Test di Medicina, ecco come potrebbero cambiare nel 2024 in attesa della riforma
Si discute su come superare il numero chiuso garantendo la qualità. L’intesa politica raggiunta sarebbe quella di dare una delega al governo per un decreto legislativo che metterebbe nero su bianco una nuova proposta complessiva per l'accesso alla facoltà dall'anno accademico 2025-2026. Nel frattempo, è atteso un provvedimento della ministra Bernini che regoli le prove di quest’anno. Le ipotesi: due date fisse, 60 domande con banca dati “aperta”, addio ai Tolc-Med gestiti dal consorzio Cisia
- Dopo un periodo di confronto con tutte le parti coinvolte, in commissione Istruzione al Senato è oggi terminata la discussione generale sulle proposte di legge parlamentari che mirano al superamento del numero chiuso nella facoltà di Medicina e Chirurgia. L’ultimo intervento è stato quello della ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Emergono anche nuovi dettagli sui prossimi test di accesso
- “Accesso a Medicina, si cambia. Stiamo lavorando a una riforma organica che apra l'accesso con effetti positivi e stabili nel tempo, continuando a garantire la qualità dell'offerta formativa. Il nostro obiettivo è fornire agli studenti la possibilità di coltivare il proprio sogno e la propria vocazione a parità di condizioni. Ho condiviso queste e tante altre riflessioni con i senatori della commissione Istruzione che ringrazio per il grande lavoro e per l'ascolto", ha detto Bernini
- Per i particolari sulla “riforma organica” annunciata dalla ministra, quindi, bisogna attendere. Ma iniziano a emergere i primi dettagli sul nuovo ingresso a Medicina, dopo il fallimento dei Tolc Test e la richiesta, arrivata da più parti, di formare un numero maggiore di medici. Da quanto si apprende, l’intesa politica raggiunta sarebbe quella di dare una delega al governo per un decreto legislativo che metterebbe nero su bianco la nuova proposta per l'accesso a Medicina dall'anno accademico 2025-2026
- E nel frattempo? Per il prossimo anno accademico, in attesa del decreto, si continuerebbero a fare i test ma con la banca dati “aperta”. Come spiega Il Sole 24 Ore, i contestati Tolc-Med gestiti dal consorzio Cisia - dopo le polemiche e i ricorsi - dovrebbero andare in pensione e fare spazio al vecchio test cartaceo nazionale, ma riveduto. Anche in questo caso, dovrebbe arrivare (pare a breve) un decreto della ministra Bernini che disciplini le nuove prove per il 2024, in attesa della riforma complessiva del 2025
- Secondo Il Sole, il test del 2024 dovrebbe svolgersi in due date fisse: la prima potrebbe essere entro aprile e la seconda a luglio
- Come detto, per disciplinare le prove del 2024 dovrebbe arrivare un decreto della ministra. Dopo la pubblicazione, spiega Il Sole, le università avranno 60 giorni per organizzare la somministrazione dei quiz. I test dovrebbero prevedere 60 domande a risposta multipla: 4 di competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi; 5 di ragionamento logico e problemi; 23 di biologia; 15 di chimica; 13 di fisica e matematica
- Un’altra importante novità del 2024 rispetto al 2023 dovrebbe riguardare la banca dati: sul modello di quella usata per la patente, dovrebbe essere aperta. Il Sole spiega che “il Cisia, con l’aiuto della Crui, dovrebbe mettere a disposizione 3.500 quesiti per aprile e altrettanti per luglio”
- Ancora non si sa molto sui requisiti per partecipare: secondo quanto filtra, dovrebbero poter partecipare solo i diplomati e gli studenti di quinta. Questo sistema, come detto, dovrebbe valere solo per il 2024: per il 2025 dovrebbe arrivare la riforma complessiva di cui si sta discutendo
- L'idea per il futuro sarebbe quella di creare un sistema di sbarramento che preveda il superamento di una serie di esami caratterizzanti e un test nazionale: chi non li supererà, o non lo farà con voti sufficientemente alti, potrà iscriversi a un'altra facoltà. Il progetto, comunque, ha ancora una serie di dettagli tecnici da definire: dal numero e dal tipo di esami da superare, alla predisposizione o meno di un test nazionale e altro ancora
- Il ministero dell'Università ha chiarito che, nel frattempo, si proseguirà nell'apertura sostenibile dell'accesso, aumentando gradualmente il numero di iscritti, come fatto negli ultimi anni. Ma l'apertura senza filtri è considerata impossibile: ci sarebbe bisogno di un finanziamento di 2 miliardi l'anno per il solo adeguamento di strutture e didattica. L'Italia, ha sempre sottolineato Bernini, ha sì bisogno di medici ma di medici bravi: la qualità della formazione medica ha raggiunto livelli molto elevati e obiettivo della riforma è mantenerli tali