Femminicidio Giulia Tramontano, processo a Impagnatiello. Famiglia chiede ergastolo
Il 30enne ex barman, imputato per l'omicidio della fidanzata incinta di 7 mesi, è arrivato questa mattina nell'aula della Corte d'Assise di Milano. Nelle sue dichiarazioni spontanee, ha chiesto scusa per la sua "disumanità". Si sono registrati momenti di caos, tanto che si è deciso di spostare l'udienza in una maxiaula. E le telecamere non sono state ammesse. Presenti i famigliari della vittima
- Oggi si è tenuta la prima udienza del processo ad Alessandro Impagnatiello, il 30enne ex barman in un hotel di lusso, imputato per l'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi e uccisa a Senago, con 37 coltellate. L'uomo è arrivato questa mattina nell'aula della Corte d'Assise di Milano. Niente telecamere in aula, come hanno deciso i giudici
- Detenuto a San Vittore, Impagnatiello è arrivato accompagnato dagli agenti della Polizia penitenziaria. Per alcuni istanti, il 30enne, una volta arrivato in aula, ha pianto. “Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio”, ha detto l'uomo, nelle sue dichiarazioni spontanee
- "Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza", ha detto Impagnatiello. "Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità. Ero sconvolto e perso. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono". In foto, sopralluogo di giugno 2023
- Nell’aula si sono registrati anche momenti di caos: poco prima dell'inizio dell'udienza, i giornalisti e i curiosi sono stati fatti uscire. Tutti i famigliari di Giulia Tramontano, durante una pausa, si sono abbracciati. La corte intanto, dopo il caos organizzativo della prima parte dell'udienza, ha deciso, a seguito dell'intervento del presidente del tribunale Fabio Roia, di spostare l'udienza nella maxiaula della prima Corte d'Assise d'appello. In foto, Chiara Tramontano, sorella di Giulia
- I famigliari di Giulia Tramontano auspicano che la "condotta sia sanzionata come merita". Lo ha spiegato il legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti prima dell'inizio della prima udienza del processo. La famiglia di Giulia chiede che Impagnatiello venga condannato all'ergastolo. In foto, l'annuncio dei funerali di Giulia e del suo bambino
- Chiara Tramontano, sorella di Giulia, mentre Impagnatiello parlava, è uscita dall'aula. Poco dopo è uscito anche il padre. Ad ascoltare le sue parole sono rimasti la mamma Loredana e il fratello Mario, in piedi e vicini. "Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura", ha poi spiegato Chiara Tramontano, in una storia Instagram pubblicata dopo la prima udienza del processo. In foto, Giulia Tramontano
- Con i cronisti, prima di entrare nell'aula, ha parlato l'avvocato ed ex pm Antonio Ingroia, che rappresenta il Comune di Senago, il quale chiede di essere parte civile. "E' una scelta importante e coraggiosa quella del Comune - ha detto Ingroia - i cittadini di Senago sanno da che parte stare, si vuole incoraggiare tutti i Comuni di Italia a dimostrare che si sta dalla parte giusta". È evidente, ha aggiunto l'ex pm siciliano, la "premeditazione lucida e spietata, è un esempio di brutalità"