Strage di Bologna, 44 anni fa la bomba alla stazione che provocò 85 morti
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Alle 10:25 del 2 agosto 1980 una valigia piena di tritolo esplode nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione del capoluogo emiliano, causando 85 vittime e 200 feriti. È la strage più sanguinosa nella storia italiana. In via definitiva vengono condannati gli ex terroristi di estrema destra dei Nar Fioravanti, Mambro e Ciavardini come esecutori, e Gilberto Cavallini per concorso esterno. Nel 2022 la sentenza di primo grado nel processo sui mandanti, con le condanne poi confermate in Appello
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- Il 2 agosto 1980, alle ore 10:25, una bomba esplode nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. L'Italia torna nell'incubo del terrorismo: 85 morti e 200 feriti il bilancio finale della strage più sanguinosa nella storia del Paese
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- Alle 10:25 un boato squarcia l'ala sinistra dell'edificio: la sala d'aspetto di seconda classe, il ristorante, gli uffici del primo piano si trasformano in un cumulo di macerie e polvere
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- Rimane colpito anche il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, fermo sul primo binario
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- Nel ristorante-bar self service perdono la vita sei lavoratrici
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- L'ora della tragedia rimarrà impressa, come ricordo indelebile, nelle lancette ferme del grande orologio che si affaccia sul piazzale della stazione
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- A memoria di quel terribile giorno le lancette dell'orologio da allora segnano sempre la stessa ora
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- Le prime ipotesi investigative parlano dello scoppio di una caldaia, ma nel punto dell'esplosione non ce ne sono. La fuga di gas viene quindi presto scartata per lasciare spazio alla vera causa della strage: una bomba ad alto potenziale
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- I nomi delle 85 vittime della strage sono oggi impressi in una lapide nella stazione di Bologna. La sala d'attesa, ricostruita, presenta nel punto dello scoppio la pavimentazione originale del 1980 coperta da vetro
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- Alla fine di una lunga serie di processi, sono definitive dal 1995 le condanne all'ergastolo come esecutori della strage di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, appartenenti ai Nar, gruppo terroristico di estrema destra attivo tra fine anni '70 e primi '80
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- Nell'aprile del 2009, dopo 26 anni di carcere, 5 di libertà vigilata e a 31 dall’arresto, Fioravanti è completamente libero dalla pena cumulativa come previsto dalla legge Gozzini
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- Alla fine del 2017, davanti alla corte di Assise di Bologna, ha preso il via un nuovo processo sull'attentato per accertare le responsabilità di un eventuale 'quarto uomo'. Si tratta di Gilberto Cavallini, ex Nar, ergastolano in semilibertà. Il 9 gennaio 2020 è stato condannato per concorso esterno alla strage (ergastolo confermato nel 2023 in Appello), con l'accusa di aver aiutato e supportato Fioravanti, Mambro e Ciavardini con alloggio, documenti falsi e fornendo la vettura per il viaggio da Padova a Bologna
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- Il 23 novembre 1995 viene condannato per depistaggio delle indagini il colonnello Giuseppe Belmonte (nella foto) insieme all'ex capo della P2 Licio Gelli, l'ex agente del Sismi Francesco Pazienza e l'ufficiale del servizio segreto militare Pietro Musumeci
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- Il livello superiore, cioè quello dei mandanti, invece è rimasto avvolto nel mistero e la Procura ordinaria, dopo anni di indagini, aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo aperto contro ignoti. La Procura generale però, nell'ottobre 2017, ha avocato a sé il fascicolo e, pur nella difficoltà di svolgere accertamenti a 39 anni dai fatti, ha condotto l'inchiesta, a cui hanno lavorato carabinieri del Ros, Digos e Guardia di Finanza. A opporsi all'archiviazione era stata l'associazione dei familiari delle vittime dell'attentato
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- Nel 2020 la Procura generale di Bologna ha notificato 4 avvisi di fine indagine, accusando la P2 e Gelli di essere i mandanti della strage. Tra i destinatari Paolo Bellini, ex Avanguardia Nazionale (nella foto), ritenuto esecutore che avrebbe agito in concorso con Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi - questi ultimi 4 tutti deceduti e ritenuti mandanti, organizzatori o finanziatori - oltre che in concorso con i Nar. Bellini è stato rinviato a giudizio nel febbraio 2021, il processo ha preso il via il 16 aprile
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- Nell'aprile 2022 arriva la sentenza di primo grado: Bellini (in foto) viene condannato all'ergastolo, con un anno di isolamento, in qualità di esecutore materiale della strage. L'accusa ha continuato a dichiarare colpevoli anche Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e quindi non più imputabili, in qualità di mandanti, finanziatori o organizzatori della strage. Nel luglio 2024 la condanna a Bellini è stata confermata in Appello
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- La Corte di assise di Bologna ha giudicato responsabili anche gli altri due imputati: 6 anni all'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio; 4 a Domenico Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini. Condanne confermate in Appello. Secondo le indagini, ammonterebbe a circa 5 milioni di dollari il flusso di denaro proveniente da conti riconducibili a Licio Gelli (in foto) e Umberto Ortolani e diretto agli organizzatori e ai Nar
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- Nel frattempo, nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2019, è morto all'ospedale Vannini di Roma anche Stefano Delle Chiaie, accusato di concorso nella strage e assolto poi nel processo per insufficienza di prove. Neofascista esponente della destra radicale e della destra spiritualista in seno al Movimento Sociale Italiano, è stato fondatore di Avanguardia Nazionale
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- La memoria della strage, anno dopo anno, è tenuta viva dalla cittadinanza e dalle Associazioni dei familiari delle vittime, che chiedono di conoscere tutta la verità, soprattutto sui suoi mandanti