika, anche uno strumento incondizionato dal quale, i Paesi che lo vorranno, non l'Italia, potranno prendere dei soldi senza condizione". "L'Italia e il premier Conte hanno detto e ripetuto che il Mes non è adatto affrontare la crisi”, ha poi ribadito, aggiungendo: "Noi crediamo che a livello europeo servano complessivamente 1.500 miliardi" (CONTE: NO A RIAPERTURA - LE TAPPE DELL'EPIDEMIA - LE FOTO SIMBOLO - I CONTAGI IN ITALIA: LE GRAFICHE).
"Non chiediamo mutualizzazione del debito"
"Non chiediamo la mutualizzazione del debito passato, ma che le risorse necessarie per la sfida contro il virus siano risorse comuni. Più saranno tante, più saremo forti per superare la crisi e far ripartire l’economia”, ha aggiunto Gualtieri parlando dei Coronabond che l'Italia propone con altri Paesi. "La posizione che coraggiosamente l'Italia sta sostenendo credo che prevarrà, già sta prevalendo", ha detto il ministro riferendosi ai fondi Bei e a Sure "che si finanziano emettendo titoli” (COSA SONO I CORONABOND). "È stato un ottimo primo tempo, ora dobbiamo vincere la partita - ha sottolineato Gualtieri - Si è passati da un testo originario, su cui avevamo messo il veto, che conteneva un'unica proposta, il Mes con alcune condizioni. Grazie alla nostra battaglia, siamo arrivati ad un testo con 4 strumenti e per la prima volta mette sul tavolo la proposta di un fondo per la ripresa finanziato con titoli comuni, che è esattamente la proposta dell'Italia".
Cosa è stato deciso dall’Eurogruppo
Dopo giorni di tensione ai massimi livelli, l'Eurogruppo ieri (9 aprile) ha trovato un primo accordo. L'Europa ha varato il pacchetto finanziario più corposo della sua storia: 500 miliardi di euro, se si sommano i 100 dello schema anti-disoccupazione Sure, i 200 della Bei per le imprese, e i 240 del Mes. Mentre la discussione sugli eurobond è stata rinviata, sul Mes si è deciso che interverrà come prima arma di difesa, e non avrà condizionalità se i Paesi useranno i suoi aiuti per le spese sanitarie. Il Mes potrà fornire aiuti attraverso una nuova linea di credito (Pandemic credit line) che non avrà condizionalità se verrà usata per affrontare le spese sanitarie, dirette e indirette, legate alla crisi Covid-19. I Paesi possono richiedere fino al 2% del loro Pil, per l'Italia circa 35 miliardi. Sarà disponibile fino alla fine dell'emergenza, e dopo che sarà finita, i Paesi si impegnano a "rafforzare i fondamentali economici"."Consegniamo ai leader un pacchetto ambizioso di proposte, l'Italia si batterà con determinazione perché le decisioni del Consiglio siano all'altezza della sfida che l'Europa sta affrontando", ha commentato a caldo Gualtieri, soddisfatto perché sono stati "messi sul tavolo i bond europei, e tolte dal tavolo le condizionalità del Mes". Soddisfatto del "buon risultato" è anche il ministro olandese Wopke Hoekstra, ma è non dello stesso avviso di Gualtieri sui titoli comuni: "Siamo e resteremo contrari agli Eurobond. Pensiamo che questo" strumento "non aiuterà l'Europa e l'Olanda nel lungo termine" (LA POLEMICA SU DIE WELT: "LA MAFIA ASPETTA I SOLDI DALL'UE").
Rinviato il dibattito sugli Eurobond
Nel testo delle conclusioni adottate dall'Eurogruppo non compare nessun riferimento ai titoli di debito comuni. Si allude solo a "strumenti innovativi di finanziamento" nel punto che riguarda il Recovery Fund, la proposta francese che piaceva all'Italia perché poteva essere il grimaldello per far passare gli Eurobond. "L'Eurogruppo è d'accordo a lavorare ad un Recovery Fund per sostenere la ripresa", scrivono i ministri, che però, per ora, lo vedono come un mezzo per "fornire fondi per la ripresa attraverso il bilancio Ue". Il fondo "sarà temporaneo e commisurato ai costi straordinari della crisi e aiuterà a spalmarli nel tempo attraverso un finanziamento adeguato". Ma quale sarà questo finanziamento è presto per dirlo: i ministri si rimettono ai leader e rinviano "la discussione sugli aspetti pratici e legali del fondo, la sua fonte di finanziamento e strumenti innovativi di finanziamento coerenti con i Trattati" ad un futuro prossimo. Il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno prova a quantificare almeno il tempo: "Il Recovery Fund dovrà essere pronto quando l'emergenza sarà finita e dovremo affrontare la ripresa”.
Gli attacchi della Lega e i malumori M5S
Le opposizioni italiane sono però critiche. Se per Gualtieri "vince l'Italia", Matteo Salvini parla di "una seconda Caporetto": "Non ci sono gli Eurobond che voleva Conte ma c'è il Mes. Presenteremo una mozione di sfiducia al ministro Gualtieri", annuncia il leader della Lega. Mentre i primi malumori serpeggiano anche nel M5s. "Lo dico a chiare lettere: se il governo ha detto sì al Mes, questa maggioranza non avrà più il mio voto", avverte il senatore Giarrusso.