Truffe telefoniche, da chiamate con +49 alle finte offerte sulle bollette: come difendersi
CronacaIntroduzione
False proposte di investimento, cambi di offerte energetiche inesistenti, ma anche chiamate da numeri stranieri che promettono falsi lavori: le truffe telefoniche sono molto diffuse e i messaggi ingannevoli sembrano aumentare. Ci sono però degli strumenti per identificare i raggiri e provare a tutelarsi
Quello che devi sapere
Le chiamate con il +49
Come detto, le casistiche di truffe telefoniche sono molte. Recentemente si sta assistendo a quello che sembrerebbe un intensificarsi di chiamate con il prefisso +49 (0049), cioè quello della Germania. In queste chiamate si prometto falsi lavori, premi inesistenti e si tentano anche dei raggiri sentimentali. Di questo fenomeno si era già parlato anche a inizio 2025, quando si erano registrate diverse casistiche. In alcuni casi, ad esempio, i criminali informatici fanno uno squillo per spingere l'utente a richiamare il numero e sobbarcarsi una spesa elevata per la telefonata effettuata. In altri casi ancora, i truffatori potrebbero promettere guadagni facili o offerte di lavoro fittizie. Oppure ancora, il raggiro è di tipo sentimentale: dopo aver ingannato le vittime e scambiato comunicazioni con loro per molto tempo, i truffatori iniziano a chiedere somme di denaro.
Per approfondire:
Utenze con prefisso +39
Se invece si guarda alle truffe con prefisso italiano, lo scorso marzo, la Polizia Postale segnalava, sul suo sito, che “le strategie utilizzate per rendere credibili le nuove truffe telefoniche mirano a superare la naturale diffidenza degli utenti verso numerazioni internazionali e contatti sconosciuti, utilizzando nomi presenti in rubrica e utenze con prefisso +39”.
Tra le più diffuse c’è la chiamata che parla del curriculum. “Salve, abbiamo ricevuto il tuo curriculum”: rispondendo a una chiamata proveniente da un numero di cellulare con prefisso italiano, una voce registrata invita l’utente ad avviare una conversazione in chat per un’inattesa proposta di lavoro.
Il vishing
Fra le varie tipologie di truffa si sta poi diffondendo sempre di più il vishing, una sorta di evoluzione del phishing. Il nome deriva dalla combinazione tra phishing, appunto, e voice: sono truffe compiute soprattutto tramite voce.
Adiconsum, associazione a difesa dei consumatori, spiegava già un anno fa che a volte il primo contatto avviene per e mail, chat o sms. Non viene chiesto di cliccare su un link ma di chiamare un numero telefonico al quale risponderà un disco o un finto operatore del call center del proprio istituto di credito. Quest’ultimo chiederà di fornire i dati per accedere al conto corrente. Altre volte sono gli stessi criminali a contattare telefonicamente le persone.
La "manipolazione del pagatore"
Crescono anche le frodi cosiddette “da manipolazione del pagatore”, cioè quelle truffe portate a termine manipolando il cliente. Un esempio abbastanza recente è quello che ha visto diversi imprenditori italiani ricevere telefonate che sembravano provenire dal ministro della Difesa Guido Crosetto: i criminali, spacciandosi per il politico, chiedevano grosse somme di denaro per risolvere una questione di Stato molto delicata.
Le chiamate per le bollette
Come raccontato da AdnKronos, poi, sono molto diffuse le chiamate fraudolente a tema bollette. Uno degli schemi più recenti punta sul fatto che le bollette di luce e gas restano alte e il mercato libero invoglia a cambiare operatore. I criminali sfruttano una condivisione fraudolenta dei dati e chiamano in causa enti regionali o addirittura l'Arera, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Chi riceve la chiamata sente la voce in tempo reale di una persona che conosce il nome e cognome e il suo indirizzo di casa. Poi gli annuncia che il passaggio a una tariffa più conveniente per la sua utenza elettrica è andato a buon fine. I passaggi successivi, se chi viene contattato non realizza l'inganno, saranno quelli di chiedere il Pod, cioè il codice alfanumerico che identifica univocamente il punto di prelievo dell'energia elettrica, e poi l'Iban e i dati bancari per poter accreditare un fantomatico rimborso.
Contro questi tentativi di truffa si è mossa anche Federconsumatori, che ha denunciato fughe di dati e pratiche scorrette.
Come difendersi
Il consiglio principale, oltre a quello di tenere alta la proprio soglia di attenzione, è quello di proteggere i propri dati con cura. Non bisogna comunicare mai dati personali su richieste ricevute tramite messaggi, e-mail e al telefono.
Inoltre, è consigliato proteggere i propri device da virus e malware. E non si deve mai cliccare su link, o aprire allegati, senza aver verificato l’autenticità della comunicazione.
Può essere utile anche attivare i filtri anti-spam eventualmente disponibili sul proprio smartphone e non rispondere a chiamate di numeri che possono sembrare sospetti, soprattutto se hanno un prefisso estero.
È poi possibile, e consigliato, segnalare l'accaduto alle autorità, come ad esempio la Polizia Postale che ha una pagina di “segnalazioni” dedicata sul proprio sito.