Si è appena concluso il convegno annuale organizzato dall'Associazione nazionale dei quadri delle amministrazioni pubbliche che si è tenuta alla Camera dei Deputati. Si è posto l'accento sulle criticità da affrontare per rendere le scuole sempre più moderne per gli studenti e attrattive per i docenti
“Quali funzioni hanno le scuole? Devono occuparsi della gestione degli alunni, del personale, della contabilità e allo stesso tempo hanno anche il peso delle pubbliche amministrazioni, pur essendo una cosa diversa dalle altre Pa. O si riducono le funzioni o ci mettete nelle condizioni di svolgerle”. Così ha esordito il presidente dell’Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche (Anquap) Giorgio Germani al convegno annuale che si è svolto questa oggi alla Camera dei Deputati, intitolato “La governance amministrativa della scuola tra norme, personale e innovazione”.
Le mancanze del sistema scolastico italiano
L’incontro, avvenuto in una sala Salvadori gremita, ha denunciato le criticità strutturali che bloccano la modernizzazione delle istituzioni scolastiche: mancanza di autonomia e risorse inadeguate, carenza di personale con la giusta formazione. Nonostante il ministro Valditara abbia ottenuto risultati positivi di cambiamento, come ha sottolineato il presidente Anquap, sono ancora molti i nodi da sciogliere. “Hanno rappresentato un grande progresso – ha spiegato Germani - la riforma degli esami di Stato e di quelli integrativi del secondo ciclo; il consolidamento della filiera formativa tecnologico-professionale; la formazione scuola/lavoro; le risorse aggiuntive per il rinnovo del CCNL 2022/2024 relativamente al personale scolastico; il divieto dell’uso dei cellulari in classe; l’importanza del voto di condotta nella valutazione degli alunni”. Nonostante questo, persiste l’arretratezza normativa e gestionale, manca un supporto agli Uffici scolastici regionali e per gli studenti è diventato sempre più difficile partecipare a viaggi di istruzione.
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I limiti evidenziati da Germani
"Abbiamo 7.401 autonomie scolastiche (Ds e Dsga): una per ogni scuola. Si tratta spesso di istituti grandi e complessi che si trovano in più Comuni e con più sedi (soprattutto nelle province con piccoli paesi). Mentre al massimo della carriera ossia dopo 35 anni di servizio, un docente prende appena 42mila euro e un Dsga 45mila, un Ds è sui 100mila. Non sono i dirigenti scolastici ad avere un salario alto – ha spiegato Germani - ma Dsga e docenti, peraltro tutti laureati, ad averlo troppo basso”. Su 3 milioni e 500 mila dipendenti della Pa “Un terzo lavora nelle istituzioni scolastiche: circa 1 milione 200mila persone. Se l’insieme delle pubbliche amministrazioni è una holding, la scuola ne è l’azienda più grande" ha aggiunto il presidente dell’associazione Anquap. L'obiettivo è reperire risorse per far tornare attrattivo il lavoro nelle scuole. Un passaggio particolarmente critico ha riguardato infine i nuovi direttori SGA: “Ne sono stati assunti 2.016 tramite concorso ma “abbandonati a sé stessi, senza tutoraggio o formazione”, a differenza dei docenti o dirigenti scolastici. In molti casi, ha aggiunto Germani, “i neoassunti vengono perfino ostacolati con ordini dirigenziali privi di fondamento giuridico”.
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Gli interventi della conferenza
Durante l'incontro sono intervenuti: Chiara Tenerini (FI) XI Commissione Lavoro pubblico e privato Camera dei deputati; Irene Manzi (PD) VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei deputati; Giuseppe D’Aprile Segretario Generale UIL Scuola; Valentina Grippo (AZ) Vicepresidente XII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei deputati; Giovanna Miele (Lega) Membro VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione Camera dei deputati; Pasquale Raimondo Componente Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione; Alfonsina Montefusco, Marco Santini, Alessandra Ferrari e Sabato Simonetti vicepresidenti Anquap.