Omicidio Giulia Tramontano, Impagnatiello cercava su internet come avvelenarla

Cronaca

E' quanto emerso nel corso della deposizione di un maresciallo dei carabinieri oggi durante il processo sull'omicidio della 29enne. Durante la ricostruzione in aula sono state mostrate anche foto del corpo

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Il 5 febbraio 2023, mentre era all'aeroporto di Malpensa ad aspettare Giulia Tramontano che rientrava da Napoli, Alessandro Impagnatiello faceva ricerche dal suo smartphone sul "cloroformio". In precedenza aveva cercato anche termini come "veleno per topi" e "veleno per topi incinta". E' quanto emerso oggi in aula al processo sull'omicidio della ragazza, 29enne al settimo mese di gravidanza, uccisa con 37 coltellate dal fidanzato Alessandro Impagnatiello il 27 maggio scorso a Senago, nel Milanese. Le accuse sono di omicidio pluriaggravato dalla premeditazione, crudeltà e futili motivi, interruzione non consensuale di gravidanza e soppressione di cadavere.

La deposizione

Qualche giorno dopo Impagnatiello ha acquistato via internet, sotto falso nome, la sostanza, poi ritrovata in cantina. A riferire in aula delle ricerche dell'imputato emerse durante le indagini è stato un maresciallo dei carabinieri: Impagnatiello tra dicembre 2022 e gennaio e maggio 2023, risulta dall'analisi del suo telefono, aveva cercato "veleno per topi incinta", "veleno per topi in gravidanza" e "veleno per topi uomo". Il teste ha definito "fondamentale" una ricerca del 7 gennaio 2023: "ha visualizzato una pagina" che riguardava "quanto veleno per topi" era necessario "per uccidere una persona". L'esito dell'autopsia su Giulia e Thiago, il figlio che aspettava, ha ricordato, ha dato esito positivo al veleno per topi. Veleno di cui sono state trovate e sequestrate due bustine nello zaino dell'imputato.

Prima udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello, Milano, 18 Gennaio 2024.
ANSA/MATTEO CORNER

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Teste: "Sentii litigare quella notte"

"Io ho sentito gridare, una voce alta di una donna. Non era un grido di dolore, era quella di una litigata che dopo neanche due minuti è finita", ha raccontato in aula la vicina di casa dei due, sentita come testimone dell'accusa. 

Prima di lei si è seduto sul banco dei testimoni il titolare della società di pulizie che lavora nella palazzina di via Novella, che ha raccontato come la mattina del 30 maggio, oltre a vedere Impagnatiello aggirarsi nella zona del garage, ha udito dei suoni sospetti: "Ho sentito il rumore di trascinamento, come di un sacco pesante perché non era continuo, avvenuto in due momenti diversi tra le cantine e il box", ha detto rispondo alle domande della pm Alessia Menegazzo e della procuratrice aggiunta Letizia Mannella.

Per la terza udienza del 7 marzo sono state citate come testimoni la 23enne italo-inglese che aveva una relazione parallela con Impagnatiello e la madre della vittima.

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L'imputato in lacrime in aula

In aula è stata mostrata l'immagine del corpo di Giulia Tramontano. Vedendola Impagnatiello ha cominciato a singhiozzare e da quel momento l'uomo non ha più alzato lo sguardo.

Le parole dei genitori di Giulia Tramontano

"Amore nostro, oggi si parlerà di te, di come siete stati strappati alla vita, di come con tutte le tue forze hai cercato la verità, a costo della vostra splendida vita", scrive su Instagram la madre di Giulia Tramontano, Loredana, nel giorno della seconda udienza del processo. "Tu sarai sempre per noi la nostra immensamente Giulia e Thiago il nostro angelo. Lotteremo per te fino all'ultimo", aggiunge la madre.

"Nulla ci restituirà Giulia - scrive il padre Franco Tramontano sempre su Instagram -, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora affinché sia fatta giustizia per lei e Thiago". 

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