Introduzione
L'agevolazione, prevista per legge, consente ai docenti di usufruire di una somma di denaro per varie attività di aggiornamento professionale. Ma quest’anno si attende ancora l'operatività e questo pesa sull’organizzazione della formazione. Ecco cosa sapere tra novità, tempistiche e problematiche.
Quello che devi sapere
Cos’è la Carta del docente
Prima di tutto, cos’è la Carta del docente? È un aiuto nato da un’iniziativa del Ministero dell'Istruzione prevista dalla legge 107 del 13 luglio 2016, quindi quasi 10 anni fa. Punta a sostenere economicamente i docenti, per valorizzarne il ruolo professionale. I soldi erogati, che fino allo scorso anno ammontavano a 500 euro a insegnante, possono essere impiegati per l’acquisto di libri, testi digitali, riviste, hardware, software, e per l’iscrizione a corsi di aggiornamento e qualificazione professionale, corsi di laurea, master universitari. Possono inoltre finanziare l’accesso a rappresentazioni teatrali e cinematografiche, musei, mostre, eventi culturali e spettacoli dal vivo.
È possibile spendere l'importo assegnato utilizzando ogni anno i buoni di spesa elettronici per i beni o i servizi previsti. I buoni possono essere spesi presso alcuni esercenti, consultabili su un’apposita lista. I fondi della precedente tornata sono stati spendibili fino al 31 agosto 2025. Ora però si attendono notizie sulla prossima erogazione.
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Quali novità ci sono per l’anno scolastico 2025/26
L’anno scolastico 2025/2026 è un anno di novità per la Carta del docente.
- Si prevede un cambio dell’importo annuale, che non sarà più di 500 euro come prima, ma che verrà determinato in base a un calcolo proporzionale che terrà conto del numero totale degli aventi diritto e delle risorse finanziarie a disposizione. Sarà il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in accordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, a stabilire la cifra precisa.
- Inoltre, sempre dall’anno scolastico 2025/2026 la Carta del docente è prevista anche per i docenti precari con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno, in applicazione a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2025 (nello specifico dall’articolo 85).
- Il nuovo regolamento prevede anche un cambiamento sulla rendicontazione: i soggetti che potranno usare la nuova Carta dovranno fatturare entro 90 giorni a partire dalla validazione dei buoni. In alternativa si rischia la decadenza del rimborso. Questa stessa scadenza di 90 giorni sarà applicata anche per quelle fatture relative ai buoni validati prima dell’entrata in vigore della legge.
I ritardi
Come scrivono diversi siti di settore, tra cui Lascuolaoggi.it, la piattaforma della Carta del docente è attualmente sospesa, come del resto ha comunicato anche lo stesso ministero dell’Istruzione, per permettere il passaggio dall’iniziativa 2024/25 a quella 2025/26. Non si hanno certezze su quando il portale verrà sbloccato.
L'appello al governo
La Gilda degli insegnanti ha chiesto al governo di intervenire. Secondo il coordinatore nazionale Vito Carlo Castellana "non si può parlare di innovazione e aggiornamento se si applicano vincoli e tagli a uno strumento fondamentale per la formazione del personale scolastico”.
Il quadro è quindi complesso e i disservizi e i ritardi sono molti. La Gilda degli Insegnanti ha quindi rivolto un esplicito appello all'esecutivo, con l’obiettivo di garantire la continuità e la piena operatività della Carta del docente. E Castellana ha ribadito l’urgenza di un’azione risolutiva: "È necessaria la riattivazione immediata della piattaforma e il pagamento delle sentenze pendenti. I docenti italiani non possono più attendere per vedere i propri diritti rispettati e tutelati”.
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Le novità in Manovra
Intanto, nella legge di Bilancio 2026 sono state inserite anche alcue specifiche che riguardano il mondo della scuola. Come segnala il portale di riferimento, Orizzonte scuola, è stata inserita in Manovra la modifica del comma 85 della Legge 107/2015 secondo cui "i dirigenti scolastici dovranno coprire le supplenze brevi (fino a 10 giorni) nei posti comuni della secondaria usando il personale interno, salvo esigenze didattiche particolari". Invece, per i posti di sostegno e nella scuola primaria, "l’uso dell’organico dell’autonomia resta facoltativo". I risparmi ottenuti, viene spiegato, potranno essere reinvestiti nel MOF, ovvero il Fondo per il Miglioramento dell'Offerta Formativa, fino al 15% del suo valore.
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