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Ilaria Salis, Farnesina: “Budapest valuti misure alternative”. Meloni sente Orban

Cronaca
©Ansa

La 39enne milanese si trova in carcere a Budapest da quasi un anno perché accusata di aver aggredito due estremisti di destra nella capitale ungherese. Ieri c’è stata un’udienza del processo e la donna è rimasta in aula in catene per tre ore e mezzo, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti. Quelle immagini hanno provocato sdegno e appelli affinché il governo Meloni intervenga. Al lavoro per i domiciliari in Italia. Garante detenuti attivato per evitare catene

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Ilaria Salis è una 39enne milanese che si trova in carcere a Budapest da quasi un anno perché accusata di aver aggredito due estremisti di destra nella capitale ungherese. Ieri, 29 gennaio, c’è stata un’udienza del processo e la donna è rimasta in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti. Quelle immagini, rimbalzate in Italia, hanno provocato sdegno e appelli affinché il governo Meloni intervenga. L’udienza è stata aggiornata al 24 maggio: la donna rischia fino a 24 anni di carcere. “Mia figlia viene trattata come un animale”, ha detto Roberto, il papà di Ilaria Salis (che incontrerà il presidente del Senato Ignazio La Russa il 2 febbraio). “Questa volta mi sembra che si sia ecceduto”, ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha spiegato che la diplomazia si stia muovendo. Una delle ipotesi è spingere per far concedere alla donna i domiciliari in Italia. Il ministro ha anche dichiarato che "il nostro ambasciatore ha chiesto al ministro della Giustizia ungherese di chiedere al procuratore generale di valutare le condizioni di detenzione di Ilaria Salis e di riferirgli a stretto giro. Aspettiamo una risposta". "Non commentiamo, sono questioni delicate", hanno detto fonti diplomatiche ungheresi interpellate dall'Ansa. In vista del Consiglio Ue straordinario del 1° febbraio, Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro ungherese Victor Orban. La premier ha portato l'attenzione del suo omologo sul caso. Il servizio statale penitenziario ungherese, intanto, ha parlato di “accuse false”. Pd, M5S e Italia Viva hanno chiesto un’informativa urgente. E anche Fiorello ha lanciato un appello per riportare la donna in Italia.

Avvocato: ambasciatore appoggerà richiesta dei domiciliari

Eugenio Losco, uno dei legali italiani di Ilaria Salis, ha spiegato che l’ambasciatore appoggerà la richiesta dei domiciliari (una prima domanda è stata rifiutata a giugno). “C'è stato un primo incontro con l'ambasciatore e per la prima volta c'è un concreto interesse ad appoggiare la nostra richiesta che Ilaria torni a casa e sia liberata. E questo si può realizzare con la misura dei domiciliari in Italia", ha detto l'avvocato. Ha aggiunto che all’incontro avuto oggi con l'ambasciatore Manuel Jacoangeli ha partecipato anche il padre di Ilaria Salis. "L'ambasciatore ha ora un primo incontro al ministero della Giustizia ungherese che affronterà il caso", ha annunciato. "L'ambasciatore ha dato la sua solidarietà anche umana", un intervento "un po' tardivo ma speriamo risolutivo", ha aggiunto l’avvocato.

Farnesina: Budapest valuti alternative al carcere

La Farnesina ha intanto fatto sapere che al ministero degli Esteri è stato convocato l'incaricato d'Affari della Repubblica di Ungheria. Il segretario generale della Farnesina, l'ambasciatore Riccardo Guariglia, "ha espresso la ferma aspettativa del governo" affinché a Salis sia accordato "al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere", spiega una nota. Intanto in Italia il Garante dei detenuti si è attivato, in contatto con gli omologhi meccanismi in Ungheria e con l'Ue, per un intervento preventivo sulla tutela del detenuto, affinché siano eliminate tutte le misure inumane e degradanti, come le catene ai polsi ai piedi della 39enne milanese.

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Tajani: “Violazione delle norme comunitarie”

Sulla vicenda è intervenuto anche Antonio Tajani. “Questa volta mi sembra che si sia ecceduto", si tratta di "violazione delle norme comunitarie" e non è "in sintonia con la nostra civiltà giuridica", ha detto il ministro degli Esteri in un'intervista a Radio Anch'io riferendosi alle catene in aula a Budapest. Secondo Tajani, "gli avvocati devono chiedere gli arresti domiciliari in Italia": “Prima vanno ottenuti, tramite gli avvocati, gli arresti domiciliari in Ungheria, poi si potrà pensare di trasformare gli arresti domiciliari in Ungheria in arresti domiciliari in Italia”. “Ho chiesto che ci sia il rispetto assoluto del diritto comunitario, perché trascinare in quella maniera un detenuto mi sembra che sia fuori luogo, non in sintonia con il nostro diritto comunitario" e "il rispetto di un detenuto deve sempre esserci", ha sottolineato Tajani. Se Ilaria Salis viene giudicata colpevole, “deve scontare la pena, ma il rispetto della persona, anche di un detenuto, deve esserci come di qualsiasi persona umana”, ha aggiunto. E ancora: "Non vogliamo intervenire nella giustizia altrui, ma siamo nell'Unione europea e ci sono diritti dei cittadini da rispettare. Noi non possiamo interferire sull'attività giudiziaria. Noi possiamo intervenire perché siano rispettate le norme comunitarie sul trattamento dei detenuti". Della vicenda Salis, ha concluso Tajani, "abbiamo già parlato con il governo dell'Ungheria. Nell'ultimo Consiglio europeo degli Affari esteri ho consegnato un documento al governo ungherese, chiedendo che si vigilasse sul rispetto delle regole. Noi non lasceremo la nostra concittadina in una condizione di mancato rispetto" e su questo "non possiamo transigere". "Dell'accompagnamento con le manette a mani e piedi l'abbiamo visto ieri, io non ero mai stato informato di questo. Abbiamo protestato che questo non accada" più, "vediamo dalla prossima volta che cosa faranno", ha precisato.

La Russa: in Ungheria Salis in condizioni di umiliazione 

"La nostra legge vieta che venga esibito il detenuto con le manette e in condizioni di umiliazione mentre questo non è avvenuto in Ungheria. Su questo credo sia giusto intervenire", ha detto in serata il presidente del Senato, Ignazio La Russa. E ha ribadito la necessità di "non umilare il detenuto, avere rispetto della dignità della persona anche quando è detenuta per reati gravi". 

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Amnesty: norma europea su domiciliari c’è ma è controversa

Riguardo alla possibilità dei domiciliari, il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury ha spiegato: “Potrebbe essere applicata una norma, la decisione quadro del 2009 del Consiglio europeo sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle 'misure alternative alla detenzione cautelare', che in questi casi prevede per il detenuto una serie di misure alternative, come i domiciliari. Essa potrebbe non necessariamente essere applicabile solo a condanna definitiva, ma anche prima. È sicuramente un discorso controverso, perché una recente sentenza della Cassazione ha sottolineato che, nell'ambito applicativo, il relativo decreto legislativo del 2016 si riferisce esclusivamente alle misure cautelari non detentive. È quindi importante che le autorità italiane esplorino tutte le possibilità derivanti dalla Decisione quadro del 2009". Anche i "Giuristi democratici", con due legali di Venezia ammessi al processo come Osservatori internazionali, hanno ricordato che "la Comunità europea ha stabilito la possibilità di ottenere gli arresti domiciliari nel proprio Stato, giustappunto perché non si verifichino disparità di trattamento tra cittadini europei, il cui pericolo di fuga non deve fungere da elemento discriminante".

Roberto Salis: “Ambasciata sapeva delle catene”

Roberto Salis, il padre di Ilaria, ha parlato ad Agorà su Rai Tre. “Credo che l'Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell'Ambasciata italiana in Ungheria", ha raccontato. "Mia figlia viene trattata come un animale", ha detto ieri Roberto Salis. Oggi, a Quarta Repubblica, ha aggiunto: “È stata torturata per 35 giorni, è stata lasciata con dei vestiti sporchi che le sono stati consegnati in questura, è stata otto giorni in cella di isolamento senza carta igienica, sapone e assorbenti. E in quei giorni ha avuto anche il ciclo".

Servizio statale penitenziario ungherese: “Accuse false”

"Le accuse mosse dai media italiani e ungheresi" sulle condizioni della detenzione di Ilaria Salis "sono false e l'organizzazione carceraria le respinge con forza", si legge invece in una nota del servizio statale penitenziario ungherese. Nel testo si bolla come "triste e immorale il fatto che queste calunnie siano riportate dalla stampa senza consultare la controparte". La nota cita le accuse di Carmen Giorgio, ex compagna di cella di Salis, che ha raccontato di letti pieni di cimici, topi, maltrattamenti e uso di catene da parte del servizio carcerario di Budapest. Il sistema penitenziario ungherese è sotto supervisione del ministero dell'Interno.

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Pg di Milano: “Risposte molto imprecise" su condizioni carceri in Ungheria

Intanto, il 12 febbraio la Corte d'Appello di Milano dovrà decidere sulla consegna o meno all'Ungheria del 23enne Gabriele Marchesi: anche lui è accusato di aver aggredito dei neonazisti durante una contromanifestazione a Budapest l'11 febbraio 2023. "Mi pare una risposta gravemente deficitaria rispetto alle domande dettagliate poste dalla Corte d'Appello, a domande molto precise sono state date risposte molto imprecise" sulle condizioni delle carceri in Ungheria, ha detto il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser a proposito della relazione arrivata oggi dalle autorità ungheresi ai giudici milanesi nell’ambito del procedimento in cui si deciderà o meno per l’estradizione del giovane. "Insisterò nel chiedere che Marchesi non venga consegnato", ha detto il pg. Marchesi è ai domiciliari da fine novembre in quanto destinatario di un mandato di arresto europeo (era stato arrestato a Milano).

La polemica politica

Tante le reazioni dei politici sulla vicenda Salis, tra sdegno e rabbia. "Vergogna. Non si fa. Ma non in Europa, in nessuno Stato e in nessuna parte del mondo. Vedere qualcuno in catene è orrendo e non ha senso. Ho pensato che Orban lo abbia fatto come provocazione. La nostra reazione dovrebbe essere più forte, anche visti i rapporti della nostra premier con Orban", ha detto Romano Prodi a Start, su Sky TG24. Tutte le opposizioni hanno chiesto durante la capigruppo del Senato che si svolga una informativa della premier Giorgia Meloni in Aula sulla vicenda, soprattutto visti i suoi rapporti con il primo ministro ungherese Viktor Orban. "Voglio sperare che voglia usare quel buon rapporto per riportare Ilaria Salis in Italia, nell'attesa di un giudizio", ha detto Emma Bonino. “Le scioccanti immagini di Ilaria Salis ammanettata in modo indegno nel tribunale di un Paese di cui Giorgia Meloni si vanta di essere amica, ci lasciano esterrefatti. All'apertura dell'Aula chiederemo subito un'informativa urgente alla presidente del Consiglio”, ha annunciato Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera. Anche Italia Viva ha chiesto a Meloni un'informativa urgente. "È urgente che la presidente del Consiglio venga in Aula e ci spieghi come intenda muoversi con il presidente Orban. Dobbiamo sapere se l'Ungheria è ancora un Paese aderente all'Ue o meno. In ogni caso il governo italiano deve fare tutto il possibile per garantire i diritti di una nostra concittadina", si legge in una nota dei presidenti dei gruppi di Italia Viva al Senato e alla Camera Enrico Borghi e Davide Faraone. Un'informativa urgente è stata chiesta anche dal deputato del Pd Giuseppe Provenzano: "Meloni alzi il telefono e chiami il suo amico Orban". "Orban non c'entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente", ha commentato Tajani. In giornata hanno anche molto fatto discutere le parole del vicesegretario della Lega Andrea Crippa, secondo cui: "Spiace per il trattamento riservato a Ilaria Salis e ci auguriamo sappia dimostrare la propria innocenza. Però ogni Paese punisce come vuole e non compete a me giudicare quello che si fa in altri Paesi". "Non commentiamo sui casi individuali", ha detto invece un portavoce della Commissione Europea. 

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L’appello di Fiorello

Un appello per Ilaria Salis è arrivato anche da Fiorello, che ha aperto la puntata di VivaRai2! Parlando del caso. "È stata arrestata perché ha menato due neonazisti, due naziskin... ma non si toccano i naziskin! Tra l'altro neanche l'hanno denunciata, si vergognavano a dire 'Siamo stati menati da un'attivista italiana'. Tajani, muovetevi perché la vogliamo a casa. È in carcere da un anno e non ha fatto niente", ha detto lo showman.