All’udienza generale in piazza San Pietro, Leone denuncia la violenza verbale online e invita i fedeli e gli influencer cattolici ad una comunicazione più umana e responsabile
Nella prima udienza generale dopo la pausa estiva, Papa Leone ha lanciato un forte monito contro l’uso distorto dei social media, descrivendo l’epoca attuale come afflitta da una vera e propria “bulimia delle connessioni”. Una condizione che ci rende “iperconnessi e bombardati da immagini e messaggi, talvolta anche falsi o distorti, che ci travolgono con emozioni contraddittorie”.
Il Papa ha inserito questo messaggio all’interno del ciclo di catechesi dedicato all’Anno Giubilare, incentrando la riflessione sull’episodio evangelico della guarigione del sordomuto: “Tutti noi facciamo esperienza di essere fraintesi. Abbiamo bisogno di chiedere al Signore di guarire il nostro modo di comunicare, per evitare di ferire con le parole”.
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Un richiamo forte a un uso più onesto e prudente del linguaggio, soprattutto in rete, dove le parole possono diventare strumenti di odio. Leone ha invitato i fedeli a pregare “per tutti coloro che sono stati feriti dalle parole degli altri” e per una Chiesa che non smetta mai di condurre le persone all’incontro con Cristo.
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In chiusura, il Pontefice ha ricordato il 50° anniversario degli Accordi di Helsinki (1975), simbolo di una stagione diplomatica in cui 35 Paesi, inclusa la Santa Sede con l’allora arcivescovo Agostino Casaroli, promossero dialogo, cooperazione e tutela dei diritti umani, in particolare la libertà religiosa. “Oggi più che mai — ha detto — è necessario custodire lo spirito di Helsinki e scegliere la diplomazia come via privilegiata per la pace”.
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