Autovelox a rischio spegnimento, tra censimento Comuni e intervento del MIT. Cosa sappiamo
CronacaIntroduzione
Gli autovelox potrebbero essere a rischio spegnimento in tutta Italia da ottobre se il ministero dei Trasporti non farà un decreto attuativo entro il 19 agosto avviando così il censimento delle apparecchiature da parte di Comuni, Province e Regioni. Gli enti avranno due mesi di tempo per inviare i dati allo stesso ministero. A dirlo è il Codacons, spiegando che a partire dal 18 ottobre tutti gli autovelox installati lungo le strade italiane potrebbero essere spenti, e il controllo della velocità ne risentirebbe.
Quello che devi sapere
Da 16 mesi
Il Codacons richiama quanto previsto dal Decreto Infrastrutture (legge n. 105/2025) ed evidenzia "una situazione paradossale venutasi a determinare a causa di ritardi, leggi macchinose e inutili complicazioni burocratiche”. I contrasti fra enti locali e ministero in tema autovelox durano "oramai da 16 mesi: da quando, cioè, la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati"
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Obbligo per Comuni, Province e Regioni
Il decreto, che come noto era finalizzato a garantire maggiore trasparenza circa l'utilizzo degli apparecchi di rilevazione automatica della velocità, stabilisce l'obbligo in capo a Comuni, Province e Regioni, di censire e comunicare al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tutti i dispositivi autovelox presenti sui rispettivi territori, per la pubblicazione nell'apposita sezione del portale telematico istituzionale dello stesso ministero
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Cosa devono comunicare gli enti locali
Gli enti locali devono comunicare non solo la localizzazione e i dati tecnici di ogni apparecchio, ma anche le informazioni relative alla conformità, al modello e all'omologazione. Una comunicazione che, secondo il decreto, "è condizione necessaria ai fini del legittimo utilizzo delle apparecchiature": in altre parole, i comuni che non forniranno i dati non potranno più utilizzare gli autovelox sul proprio territorio
Le tempistiche e la mancanza del modulo digitale per la comunicazione
Come accennato all’inizio, pero, il Codacons ricorda che "gli enti locali, pur volendo, non possano al momento adempiere a tale obbligo. Manca infatti il decreto attuativo del Mit che fornisce loro il modulo digitale indispensabile per comunicare i dati richiesti, modulo da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Infrastrutture. Questo significa che il Ministero ha tempo fino al prossimo 19 agosto per varare il decreto attuativo, essendo la legge entrata in vigore lo scorso 20 luglio. A partire dalla pubblicazione del modulo digitale, gli enti locali avranno poi 60 giorni di tempo per comunicare al Mit i dati”
Il Mit: “Da settembre pronta applicazione”
Il Mit intanto ha fatto sapere che entro settembre sarà operativa, sul sito istituzionale del ministero delle infrastrutture, una applicazione a servizio degli enti locali, che (come appena visto) avranno due mesi di tempo per inserire tutti i dati. Per il dicastero di Matteo Salvini si tratta di "una straordinaria operazione verità, anche alla luce della totale mancanza di mappature precise degli autovelox. L'obiettivo del vicepremier e ministro è garantire esclusivamente l'efficacia dei dispositivi che aumentano la sicurezza stradale. Non saranno tollerati i dispositivi fuori norma o utili più a fare cassa che a prevenire comportamenti scorretti alla guida”
Le stime di Codacons
Secondo Codacons, il 59,4% di dispositivi fissi installati lungo le strade italiane risulta infatti validato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi, mentre per quelli mobili la percentuale sale al 67,2%". Secondo le stime non ufficiali elaborate dal sito specializzato Scdb.info, gli autovelox fissi e mobili installati lungo le strade italiane sarebbero oggi 10.202. Apparecchi che avrebbero garantito agli enti locali, conclude il Codacons, solo nelle principali 20 città italiane incassi per oltre 62 milioni di euro
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Le regole da giugno
Intanto il 12 giugno 2025 sono entrate in vigore le nuove disposizioni introdotte dal decreto del Mit del 2024, a cui le amministrazioni locali hanno dovuto adeguarsi (avevano un anno di tempo). I tratti di strada su cui gli autovelox potranno essere utilizzati dovranno essere individuati con un provvedimento del prefetto e segnalati almeno 1 Km prima fuori dei centri abitati. Inoltre viene fissata per la prima volta la distanza minima che deve intercorrere tra un dispositivo e l’altro (progressiva per tipo di strada) in modo da evitarne la proliferazione. Non si potranno utilizzare dove esiste un limite di velocità eccessivamente ridotto: inferiore a 50 Km, nelle strade urbane; per le extraurbane solo nel caso in cui il limite di velocità imposto non sia ridotto di più di 20 km rispetto a quello previsto dal Codice per quel tipo di strada (se il limite è di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h ma non per limiti inferiori). Infine l’utilizzo di dispositivi a bordo di un veicolo in movimento è consentito solo se c’è la contestazione immediata, altrimenti dovranno essere scelte postazioni fisse o mobili, debitamente visibili
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