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Chi è Stefania Battistini, reporter Rai inviata in Ucraina, e perché è ricercata in Russia

Cronaca

Inviata del Tg1, è nota per il suo lavoro in zone di conflitto e crisi. Durante la pandemia di Covid-19 ha raccontato il dramma vissuto in Lombardia. Nata a Milano il 16 aprile 1977, ha ricevuto un'onorificenza dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky per il suo coraggio e il suo impegno sul campo durante il conflitto russo-ucraino, documentando l’impatto umano della guerra

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Stefania Battistini è una giornalista italiana, inviata del Tg1, conosciuta per le sue coperture da zone di guerra e di crisi internazionali, come la guerra in Ucraina e la pandemia da Covid-19. Nata a Milano il 16 aprile del 1977, ha raccontato in particolare il conflitto russo-ucraino, guadagnandosi anche un’onorificenza dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky per il suo lavoro sul campo. Durante il suo periodo in Ucraina, ha vissuto momenti di grande pericolo, condividendo con il pubblico l'impatto umano del conflitto (GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SEGUI GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

Perché è ricercata da Mosca

Battistini è stata inserita nella lista delle persone ricercate da parte del ministero degli Interni russo (MVD) per aver attraversato illegalmente il confine russo nella regione di Kursk mentre stava seguendo le truppe ucraine che erano entrate in territorio russo. La Fsb ha aperto un procedimento penale contro Battistini e altri giornalisti di altre nazionalità. Inoltre il ministero degli Esteri russo aveva dettagliatamente spiegato che “i materiali diffusi dai giornalisti hanno distorto i fatti, capovolgendo la realtà”.

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Accusata di attraversamento illegale di confine

Il 14 agosto scorso il Tg1 aveva mandato in onda un servizio firmato da Stefania Battistini e dall’operatore Simone Traini. A seguito di quanto accaduto, il 16 agosto il ministero degli Esteri russo ha convocato la neo nominata ambasciatrice d’Italia in Russia, Cecilia Piccioni. Il 17 agosto nei confronti di Battistini e Traini è stato avviato un procedimento penale ai sensi della parte 3 dell'articolo 322 del codice penale della Federazione Russa (attraversamento illegale del confine di stato della Russia). Lo stesso giorno giornalista e operatore sono stati richiamati in Italia per decisione dei vertici della Rai.

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Ad aggravare la posizione di Battistini davanti ai russi c'è anche l'intervista a Ilya Ponomarev, uno dei fondatori del gruppo neonazista ‘Russian Freedom Legion’.
Assieme a Battistini sono stati inseriti nella lista dei ricercati altri cronisti stranieri: Nick Walsh della Cnn, Nicholas Simon Connolly della Deutsche Welle, Natalya Nagornaya, corrispondente dell'emittente televisiva ucraina 1+1, e altre due giornaliste ucraine, Diana Butsko e Olesya Borovik. Per il suo lavoro giornalistico in Ucraina, ha ricevuto riconoscimenti di grande prestigio come il Premio Internazionale Flaiano per la Televisione, il Premio Biagio Agnes, il Premio Maria Grazia Cutuli e il Guidarello per il Giornalismo d’Autore.

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Il racconto della pandemia in Lombardia

Oltre alla guerra in Ucraina, Battistini ha seguito eventi significativi come terremoti, attacchi terroristici e la pandemia. Lavora per la Rai da anni ed è considerata una delle giornaliste italiane più rispettate e apprezzate per la sua dedizione alla professione. Durante l'emergenza sanitaria legata al Covid-19 nel 2020, Battistini ha svolto un ruolo cruciale nella copertura della crisi in Lombardia, epicentro del virus in Italia. Oltre alla cronaca di guerra e alle emergenze sanitarie, Battistini ha concentrato la sua attenzione su tematiche sociali di grande rilevanza, come la parità di genere. Per RaiStoria e RaiCultura, ha prodotto programmi di grande impatto, tra cui "Soffitto di cristallo" e "Senza distinzione di genere". Questi programmi, realizzati in collaborazione con Marta Cartabia, ex Ministro della Giustizia, hanno esplorato le sfide e i progressi delle donne nella società italiana, offrendo un'importante riflessione sul tema.

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