![hero vajont ansa](https://static.sky.it/images/skytg24/it/cronaca/approfondimenti/diga-vajont-disastro/hero%20vajont%20ansa.jpg.transform/hero-mobile/f9db122789d151641860218311f8e300cf390b4c/img.jpg)
Sessant'anni fa, alle 22.39 del 9 ottobre 1963, un'enorme frana di roccia di circa due chilometri quadrati di superficie, si staccò dalle pendici del Monte Toc, dietro la diga, tra il Friuli e il Veneto, e provocò la distruzione di una decina di paesi. Oggi la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
![diga vajont disastro](https://static.sky.it/images/skytg24/it/cronaca/approfondimenti/diga-vajont-disastro/01%20vajont%20ansa.JPG.transform/gallery-horizontal-mobile/3aa192a55640e7b1f43e3491fead08eabb4723f6/img.jpg)
Una decina di paesi distrutti, 1.917 vittime stimate, ma molti dei corpi dei dispersi mai ritrovati. Il disastro della diga del Vajont è una delle pagine più drammatiche della storia italiana del ventesimo secolo. L'enorme frana di roccia venne giù 60 anni fa, alle 22.39 del 9 ottobre 1963. L'immane tragedia verrà ricordata oggi con la visita del presidente Sergio Mattarella
GUARDA IL VIDEO: Il disastro del Vajont![diga vajont disastro](https://static.sky.it/images/skytg24/it/cronaca/approfondimenti/diga-vajont-disastro/02%20vajont%20ansa.JPG.transform/gallery-horizontal-mobile/e622054b8bebaab54b084c5eccf3881c779205e3/img.jpg)
Due chilometri quadrati di superficie e 260 milioni di metri cubi di volume, si staccarono dalle pendici del Monte Toc, tra il Friuli Venzia Giulia e il Veneto. L'enorme massa, un corpo unico, piombò nel sottostante lago artificiale nel quale l'11 aprile, con la terza ed ultima prova di invaso, l'acqua aveva raggiunto quota 700 metri sul livello del mare. Lo schianto sollevò un'onda di 230 metri d'altezza
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La metà della massa d'acqua scavalcò la diga, abbattendosi nella sottostante valle del Piave, provocando la distruzione di diversi paesi (Longarone, Pirago, Maè, Rivalta, Villanova, Faè, Codissago, Castellavazzo). L'altra parte dell'onda salì la valle e andò a colpire i paesini friulani di Erto e Casso e diversi altri borghi
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Che stesse per succedere qualche cosa alla vigilia del disastro se ne accorse Alberico Biadene, direttore costruzioni della Sade, che l'8 ottobre (a neppure 24 ore dal disastro) chiese ai vertici della società costruttrice della diga di far scattare l'allarme e provvedere con un piano di evacuazione di Erto e Casso. Alle 22 il geometra Giancarlo Rittmeyer telefonò a Biadene, a Venezia, per comunicare la sua preoccupazione, visto che la montagna aveva cominciato a cedere visibilmente. 39 minuti dopo la telefonata il disastro
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La commissione d'inchiesta ministeriale scattò subito. Il presidente della Repubblica Antonio Segni accorse nella valle del Piave e, vedendo il disastro dall'alto di un elicottero, pianse
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La sentenza venne confermata in Cassazione nel 1971 ma l'unico a scontare una pena fu Biadene (cinque anni di reclusione di cui tre condonati)
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Negli anni Settanta iniziò invece la battaglia per i danni, in sede civile, con un travagliato percorso: la sentenza di primo grado del Tribunale di Belluno arrivò nel febbraio del 1997. La Corte d'Appello di Venezia confermò la condanna per la Montedison (società all'interno della quale era entrata nel frattempo SADE) a risarcire il Comune di Longarone per i danni materiali e morali
![Un'immagine di Longarone, uno dei paesi distrutti nella tragedia del Vajont. Il 9 ottobre 1963 alle 22.39, un'enorme frana di roccia di circa due chilometri quadrati di superficie e 260 milioni di metri cubi di volume, si stacca dalle pendici del Monte Toc, dietro la diga del Vajont, tra il Friuli e il Veneto: 1910 i morti, sette i paesi cancellati dalla tragedia. ANSA/ OLDPIX](https://static.sky.it/images/skytg24/it/cronaca/approfondimenti/diga-vajont-disastro/vajont_ansa3.jpg.transform/gallery-vertical-mobile/5a7c09ff9cd9da2f1afee81c69498160d279992b/img.jpg)
Senza soccorritori, oggi Longarone (nella foto il campanile del paese dopo la frana) probabilmente non esisterebbe. E proprio a loro - a chi si è adoperato per estrarre le salme dal fango e ha prestato il proprio aiuto per far ripartire la vita - è stato intitolato un viale. Si tratta della strada su cui si affaccia Longarone Fiere, a testimonianza del legame stretto e inscindibile tra l'opera solidale dei soccorritori del 1963 e la nuova Longarone nata dalla ricostruzione
![+++ RIPETIZIONE CON TITOLO CORRETTO +++ Una foto storica mostra un momento dei soccorsi prestati da poliziotti in occasione della tragedia in Vajont. Alla Polizia di Stato quest'oggi è stata conferita la cittadinanza onoraria per essersi impegnata in prima linea nel prestare soccorso subito dopo il cedimento della diga, Longarone, 12 ottobre 2013. ANSA/ UFFICIO STAMPA/ POLIZIA DI STATO](https://static.sky.it/images/skytg24/it/cronaca/approfondimenti/diga-vajont-disastro/vajont_ansa4.jpg.transform/gallery-horizontal-mobile/88f94ef4cd1d6253af6b0b83de374c233590b425/img.jpg)