Leone XIV sottolinea che si tratta di una "crudele strategia che condanna uomini, donne e bambini alla fame. Non possiamo continuare così, occorre porre rimedio a questo scandalo". Il presidente della Repubblica Mattarella: "Un mondo senza fame è ancora lontano. Di fronte a questo scenario, il regresso del multilateralismo è inaccettabile". Presente all'evento anche la premier Meloni: "L'Italia rafforza la sovranità alimentare del Continente africano con il Piano Mattei"
"Gli scenari dei conflitti attuali hanno fatto riemergere l'uso del cibo come arma da guerra. Una crudele strategia che condanna uomini, donne e bambini alla fame. Non possiamo continuare così, occorre porre rimedio a questo scandalo". Ad affermarlo è papa Leone XIV nel suo discorso alla sede della Fao, a Roma. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura festeggia 80 anni dalla fondazione, avvenuta il 16 ottobre 1945. Con l'occasione, è stato inaugurato il Museo e Rete per l'Alimentazione e l'Agricoltura (MuNe). All'evento ha partecipato anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha ricordato come l'obiettivo di un mondo senza fame "sia purtroppo in gran parte ancora da attuare" e che "il regresso del multilateralismo è inaccettabile di fronte a sperequazioni e nuovi scenari di carestia". Presente inoltre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il direttore generale della Fao QU Dongyu.
Il Papa: "La fame come arma di guerra è un crimine"
"Gli scenari dei conflitti attuali hanno fatto riemergere l'uso del cibo come arma da guerra", ha detto il Pontefice nel suo discorso alla Fao, sottolineando come "sembra allontanarsi sempre più quel consenso espresso dagli Stati che considera un crimine di guerra la fame deliberata, come pure l'impedire intenzionalmente l'accesso al cibo a comunità o interi popoli. Il diritto internazionale umanitario vieta senza eccezioni di attaccare civili e beni essenziali per la sopravvivenza delle popolazioni". Leone ha poi aggiunto: "Con dolore, siamo testimoni dell'uso continuo di questa crudele strategia che condanna uomini, donne e bambini alla fame" e "non possiamo continuare così". Pertanto, occorre "porre rimedio a questo scandalo".
"Se si sconfigge la fame, nascerà il bene comune"
Il Papa assicura tuttavia di mantenere "viva la fiducia che, se si sconfiggerà la fame, la pace sarà il terreno fertile dal quale nascerà il bene comune di tutte le nazioni". Poi, il Pontefice ha evidenziato che porre fine ai "mali" della fame e della malnutrizione "non spetta solo a imprenditori, funzionari o responsabili politici. È un problema alla cui soluzione tutti dobbiamo contribuire: agenzie internazionali, governi, istituzioni pubbliche, Ong, entità accademiche e società civile, senza dimenticare ogni persona in particolare, che deve vedere nella sofferenza altrui qualcosa di suo. Chi patisce la fame non è un estraneo. È mio fratello e devo aiutarlo senza indugio".
"La fame nega la dignità, è ora di agire"
Occorre, ha spiegato ancora Leone XIV, "mobilitare tutte le energie disponibili, in uno spirito di solidarietà, affinché nel mondo a nessuno manchi il cibo necessario, sia in quantità sia in qualità. In tal modo, si porrà fine a una situazione che nega la dignità umana, compromette lo sviluppo auspicabile, costringe ingiustamente moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case e ostacola l'intesa tra i popoli". E ancora: "A cinque anni dal completamento dell'Agenda 2030, dobbiamo ricordare con forza che raggiungere l'obiettivo Fame Zero sarà possibile solo se ci sarà una volontà reale di farlo, e non soltanto dichiarazioni solenni".
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"I bimbi malnutriti sono segno di un'economia senz'anima"
Il Papa, nel discorso alla Fao, ha ribadito che è "estremamente triste, ricordare che, nonostante i progressi tecnologici, scientifici e produttivi, 673 milioni di persone nel mondo vanno a dormire senza mangiare. Altri 2.300 milioni non possono permettersi un'alimentazione adeguata dal punto di vista nutrizionale. Son cifre - ha detto Leone - che non possiamo considerare mere statistiche: dietro ognuno di questi numeri c'è una vita spezzata, una comunità vulnerabile; ci sono madri che non possono nutrire i propri figli". Per il Papa "forse il dato più toccante è quello dei bambini che soffrono di malnutrizione, con conseguenti malattie e ritardo nello sviluppo motorio e cognitivo. Non è un caso, bensì il segno evidente di una insensibilità imperante, di un'economia senz'anima, di un modello di sviluppo discutibile e di un sistema di distribuzione delle risorse ingiusto e insostenibile". E quindi, "in un tempo in cui la scienza ha prolungato la speranza di vita, la tecnologia ha avvicinato continenti e la conoscenza ha aperto orizzonti un tempo inimmaginabili, permettere che milioni di esseri umani vivano - e muoiano - vittime della fame è un fallimento collettivo, è un'aberrazione etica, è una colpa storica".
"Gli slogan non fanno uscire dalla miseria"
"Gli slogan non fanno uscire dalla miseria. È urgente superare un paradigma politico tanto aspro, basandosi su una visione che prevalga sul pragmatismo dominante che sostituisce la persona con il beneficio. Non basta invocare la solidarietà: dobbiamo garantire la sicurezza alimentare, l'accesso alle risorse, lo sviluppo rurale sostenibile", ha aggiunto Leone XIV, chiedendosi perché "i responsabili politici e sociali possono continuare a essere polarizzati, sprecando tempo e risorse in discussioni inutili e virulente, mentre coloro che dovrebbero servire continuano a essere dimenticati e strumentalizzati per interessi di parte". Per il Papa, "in un momento storico segnato da profonde divisioni e contraddizioni, sentirsi uniti dal vincolo della collaborazione non è soltanto un bell'ideale, ma anche un deciso appello all'azione". E ha aggiunto: "Non dobbiamo accontentarci di riempire i muri di grandi e vistosi manifesti. È giunta l'ora di assumere un rinnovato impegno, che incida positivamente sulla vita di quanti hanno lo stomaco vuoto e si aspettano da noi gesti concreti che li sollevino dalla loro prostrazione. Tale obiettivo può essere raggiunto solo mediante la convergenza di politiche efficaci e l'attuazione coordinata e sinergica degli interventi".
"Siamo diventati testimoni abulici di violenza lacerante"
Lo spreco di cibo sta da una parte, il morire di fame dall'altra. Per il Pontefice si tratta di "paradossi oltraggiosi". E dunque si è chiesto: "Come possiamo continuare a tollerare che si sprechino ingenti tonnellate di alimenti mentre moltitudini di persone si affannano per trovare nella spazzatura qualcosa da mettere in bocca?". E ancora: Come spiegare le diseguaglianze che permettono a pochi di avere tutto e a molti di non avere nulla? Perché non si pone subito fine alle guerre che distruggono i campi prima ancora delle città, arrivando persino a scene indegne della condizione umana, dove la vita delle persone, e in particolare quella dei bambini, invece di essere custodita, si spegne mentre questi, ridotti pelle e ossa, vanno alla ricerca di cibo?". Non solo: "Contemplando l'attuale panorama mondiale, così doloroso e desolante a causa dei conflitti che lo affliggono, si ha l'impressione che siamo diventati testimoni abulici di una violenza lacerante, quando, in realtà, le tragedie umanitarie ben note a tutti dovrebbero spronarci a essere artigiani di pace, muniti del balsamo curativo che richiedono le ferite aperte nel cuore stesso dell'umanità".
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"Indispensabile il ruolo della donna nella lotta alla fame"
Il Papa, nel discorso alla Fao, ha anche evidenziato che "nella lotta contro la fame e nella promozione di uno sviluppo integrale, il ruolo della donna si configura come indispensabile, anche se non viene sempre sufficientemente apprezzato. Le donne sono le prime a vegliare sul pane che manca, a seminare speranza nei solchi della terra, a impastare il futuro con le mani indurite dalla fatica. In ogni angolo del mondo, la donna è silenzioso architetto della sopravvivenza, custode metodica del creato. Riconoscere e valorizzare il suo ruolo non è soltanto una questione di giustizia, ma è anche garanzia di un'alimentazione più umana e sostenibile".
"Puntare al multilateralismo contro le autocrazie"
Il Papa è tornato a ribadire l'importanza del multilateralismo "di fronte a tentazioni nocive che tendono a ergersi come autocratiche in un mondo multipolare e sempre più interconnesso. Diviene pertanto più che mai necessario ripensare con audacia le modalità della cooperazione internazionale". In aggiunta, "ciò che i Paesi più poveri attendono con speranza è che si ascolti la loro voce senza filtri, che si conoscano realmente le loro carenze e si offra loro un'opportunità", e ciò "senza imporre loro soluzioni fabbricate in uffici lontani, in riunioni dominate da ideologie che spesso ignorano culture ancestrali, tradizioni religiose o usanze profondamente radicate nella saggezza degli anziani".
"Cambiare gli stili di vita, il dolore ci interpella tutti"
Il Papa ha denunciato nel suo discorso i "fallimenti" della comunità internazionale e ha chiesto a tutti di assumersi le proprie responsabilità. "I volti affamati di tante persone che ancora soffrono ci interpellano e ci invitano a riesaminare i nostri stili di vita, le nostre priorità e il nostro modo di vivere nel mondo di oggi in generale". Quindi bisogna puntare l'attenzione "sulle moltitudini che non hanno accesso all'acqua potabile, al cibo, alle cure mediche essenziali, a un alloggio decente, all'istruzione di base o a un lavoro dignitoso, affinché possiamo condividere il dolore di coloro che si nutrono solo di disperazione, lacrime e miseria". Leone XIV ha passato in rassegna i Paesi in cui si è "condannati alla morte e alla sofferenza", come Ucraina, Gaza, Haiti, Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana, Yemen e Sud Sudan, "per citare solo alcuni dei luoghi del pianeta in cui la povertà è diventata il pane quotidiano di tanti nostri fratelli e sorelle". E allora "la comunità internazionale non può voltarsi dall'altra parte. Dobbiamo fare nostro il loro dolore. Non possiamo aspirare a una vita sociale più giusta se non siamo disposti a liberarci dall'apatia che giustifica la fame come fosse una musica di sottofondo alla quale ci siamo abituati, un problema irrisolvibile o semplicemente una responsabilità altrui". Per il Papa, "non possiamo chiedere agli altri di agire se noi stessi non rispettiamo i nostri impegni. Con la nostra omissione diventiamo complici della promozione dell'ingiustizia. Non possiamo sperare in un mondo migliore, in un futuro luminoso e pacifico, se non siamo disposti a condividere ciò che noi stessi abbiamo ricevuto. Solo allora potremo affermare, con verità e coraggio, che nessuno è stato lasciato indietro".
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Mattarella: "Inaccettabile il regresso del multilateralismo"
Intervenendo alla cerimonia di inaugurazione del Museo e Rete per l'Alimentazione e l'Agricoltura alla Fao, a Roma, il presidente della Repubblica Mattarella ha affermato che "è un triste paradosso che proprio mentre crescono le conoscenze, le risorse e le potenzialità tecnologiche, anche con rilevanti applicazioni al settore agricolo, assistiamo a nuovi scenari di carestia, a inaccettabili sperequazioni e a un regresso di quel sistema multilaterale, unico paradigma in grado di dare vere risposte a questi bisogni". Si tratta dunque "di una inversione di rotta incomprensibile e inaccettabile. Le Istituzioni multilaterali più direttamente impegnate nella lotta all'insicurezza alimentare sono strumenti preziosi ed esprimono consapevolezza della indivisibilità dei destini umani".
"Le istituzioni contro la fame sono strumenti preziosi"
"Le istituzioni multilaterali più direttamente impegnate nella lotta all'insicurezza alimentare sono strumenti preziosi ed esprimono consapevolezza della indivisibilità dei destini umani. Perché questo impegno risulti efficace e costante nel tempo, esso deve trovare alimento in un'adeguata sensibilizzazione su tematiche tanto rilevanti quanto spesso relegate ai margini del dibattito pubblico", ha detto Mattarella. "Per poter essere protagonisti i cittadini devono poter essere informati. La conoscenza resta il primo motore per stimolare un maggiore impegno, orientando le energie, soprattutto delle nuove generazioni, per raccogliere le sfide e rendere possibile la costruzione di un futuro più equo", ha sottolineato il capo dello Stato.
"Ancora lontano un mondo senza fame"
Mattarella ha poi parlato del Museo e Rete per l'Alimentazione, "un'iniziativa che, oltre a consentirci di ripercorrere la storia di un'istituzione internazionale che siamo lieti di ospitare a Roma sin dal 1951, trasmette un importante messaggio di un impegno che via via si è sempre più precisato nella sua valenza strategica: dalla sicurezza alimentare alla sostenibilità degli ecosistemi". Il percorso per raggiungere questi obiettivi, "già da tempo tracciato nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite resta purtroppo in gran parte ancora da attuare, ivi inclusa l'aspirazione a un mondo senza più fame".
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Meloni: "L'Italia rafforza la sovranità alimentare col Piano Mattei"
"Lieta di aver preso parte al World Food Forum della Fao in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione e degli 80 anni dalla fondazione dell'Onu. L'Italia ha sempre creduto nel diritto umano universale all'alimentazione", ha detto la premier Giorgia Meloni. "Il Santo Padre ci ha oggi ricordato che 'raggiungere l'obiettivo fame zero sarà possibile solo se ci sarà la volontà reale di farlo'. Sono fiera di confermare e sottolineare l'impegno dell'Italia nel rafforzare la sovranità alimentare del Continente africano tramite il Piano Mattei che coniuga lo sforzo pubblico con investimenti privati in partenariati paritari con le Nazioni africane", ha aggiunto la presidente del Consiglio. Presente all'evento anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Il messaggio del Papa è stato chiarissimo. Dobbiamo fare di più, molto di più. La lotta contro la fame deve essere una priorità", ha detto, dicendosi fiero di ospitare a Roma la cerimonia per l'80esimo anniversario della Fao. "Dobbiamo trasformare l'onore in azioni concrete", ha aggiunto.
Gli altri ospiti
Oltre a papa Leone XIV, Mattarella, Meloni e QU Dongyu, erano presenti alla cerimonia anche il re Letsie III del Lesotho, ambasciatore speciale della Fao per la Nutrizione; la regina Letizia di Spagna, anche lei ambasciatrice speciale della Fao per la Nutrizione; la principessa Basma Bint Ali di Giordania, che è ambasciatrice della Fao per il Vicino Oriente e il Nord Africa. Tra gli altri, c'erano anche il presidente dell'Uruguay Yamandù Orsi Martinez; il presidente del Fondo internazionale per lo Sviluppo agricolo (Ifad) Alvaro Lario; la direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (Wfp) Cindy Hensley McCain; l'ottavosegretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
Costa (Ue): "Siamo e saremo il maggior sostenitore della Fao"
"Buon anniversario Fao! Per ottant'anni, l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura ha guidato la lotta contro la fame", ha scritto su X il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. L'Ue rimarrà il maggiore donatore di aiuti allo sviluppo al mondo e il maggiore sostenitore della Fao. Continuiamo a costruire un mondo in cui il cibo sia un diritto, non un privilegio", ha aggiunto.
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Inaugurato il Museo e Rete per l'Alimentazione e l'Agricoltura
Inaugurato a Roma da Mattarella e da Dongyu, il Museo e Rete per l'Alimentazione e l'Agricoltura (MuNe) dà il via a una nuova esperienza che invita il pubblico a esplorare su una superficie di 1.300 metri quadatri il rapporto tra cibo, agricoltura e umanità, scoprendo ottant'anni di lavoro della Fao. Ospitato presso la sede della Fao a Roma, tra il Circo Massimo e il Colosseo, e sostenuto dal ministero degli Esteri, il Museo potrà essere visitato dal 20 ottobre e vuole essere una vera piattaforma educativa dinamica che unisce patrimonio agricolo e tradizioni, scienza e innovazione, con una esperienza interattiva e immersiva per rendere accessibili a tutti idee complesse su cibo, agricoltura e sostenibilità. Lo slogan "Esplora. Imparare" trasforma la missione della Fao di porre fine alla fame e alla malnutrizione, in un invito all'azione. "Il Museo offre un nuovo modo di condividere il mandato della Fao con il mondo attraverso la conoscenza, la cultura e l'innovazione, connettendo e ispirando il pubblico globale", ha detto QU Dongyu. Lo spazio dedicato allo scambio culturale e all'innovazione ospita più di 1,5 milioni di volumi, tra cui la storica collezione David Lubin, che coprono oltre 500 anni di pubblicazioni e documenti agricoli. C'è anche un'ampia collezione d'arte di 60 pezzi donati da 40 membri della Fao, come "Coltivare il Terzo Paradiso", appartenente alla Fondazione Pistoletto Cittadellarte, che unisce natura, società e tecnologia alla ricerca dell'armonia e "Pace con la natura" di Pablo Atchugarry, un ulivo secolare rinato come simbolo della riconciliazione dell'umanità con l'ambiente. Presupposto dell'iniziativa è che il cibo è più che sostentamento: rappresenta la cultura, l'identità e la diplomazia. Il MuNe dà quindi la possibilità di apprendere, dialogare e collaborare, collegando il patrimonio agricolo con l'innovazione contemporanea.
Cos'è la Fao
La Fao, acronimo di Food and Agriculture Organization, è l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. Si tratta di un'agenzia specializzata dell'Onu il cui obiettivo principale è combattere la fame e la povertà, promuovendo la sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo a livello mondiale. La sua sede si trova a Roma.