25 novembre, da Milano a Roma: l'Italia in piazza contro la violenza sulle donne. FOTO
Le manifestazioni per la Giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne hanno attraversato il Paese. la partecipazione è stata molto sentita, sulla scia dei numerosi femminicidi registrati in Italia, da ultimo quello di Giulia Cecchettin. In 30mila nel capoluogo lombardo: "Il patriarcato uccide". "Siamo almeno almeno 500mila", hanno dichiarato le organizzatrici del corteo promosso nella Capitale da "Non una di meno", durante il quale ci sono stati momenti di tensione davanti alla sede di "Pro Vita"
- L’Italia è scesa in piazza per la Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne: le manifestazioni e i cortei di oggi, 25 novembre, hanno attraversato tutto il Paese, da Milano a Roma. Quest’anno la partecipazione è stata ancora più sentita, sulla scia dei numerosi femminicidi che si sono registrati in Italia, da ultimo quello di Giulia Cecchettin. In foto: Milano
- Uno dei primi appuntamenti della giornata è stato a Milano. Già in mattinata, in centro città, nella zona di Largo Cairoli, si sono riunite - secondo i primi dati - 30mila persone
- Donne, uomini, giovani, famiglie si sono ritrovati alla manifestazione ribattezzata ‘Il patriarcato uccide’: c'è chi ha portato un palloncino rosso, chi si è messa un berretto, chi ha tracciato sul viso un segno rosso, chi ha messo al braccio un laccio sempre rosso. Sul palco è salito anche il sindaco Beppe Sala, insieme ad altri esponenti del Comune. In piazza anche Chiara Ferragni e Claudio Santamaria
- La manifestazione ha preso il via con la lettura di alcuni brani e poesie, come Se domani non torno dell’attivista peruviana Cristina Torres Cáceres, diventata virale dopo essere stata citata da Elena Cecchettin, sorella della ragazza uccisa poche settimane fa. Poi sono stati pronunciati i nomi delle oltre 100 donne uccise nel 2023
- Beppe Sala ha pronunciato il nome di Giulia Tramontano, un altro dei casi più discussi dell’anno, ammazzata dal fidanzato incinta di 7 mesi del suo figlio. "Per Giulia e tutte queste donne non facciamo un minuto di silenzio ma bruciamo tutto", hanno scandito più volte dal palco i partecipanti alla fine della lettura dei nomi delle vittime di femminicidio
- A Napoli il corteo promosso dalla Cgil Napoli e Campania è partito prima di pranzo da Piazza Vittoria. Presenti per l'amministrazione comunale di Napoli gli assessori Ferrante e Santagada
- In piazza del Plebiscito la manifestazione si è chiusa con i partecipanti che, tenendosi per mano, hanno formato un grande cerchio al grido di "rumore", la parola d'ordine dell'evento. Al centro della piazza, molte scarpe rosse in ricordo delle vittime dei femminicidi
- A Roma l'evento organizzato da Non Una Di Meno ha preso il via nel pomeriggio. Dal Circo Massimo il corteo è arrivato in piazza San Giovanni. "Siamo almeno 500mila", hanno detto le organizzatrici. In mattinata, alcune attiviste di Non Una Di Meno hanno esposto degli striscioni davanti alla sede Rai di via Mazzini: "Nostro il dolore vostro lo share" e "Vergogna". Poi sono state fermate dalle forze dell'ordine
- "Una straordinaria partecipazione alla manifestazione qui come nel resto d'Italia. È un segnale importante che il Paese chiede di fare un passo avanti contro la violenza di genere. La repressione non basta, bisogna insistere sulla prevenzione per sradicare la cultura patriarcale", ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, al Circo massimo
- A Roma si sono registrati momenti di tensione davanti alla sede di Pro Vita, in viale Manzoni, durante il corteo. Sono state lanciate bottiglie e fumogeni contro l'edificio che era presidiata dalle forze dell'ordine. Il gruppo di manifestanti si è poi allontanato. Sul posto blindati e agenti in tenuta antisommossa
- Il corteo per la Giornata del 25 novembre contro la violenza sulle donne a Torino ha visto la partecipazione di 15 mila persone, secondo "Non una di meno", 13 mila secondo la polizia. Una delle manifestazioni torinesi più partecipate degli ultimi tempi, secondo manifestanti, amministratori e forze dell'ordine. Molte le famiglie e tanti anche i bambini
- Il corteo è transitato davanti alla sede Rai, con diversi insulti nei confronti dei giornalisti, accusati di raccontare il fenomeno in modo sbagliato, e non sono mancati momenti di scontro con le forze dell'ordine. "Non staremo in silenzio davanti a un sistema che ci uccide e ci violenta quotidianamente", ha dichiarato una rappresentante al microfono in testa al corteo
- Affollato anche il corteo tenutosi a Genova, che ha preso di mira i corsi di autodifesa promossi dalla regione Liguria, guidata da Giovanni Toti. "Non siamo noi a doverci difendere", è stato uno degli striscioni della protesta
- L'iniziativa consisteva in prove gratuite di autodifesa insegnata alle donne da esperti di arti marziali. "Toti fallo tu il corso che arriviamo", "Toti finanzia i centri antiviolenza", "corsi di auto...controllo" e "autodifesa non è tutela, ma è gara a chi mena più forte": sono stati questi alcuni dei cartelli esposti dai manifestanti
- Sono state molte altre le città scese in piazza, come Messina, Parma e Ravenna (in foto)
- Molti i messaggi sugli striscioni legati al caso Cecchettin. "Turetta figlio sano di una cultura malata", si è letto ad esempio proprio a Ravenna. Proprio oggi, Turetta è stato portato nel carcere Montorio a Verona