Funivia Monte Faito, Eav: "Mai risparmiato su sicurezza". Indagini su freni e manutenzione
Cronaca
L'a.d. dell'Ente che gestisce l'impianto: "Prima della riapertura, tre mesi di prove previste dalla normativa". Poi annuncia una commissione interna per verificare le cause del crollo. La Procura di Torre Annunziata ipotizza i reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose e costituisce un pool. Evacuate quattro famiglie della zona alta di Castellammare. Condizioni critiche ma stabili per l'unico sopravvissuto
"Gli uomini della funivia sono una famiglia. E questo è un momento di dolore per tutti. Noi, per primi, vogliamo sapere cos'è successo. Una cosa è certa: non si è mai risparmiato sulla sicurezza". A dirlo, intervistato da La Stampa, Umberto De Gregorio, amministratore delegato di Eav, l'Ente autonomo del Volturno che gestisce la funivia del Monte Faito, caduta a seguito della rottura del cavo traente per cause ancora da chiarire. L'ultima manutenzione, ha affermato De Gregorio, è stata fatta "prima della riapertura dell'impianto, che è avvenuta sette giorni fa. Ci sono stati tre mesi di prove e sono state effettuate tutte quelle previste dalla normativa". Poi ha spiegato che l'Ente avvierà una indagine interna, con la creazione di "una commissione" con "professionalità di alto profilo, anche esterne all'azienda, per risalire alle cause" di quanto avvenuto. Tutto questo, ha assicurato, servirà a "dare supporto all'inchiesta". De Gregorio ha infine sottolineato che il cavo traente "è stato sostituito nel 2019". Intanto, la Procura di Torre Annunziata indaga sul disastro e ha costituito un pool.
I punti da chiarire
Freni, manutenzione e vento sono i primi elementi che la Procura di Torre Annunziata è chiamata ad analizzare nell'inchiesta sul disastro, che ha causato quattro morti e un ferito grave. Nella serata di giovedì il procuratore Nunzio Fragliasso, con l'aggiunto Giovanni Cilenti e il sostituto Giuliano Schioppi, si è recato sul luogo della caduta per una prima ispezione, proseguita venerdì. Gli inquirenti hanno sottoposto a sequestro le due stazioni: quella a monte cui la cabina precipitata era quasi arrivata e quella a valle. Sequestrati anche i piloni, le due cabine e il cavo. Nel fascicolo, al momento contro ignoti, si ipotizzano i reati di disastro colposo e omicidio plurimo colposo e lesioni colpose.
Il pool
Come già accaduto in altre tragedie simili, l'indagine della Procura di Torre Annunziata sarà quasi esclusivamente tecnica. Il procuratore Nunzio Fragliasso ha costituito un pool da lui guidato e composto dall'aggiunto Giovanni Cilenti e dai pm Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio: i magistrati hanno già individuato i periti che li affiancheranno negli accertamenti sulla manutenzione e sui controlli, in particolare quelli settimanali. L'ultimo controllo doveva essere effettuato proprio il giorno prima dell'incidente, quando c'era allerta meteo anche per forte vento. Poi sarà necessario approfondire gli aspetti che riguardano i freni e il cavo di trazione, la cui rottura ha provocato la tragedia. Acquisiti i video dei sistemi di videosorveglianza dell'impianto, uno dei quali ha ripreso la fase iniziale del disastro. La Polizia di Stato, in veste di polizia giudiziaria, ha già acquisito un'ampia documentazione che gli investigatori stanno passando al setaccio. Com'è noto l'Eav (l'ente che gestisce la funivia) aveva riattivato il servizio una decina di giorni fa in vista della bella stagione. La Procura di Torre Annunziata dovrebbe poi disporre le autopsie che potrebbero vedere - ma non è scontato - l'iscrizione dei primi indagati nel fascicolo.
Le immagini dello schianto
Il veicolo caduto è stato ritrovato quasi a metà percorso, tra il secondo e il terzo pilone: non è chiaro se sia subito piombato giù per poi rotolare a valle, oppure se sia scivolato all'indietro, ancora agganciato al cavo, quando mancavano una ventina di secondi all'arrivo in stazione. Secondo questa ipotesi, che pare quella più accreditata, si sarebbe quindi schiantato a tutta velocità contro un pilone per poi cadere al suolo. In alcune immagini riprese da una telecamera dell'impianto si vede la cabina che torna indietro, mentre ondeggia vorticosamente prima di sparire nella nebbia. In ogni caso solo le perizie potranno, dai punti di impatto della cabina, accertare le modalità della caduta.

Vedi anche
Incidente funivia Monte Faito, il sorvolo sulla zona. VIDEO
Evacuate quattro famiglie
Nel frattempo, quattro famiglie della zona alta di Castellammare di Stabia sono state sgomberate dalle loro abitazioni. Il provvedimento è stato assunto dal Comune per motivi precauzionali dopo che il cavo spezzato della funivia del Faito ha danneggiato l'elettrodotto dell'alta tensione, nei pressi del quale si trovano le abitazioni evacuate. Al momento tre famiglie hanno trovato una sistemazione autonoma, mentre per una quarta c'è la disponibilità all'accoglienza da parte della parrocchia del rione. Ultimato il ripristino della fornitura dell'energia elettrica in tutte le 517 case disalimentate a causa del danneggiamento dell'elettrodotto. L'opera di ripristino è stata seguita dal Centro coordinamento soccorsi convocato già nel pomeriggio di giovedì 17 aprile dal prefetto di Napoli, Michele di Bari.

Vedi anche
Caduta funivia del Faito, il precedente nel 1960 che provocò 4 morti
Le condizioni dell'unico sopravvissuto
Rimane in condizioni critiche ma stabili Thabet Suliman, il 23enne arabo-israeliano, studente di ingegneria, unico sopravvissuto all'incidente. Il giovane, che è ricoverato all'ospedale del Mare di Napoli, è stato operato ieri per le fratture riportate alla gamba destra. Suliman è ancora intubato e ventilato meccanicamente, in sedazione profonda. L'équipe medica prenderà domani una valutazione sulla sospensione della sedazione. La prognosi resta riservata. Completata, intanto, l'identificazione delle vittime straniere. Tre i turisti morti: sono i coniugi inglesi Elaine Margaret e Graeme Derek Winn, di 57 e 64 anni, che erano impegnati in un tour tra le bellezze della costiera sorrentina, e la farmacista arabo-israeliana Janan Suliman, residente a Mashhad, nella Bassa Galilea. Stava facendo un viaggio in Italia insieme a Thabet, suo fratello. Sui social emergono le foto di loro due sorridenti davanti al Colosseo e a Napoli, a testimoniare momenti di gioia prima che il loro destino si spezzasse sul Faito. La quarta vittima è il 59enne Carmine Parlato, operatore dell'Eav presente nella cabina.

Leggi anche
Tragedia sul monte Faito, chi sono le quattro vittime
Il legale della famiglia Suliman: "Grazie ai medici"
"Non abbiamo ancora notizie certe". Così, in relazione a una possibile data delle autopsie, l'avvocato Hillary Sedu, che oggi ha accompagnato i familiari dei due giovani arabo-israeliani - Janan e Thabet - al commissariato di polizia di Castellammare. Ora, ha sottolineato il legale, bisogna "badare al superstite" (cioè il 23enne ricoverato), le cui condizioni "sono stabili nella loro gravità". "I medici e la Regione Campania hanno fatto cose straordinarie. Per questo la famiglia vuole ringraziare tutti", ha rimarcato. I sanitari stanno "profondendo ogni sforzo", ha aggiunto. Poi, "sarà importante la fase di accertamento delle responsabilità".
Lutto cittadino a Castellammare
Il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, ieri ha proclamato il lutto cittadino e ha annullato tutte le iniziative programmate dal Comune per le festività pasquali. La Via Crucis diocesana invece si è tenuta regolarmente lungo le strade del centro, con il pensiero rivolto a Carmine Parlato e alle altre tre vittime della tragedia. Il primo cittadino ha ribadito il dolore per l'accaduto, invitando a non affrettare ipotesi sulle cause: "È indispensabile evitare che si facciano processi di piazza. Lasciamo lavorare tecnici e investigatori".
