Il presidente del Consiglio e i due vicepremier si schierano a difesa dell'impianto della legge di bilancio, nel giorno della cena a Bruxelles tra vertici Ue e governo. Di Maio: "Su reddito di cittadinanza e a quota 100 non è ipotizzabile alcuna riduzione della platea"
Nel giorno della cena a Bruxelles tra il governo italiano e i rappresentanti dell'Ue, il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini si schierano a difesa dell'impianto della manovra. "Non so perché i giornali parlino di cambiamenti", "noi abbiamo parlato di rimodulazioni, ma nessuno ha mai ragionato sul rinunciare alle riforme qualificanti di questo governo", ha detto Conte. Lo sostengono contro i paletti imposti dall’Ue anche Di Maio e Salvini. "Su reddito di cittadinanza e riforma Fornero a quota 100 non è ipotizzabile alcuna riduzione della platea", ha ribadito Di Maio. "La manovra non è un pacchetto chiuso, ma non ci possono chiedere di mettere le mani nelle tasche degli italiani e togliere soldi e per quanto mi riguarda passi indietro sulla legge Fornero", gli ha fatto eco Salvini (VIDEO), che però tiene fermo un punto: "Nessun maxi emendamento sulla manovra. I rumors li lasciamo sullo sfondo. Noi andiamo a Bruxelles con buon senso, ragionevolezza e disponibilità ad ascoltare. E penso che sanzioni e ricatti non servano né agli italiani né all'Ue". Per l'ex premier Paolo Gentiloni, intervenuto sul tema durante l'intervista di Maria Latella su Sky TG24, invece "bisogna cercare un compromesso".
Le aperture europee
Nonostante le chiusure, Di Maio dice di “aspettarsi tanto” dall’incontro previsto questa sera a Bruxelles e apre a possibili modifiche: “Aumentiamo pure i tagli agli sprechi, riorganizziamo i beni pubblici, siamo disponibili anche a ragionare sulla dismissione di alcuni asset strategici. Ma deve essere chiaro: siamo arrivati per cambiare tutto", conclude. Ieri, la vigilia dell’incontro tra i vertici italiani e europei era stata caratterizzata da toni più concilianti. Dalla parte europea, Moscovici ha detto che "la nostra porta resta aperta. Sono convinto che potremo trovare un accordo”.
Di Maio: "Bankitalia parla e lo spread risale"
Ieri è arrivato anche l’allarme di Bankitalia sullo spread. Capitali esteri in fuga dai Btp, ricchezza delle famiglie ridotta del 2%, maggior rischio di aumento del debito, spread alto che costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020: queste le previsioni dell’istituto. "Ieri lo spread stava scendendo, poi ha parlato Bankitalia ed è risalito. Bankitalia può dire ciò che vuole, per noi il rischio che lo spread rimanga così per anni non c'è, è una previsione sbagliata", ha commentato oggi il vicepremier Luigi Di Maio.
Le possibili soluzioni
A Bruxelles, Conte e Tria arrivano con in mente le due diverse ricette ipotizzate dal governo. Da un lato c'è chi, come Paolo Savona (di cui si sono smentite le dimissioni, per bocca dello stesso Di Maio), spinge per correggere subito e portare il deficit più vicino al 2%, abbassando le stime del Pil e ridimensionando l'impatto di reddito di cittadinanza e "quota 100", con una partenza ritardata. Un’opzione che i due vicepremier non sono però disposti a considerare. Per questo motivo, a Bruxelles prevarrà probabilmente la ricetta della rassicurazione: il deficit si fermerà sotto il 2,4%, per effetto di investimenti e contenimento della spesa. Ci sarà disponibilità a rimodulare le misure e intervenire, "se servirà", con una manovra correttiva nella seconda metà del 2019 (dopo le europee). Ma, assicurano i due vicepremier, Conte e Tria non prometteranno all’Ue di ritoccare i saldi o la stima del Pil. Quello che spera il governo è di avere tempo: una procedura di sanzione diluita, per poter verificare e dimostrare gli effetti della manovra, sperando, nel lungo periodo, di uscirne indenni.