Guide turistiche, arrivano esame ed Elenco nazionale. Ecco cosa cambia
Il Senato ha approvato il ddl collegato al Pnrr con la riforma della professione. La novità più grande è quella della nuova prova di abilitazione - in tre parti - che permetterà di essere iscritti a un unico elenco di rilevanza nazionale e di ricevere un tesserino per lavorare in tutta Italia. Come tutte le professioni regolamentate, sbuca poi l'obbligo di aggiornamento professionale. Il testo del ddl passa ora alla Camera
- Cambiano le regole per chi vorrà diventare una guida turistica: per svolgere la professione in futuro sarà necessario superare un unico esame nazionale di abilitazione – o essere in possesso di un titolo estero abilitante – ed essere così iscritto all’Elenco nazionale. Già oggi bisogna sostenere un esame di Stato, ma l'abilitazione è regionale
- È una delle principali novità contenute in un ddl approvato in Senato ieri, 15 novembre, in attuazione del Pnrr. Adesso il testo passa alla Camera
- I voti favorevoli sono stati 77 (quelli dei gruppi di maggioranza e di Iv), i no 6 (Avs), e 44 gli astenuti (M5s e Pd)
- Niente paura per chi è già guida turistica: non sarà necessario sostenere il nuovo esame. Verrà però richiesta l’iscrizione all’Elenco nazionale, ma basterà una semplice domanda
- Per chi invece si approccerà alla professione una volta (e se) il provvedimento diventerà definitivo, l’esame dovrebbe essere indetto direttamente dal Ministero del Turismo, almeno una volta all’anno (oggi la cadenza è biennale). Anche il nuovo esame sarà suddiviso, come già adesso, in tre parti: una prova orale, una prova scritta e un’ultima pratica
- Potrà accedere all’esame chi è in possesso di una laurea, anche triennale. Servirà poi certificare la conoscenza di almeno due lingue straniere, di cui una a livello C1 e l’altra a livello B2
- Una volta superato l’esame di abilitazione, si riceverà un tesserino con cui si potrà lavorare sul territorio di tutta Italia. Come le altre professioni regolamentate, le guide turistiche avranno l'obbligo dell'aggiornamento professionale, con cadenza triennale, da assolvere con corsi teorici e pratici organizzati dal Ministero
- Proprio sui corsi di aggiornamento il Senato si è diviso: c’è chi ha indicato anche le Regioni tra gli Enti chiamati ad organizzare i corsi, anche se sempre dietro linee guida del Ministero. Per questo i gruppi di opposizione si sono astenuti dal voto
- La riforma prevede poi l'attribuzione di uno specifico codice Ateco, da parte dell'Istat, per definire una puntuale classificazione delle attività inerenti alla professione
- Uno dei punti centrali del ddl è il contrasto all'abusivismo. Per questo si prevedono sanzioni da applicare per chi svolgerà la professione senza i requisiti necessari