Famiglia ebrea aggredita e insultata in un'area di sosta nel milanese

Cronaca
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A rendere noto l’episodio è Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica del capoluogo lombardo che dice: "Richiedo che le forze dell'ordine e la magistratura procedano speditamente al riconoscimento e alla sanzione di questi razzisti antisemiti"

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Padre e figlio di 6 anni, francesi di religione ebraica, sono stati “aggrediti” e insultati in un’area di sosta dell'autostrada Milano Laghi perché indossavano la kippah. A rendere noto l’episodio è Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica del capoluogo lombardo. Nelle immagini, girate dall’uomo aggredito e postate sui social, si vedono alcune persone che dicono: "Palestina libera. Qua non siamo a Gaza, assassini, assassini, qui siamo a Milano, assassini siete. Andata a casa vostra, assassini". "L'aggressione a una famiglia francese perché di religione ebraica avvenuta in un'area di servizio su un'autostrada milanese al grido di Free Palestine ci segnala per l'ennesima volta come l'antisemitismo sia in forte crescita nel nostro Paese - ha commentato Romano -. Richiedo che le forze dell'ordine e la magistratura procedano speditamente al riconoscimento e alla sanzione di questi razzisti antisemiti. Non solo perché tutti i reati d'odio vanno sempre perseguiti, ma anche a tutela del buon nome di Milano e della sua tradizionale accoglienza che nulla ha a che fare con questi trogloditi".

Il racconto dell'aggressione

“Siamo venuti per il weekend a Milano dove vive mia figlia - ha raccontato l’uomo aggredito all’Ansa - e stavamo tornando in città. Mi sono fermato all’autogrill per portare in bagno mio figlio. Quando abbiamo iniziato a scendere ho sentito l'urlo 'Free Palestine' da un ragazzo con la barba che era alla cassa, è lui che ha acceso la miccia. Altri si sono infiammati e io non ho avuto paura e ho risposto. Ero arrabbiato, non sono un maleducato e un violento ma quando bisogna difendersi, bisogna difendersi. A un certo punto mi sono trovato a terra e ne hanno approfittato come animali, prendendomi a calci. Non vedevo mio figlio, ma fortunatamente era con una signora che lo ha messo in un angolo". Dopo dieci minuti, è arrivata la polizia: "Mio genero italiano ha fatto da interprete. Ho sentito che la polizia diceva la parola Netanyahu, ma ero solo scioccato. Dopo mi ha spiegato che hanno detto che bisognerebbe dire a Netanyahu di smettere di bombardare. Ma io non sono israeliano, sono francese". 

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