Introduzione
La Camera ha approvato in via definitiva la riforma dell'esame di Stato. D'ora in poi, si chiamerà nuovamente "Esame di Maturità" e, per superarlo, gli studenti saranno tenuti a sostenere tutte le prove, compresa quella orale. Il provvedimento introduce anche una serie di misure strutturali per il canale della formazione 4+2, per la sicurezza degli edifici scolastici, per la valorizzazione dei docenti.
Ulteriori misure puntano anche ad assicurare nuove risorse alle scuole di Agenda Sud, a stanziare 240 milioni per il rinnovo del contratto della scuola e a garantire regole di sicurezza più stringenti per i viaggi d'istruzione. Ecco tutte le novità.
Quello che devi sapere
La riforma dell'Esame di Maturità
Con il sì definitivo alla Camera, arriva il nuovo esame di Maturità: non si chiamerà più Esame di Stato, ma tornerà alla denominazione comune di Maturità. L'emiciclo di Montecitorio ha dato il via libera al provvedimento con 138 voti a favore, 91 contrari e 9 astenuti.
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Le prove d'esame
Come la nuova riforma, le due prove scritte restano confermate. La novità principale riguarda il colloquio orale che, oltre a essere strutturato intorno a quattro discipline che verranno individuate da un decreto ministeriale nel gennaio di ogni anno, comprenderà anche l'analisi delle competenze acquisite in educazione civica e nelle esperienze scuola-lavoro.
Niente astensioni al colloquio orale
Per superare l'esame inoltre gli studenti saranno tenuti a sostenere tutte le prove, compresa quella orale. I maturandi dovranno quindi partecipare attivamente: il silenzio deliberato durante l'esame orale - come avvenuto in forma di protesta nell'ultimo anno - comporterà la bocciatura. Inoltre, la valutazione finale terrà conto anche dell'impegno del candidato in attività extrascolastiche particolarmente meritorie.
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Valditara: “Chi fa scena muta all'orale sarà bocciato”
Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha commentato l'approvazione della riforma, parlando di "una svolta importante” per “ridare senso alla Maturità restituendo valore a un passaggio decisivo del percorso formativo delle studentesse e degli studenti”. Il ministro ha rimarcato l'importanza di “riaffermare i principi del merito, dell'impegno e della responsabilità individuale”. Per questo, “dal prossimo anno non sarà più possibile boicottare la prova orale: chi farà volontariamente scena muta sarà bocciato”, ha rimarcato.
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Le commissioni d'esame
Novità anche sul fronte dei commissari d'esame, che passano da 7 a 5. Ogni commissione sarà costituita da due membri esterni e due interni che, come stabilisce la riforma, avranno una formazione specifica.
Il voto in condotta
La riforma interviene anche sul voto in condotta. D'ora in poi, un 5 comporterà la bocciatura automatica, mentre con il 6 lo studente sarà chiamato a sostenere una “prova di cittadinanza attiva”. All'esame il punteggio massimo sarà riservato a chi avrà conseguito almeno 9 in condotta.
Gli studenti che cambiano indirizzo
La riforma prevede che anche alcune agevolazioni per tutti i ragazzi e le ragazze che decidono di cambiare indirizzo i primi due anni delle scuole superiori. Non sarà più necessario sostenere l'esame integrativo.
L'alternanza scuola-lavoro
Altra importante novità riguarda l'alternanza scuola lavoro. Non si chiamerà più Ptco ma “formazione scuola-lavoro”. Come ha stabilito il Consiglio dei ministri, le convenzioni stipulate tra scuole e imprese non potranno più prevedere attività di formazione scuola-lavoro nelle lavorazioni ad elevato rischio per gli studenti. Contestualmente, l'Inail promuoverà nelle scuole campagne informative per la diffusione della sicurezza sul lavoro.
La copertura assicurativa
Il decreto-legge interviene anche sulla sicurezza sul lavoro, estendendo la copertura assicurativa anche agli eventuali infortuni avvenuti durante il tragitto casa-lavoro, cioè tra l'abitazione o il domicio e il luogo in cui si svolge l'attività di formazione.
Misure specifiche per le isole minori
Con un disegno di legge dedicato alle isole minori si introducono invece misure specifiche per valorizzare il personale scolastico che presta servizio in tali realtà, prevedendo l'attribuzione di punteggi aggiuntivi nelle graduatorie provinciali per le supplenze.
Valditara: “Segnale di attenzione verso i nostri studenti”
Sulla riforma si è espresso il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, sottolineando che "con questi interventi diamo un segnale concreto di attenzione verso i nostri studenti e verso chi ogni giorno vive la scuola”. Poi ha aggiunto: “La formazione scuola-lavoro deve rappresentare un'occasione di crescita, non di rischio: i giovani devono poter affrontare queste esperienze in piena sicurezza”.
Valditara: “Una scuola che mette al centro lo studente”
Il ministro ha poi definito la riforma “un ulteriore passo avanti verso una scuola che mette al centro la persona dello studente e ne accompagna la crescita con serietà e competenza”. Poi ha ribadito: “Continuiamo a sostenere e valorizzare le isole minori, riconoscendo l'impegno di chi insegna e lavora in territori che costituiscono un patrimonio unico per il Paese".