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Bari, Michele Emiliano dopo il caso Decaro: “Ho dedicato la mia vita all’antimafia”

Cronaca

Piero Ancona

Il governatore pugliese torna sull’incontro con la sorella del boss che ha infiammato il dibattito politico. Intanto, in Prefettura, si è insediata la commissione che dovrà valutare l’ipotesi di sciogliere il Comune

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Dalle finestre degli uffici della Prefettura in cui si sono appena insediati, i commissari nominati dal Viminale possono quasi toccare con mano il palazzo di quel Comune che nelle prossime settimane, se non mesi, sarà oggetto dei loro approfondimenti. In un altro palazzo, intanto, non lontano da qui, il governatore Michele Emiliano torna sulle parole che sabato scorso hanno infiammato il dibattito politico attorno al “caso Bari”, contestualizzando l’ormai famoso incontro con la sorella del boss di Bari Vecchia.

Presidente, di chiarimenti ce ne sono stati tanti in queste ultime ore, ha qualcosa ancora da aggiungere sulla vicenda?

“Innanzitutto che ho dedicato tutta la mia vita all’antimafia, prima alla procura di Agrigento e poi a Brindisi e Bari, indagando e facendo condannare centinaia e centinaia di persone. Dopodiché, la vita mi ha messo di fronte al fatto che sono diventato il sindaco della città di Bari, una città che soprattutto nel suo centro storico era all’epoca in grandissima difficoltà. E quindi costruimmo una strategia, quella banale di una Ztl, che con le telecamere consentiva di controllare chi entrava e usciva dal borgo, cui associammo la costituzione di un’antimafia sociale che aveva un metodo chiaramente diverso, non repressivo, basato sul convincere tutti che bisognava cambiare la situazione del quartiere. E questo determinò la necessità di parlare con un sacco di persone per strada.

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Compresi i familiari dei boss?

“Tra queste persone c’è stata anche la sorella del boss del quartiere, Antonio Capriati, che io avevo fatto condannare all’ergastolo, una donna incensurata ma che sapeva di aver di fronte chi aveva fatto arrestare il fratello, e quindi l’impatto non fu facile. A lei e a tutti gli altri, abbiamo chiarito che le regole erano cambiate, che Bari Vecchia apparteneva alla comunità e non a loro, che le loro case, che erano state confiscate, dovevano essere abbandonate bonariamente, e soprattutto che la Ztl, che con l’allora assessore Antonio Decaro stavamo realizzando, doveva consentire al quartiere di cambiare il proprio volto”.

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Quale fu il bilancio di quell’esperienza?

“Un successo, che ha fatto di Bari Vecchia uno dei posti più attrattivi, per residenti e turisti, di tutta la città. Noi siamo assolutamente felici di quello che abbiamo fatto e preoccupati della manipolazione che i nostri avversari politici, in modo se vogliamo comprensibile, hanno fatto anche del mio comizio in piazza. Del resto sono vent’anni che perdono sistematicamente le elezioni ed evidentemente non ci stanno”.  

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