Silvio Berlusconi, i figli accettano l'eredità e firmano: testamento è esecutivo

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Il fondatore di Forza Italia ha lasciato ai figli Marina e Pier Silvio la maggioranza e il conseguente controllo di un impero dal valore stimato in oltre cinque miliardi. L’accettazione è completa, cioè senza beneficio di inventario da parte di alcuno, opzione che avrebbe allungato di molto i tempi dell'esecutività del testamento. La firma è avvenuta presso la Villa San Martino di Arcore. Lock up di 5 anni in Fininvest

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I cinque figli di Silvio Berlusconi, Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi hanno accettato il testamento del padre, ultime volontà con le quali il fondatore di Forza Italia ha assegnato ai maggiori Marina e Pier Silvio la maggioranza e il conseguente controllo dell'impero, specie sul lato societario. La firma, sulla quale si è lavorato dalla morte di Berlusconi del 12 giugno scorso per arrivare a un'accettazione senza beneficio di inventario, è avvenuta presso la Villa San Martino di Arcore. Ora il testamento è esecutivo sugli oltre cinque miliardi di valore del patrimonio, tra società quotate, grandi investimenti immobiliari, titoli, opere d'arte e liquidità, con la conferma di una forte unità familiare.

I figli di Berlusconi: accettata eredità in totale armonia

Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi hanno reso noto di aver accettato l'eredità del padre, interpretandone le ultime volontà "in totale armonia per onorarne la memoria con profonda gratitudine, ispirandosi alla sua immensa generosità", si legge in una dichiarazione congiunta degli eredi. 

Accettazione senza beneficio di inventario

Dalla morte di Berlusconi, il 12 giugno scorso, legali e consulenti hanno lavorato per chiarire molti aspetti e valori del grande patrimonio: l'accettazione, presso la Villa San Martino di Arcore, è stata completa, cioè senza beneficio di inventario da parte di alcuno, opzione che avrebbe allungato di molto i tempi dell'esecutività del testamento.

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Per i figli di Berlusconi lock up di 5 anni in Fininvest 

L'accordo sottoscritto dai cinque fratelli Berlusconi per l'accettazione del testamento del padre Silvio prevede un patto parasociale che recepisce le intese raggiunte, tra le quali una clausola di 'lock-up', cioè un impegno a non vendere quote, di 5 anni, in virtù della quale nessuno dei fratelli modificherà le quote possedute nelle proprie holding e conseguentemente in Fininvest. Diverse fonti spiegano che tutti e cinque i figli pagheranno secondo la ripartizione di tutto il patrimonio le cifre previste dai legati lasciati dal padre, pari a 230 milioni complessivi, per Paolo Berlusconi, Marta Fascina e Marcello Dell'Utri. Ciò significa che Marina e Pier Silvio contribuiranno per il 26% ciascuno, mentre Barbara, Luigi ed Eleonora per il 16% ciascuno. A quanto si apprende, per tutte le proprietà vige un regime di comunione per almeno 5 anni.

Dividendi Fininvest al 50% alla holding, al 50% ai figli 

Redistribuzione del 50% dei dividendi di Fininvest ai cinque figli secondo la divisione su tutto il patrimonio di 52% per Marina e Piersilvio e 48% per Barbara, Eleonora e Luigi. È questo, secondo quanto si apprende da fonti vicine alla famiglia, uno dei passaggi dall'ampio accordo tra i figli di Silvio Berlusconi per l'accettazione del testamento, con l'aggiunta che si procederà anche a una modifica dello statuto e a una governance che consenta più garanzie per la minoranza, con un'adeguata rappresentanza in consiglio di amministrazione e in collegio sindacale della minoranza, cioè di Barbara, Eleonora e Luigi. A quanto si apprende, dopo le firme all'accordo è stata espressa "grande soddisfazione e unità da parte di tutti i cinque figli", che sostanzialmente si occupano di cose diverse e hanno interessi diversi. Secondo le stesse fonti, i tre fratelli più giovani sono contenti che Pier Silvio e Marina portino avanti le attività 'storiche', perché loro sono concentrati su società che si occupano di tutt'altro, cioè nuove tecnologie, finanza e business innovativi.

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Il patrimonio e le mosse future

La parte più consistente del patrimonio è contenuta in Fininvest, con 2,8 miliardi di capitalizzazione di Borsa delle partecipate, che diventano quasi quattro miliardi considerando anche le quote detenute da Mfe-Mediaset in altri gruppi, cioè Ei Towers e Prosieben. Il patrimonio immobiliare è stimabile in circa 700 milioni, concentrato soprattutto nella holding Dolcedrago, più la liquidità. Infine gli yacht e soprattutto i molti quadri acquistati negli anni da Berlusconi. Di fatto Marina e Pier Silvio avranno in due il 53% circa del patrimonio, con il conseguente controllo attraverso Fininvest sulle quote delle società, e i figli Barbara, Eleonora e Luigi avranno una disponibilità personale molto importante. Fininvest detiene il 48,6% di Mfe-Mediaset (blindata con circa il 50% dei diritti di voto), il 53,3% di Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum, con il gruppo televisivo che conserva tra le partecipate anche il 40% di Ei Towers e quasi il 30% della tedesca Prosieben. I primi dossier aperti o da aprire a breve sono quelli della squadra di calcio del Monza, sulla quale le trattative per la cessione proseguono. Poi c'è la partecipazione in Ei Tower per arrivare a una possibile fusione con Rai Way.

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