Vajont, Mattarella: "Tragedia che da 60 anni interroga le coscienze"

Cronaca

In occasione dell'anniversario della tragedia, il presidente della Repubblica ha partecipato alla cerimonia di commemorazione del disastro che fece 1.910 vittime. Il capo dello Stato ha parlato di "pesanti responsabilità umane"

ascolta articolo

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato questa mattina nei luoghi del disastro del Vajont, sul versante veneto e su quello friulano, dove 60 anni fa ci fu la tragedia che causò la morte di duemila persone. Le celebrazioni si sono tenute nei pressi della diga. Prima ha visitato Erto e Casso (Pordenone) poi la diga,  percorrendone la passerella. Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, i presidenti delle Regioni Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e Veneto, Luca Zaia. Mattarella è stato accolto da un lungo applauso e dall'inno di Mameli, intonato sul palco da alcune cori.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di commemorazione della tragedia del Vajont, Longarone (Belluno), 9 ottobre 2023. ANSA/PAOLO GIANDOTTI/US QUIRINALE +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++ NPK +++
Sergio Mattarella mentre visita la passarella lungo la diga del Vajont - ©Ansa

Mattarella: "Tormento che interroga le coscienze"

"Siamo qui a rendere memoria di persone", "quelle che sono morte il 9 ottobre 1963", le "sopravvissute, quelle che hanno dovuto lasciare le loro case e quelle che hanno lottato strenuamente per ricostruirle, per rimanervi", ha detto il presidente della Repubblica durante la cerimonia di commemorazione. Mattarella ha parlato dei "silenti monumenti alle vittime, a quelle inumate nei cimiteri, a quelle sepolte per sempre nei greti dei corsi d'acqua, sulle pendici: donne, uomini, bambini. Cinquecento bambini". "Sono tormenti che, tuttora - sessant'anni dopo - turbano e interrogano le coscienze". Il capo dello Stato ha parlato delle "storie di luoghi che non ci sono più, storie di luoghi che la tenacia degli abitanti ha voluto far rivivere dopo la tragedia. Insieme con Longarone, Pirago, Maè, Villanova e Rivalta, Frasèin, Col delle Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, Faè, Erto e Casso. Oggi ci troviamo in un Parco, quello delle Dolomiti Friulane che, nella bellezza di questi luoghi dedica, doverosamente, percorsi alla memoria. Siamo di fronte a due quadri: questo paesaggio, quello delle Prealpi Carniche. E la diga, creazione artificiale. Entrambi, oggi, silenti monumenti alle vittime". "Immenso sacrario a cielo aperto che si accompagna al Cimitero di Fortogna, mausoleo nazionale. Riflettiamo: la frana, la sparizione, nel nulla, di un ambiente, di un territorio, di tante persone. La cancellazione della vita", ha aggiunto. 

leggi anche

Vajonts 23, lo spettacolo di Paolini in scena in 135 teatri in Italia

"La Repubblica non ha dimenticato"

Poi il capo dello Stato si è soffermato sulla figura del generale Giampaolo Agosto, "allora giovane ufficiale del 6° Reggimento artiglieria da montagna, intervenuto con gli uomini al suo comando, nelle ore immediatamente successive alla tragedia, ha ricordato, in queste settimane, che i suoi soldati, di fronte a tanto orrore, avevano gli occhi fissi nel vuoto". Mattarella ha aggiunto: "Vogliamo sforzarci, oggi, di immaginare di specchiarci anzitutto negli occhi di coloro che non ci sono più; che, quando giunsero gli alpini, non c'erano più. Negli occhi dei soccorritori. Negli sguardi severi dei sopravvissuti. Negli occhi di chi oggi è, qui, depositario di questi territori. Per poter dire che la Repubblica non ha dimenticato".

leggi anche

Morti sul lavoro, Mattarella: “Inaccettabile per un Paese civile”

"Pesanti responsabilità umane"

"Il disastro del Vajont venne paragonato a quello determinato dallo spostamento d'aria derivante dall'esplosione di un ordigno nucleare", ha proseguoto il presidente della Repubblica. "La tragedia che qui si è consumata reca il peso di pesanti, responsabilità umane, di scelte gravi che venivano denunziate, da parte di persone attente, anche prima che avvenisse il disastro", ha affermato. "La sapienza delle popolazioni locali, in antica intimità con l'ambiente, sa temere" la "violenza della natura", "da cui cerca riparo", ha rimarcato Mattarella in un passaggio. Che ricorda: "Le Nazioni Unite hanno classificato questo evento come uno dei più gravi disastri ambientali della storia che sia stato provocato dall'uomo. Per questa ragione, il 9 ottobre, è stato indicato dal Parlamento 'Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'uomo'".

leggi anche

Mattarella: sostenere Ucraina o ci sarà conflitto devastante

"La documentazione del processo resti qui"

Rigurardo la documentazione del processo che si è occupato sulle resposabilità della tragedia, Mattarella ha sottolineato quanto "sia non soltanto opportuno ma doveroso" che "rimanga in questo territorio". Poi ha spiegato che quei documenti erano stati raccolti "nei luoghi del giudizio penale" perché avevano "allora una finalità giudiziaria. Conclusi, da tanti anni, i processi, oggi hanno una finalità di memoria e ciò che attiene alla memoria deve essere conservato vicino a dove la tragedia si è consumata". Il passaggio del discorso è stato accompagnato da un lungo applauso.

Cronaca: i più letti