Testamento Berlusconi, Veronica Lario: "Non ne sapevo nulla, non c’entra con il divorzio"
CronacaNel documento del 2006 non compare il nome dell’ex moglie del fondatore di Forza Italia, nonostante i due si siano separati nel 2009 per poi divorziare nel 2014. Ma Lario ha precisato che non esiste "una correlazione fra la volontà testamentaria di Silvio Berlusconi dell'ottobre 2006 e la lettera con la quale nel maggio del 2009 presi le distanze dai comportamenti del mio ex marito"
Veronica Lario non sapeva nulla "fino a due giorni fa" del testamento redatto dall’ex marito Silvio Berlusconi nel 2006. Un documento nel quale, oltre all’assenza di Luigi tra i figli a cui viene chiesto di donare 100 milioni alla compagna Marta Fascina e 30 milioni a Marcello Dell'Utri, non viene menzionata Veronica Lario, che si separò dall’ex presidente del Consiglio nel 2009 per poi divorziare nel 2014.
Veronica Lario: "Nessuna correlazione fra testamento e divorzio"
La precisazione di Veronica Lario è arrivata dopo che alcune ricostruzioni di stampa hanno sostenuto che le basi del divorzio siano nate proprio per l’assenza del suo nome nel testamento del 2006. L’ex moglie di Berlusconi ha fatto però sapere che non esiste "una correlazione fra la volontà testamentaria di Silvio Berlusconi dell'ottobre 2006 e la lettera con la quale nel maggio del 2009 presi le distanze dai comportamenti del mio ex marito", perché lei del testamento non sapeva nulla fino all’apertura avvenuta pochi giorni fa.
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La famiglia e Forza Italia
Le dichiarazioni di Veronica Lario arrivano mentre la famiglia riflette su come analizzare il patrimonio lasciato da Berlusconi e sul futuro rapporto con Forza Italia, che sarà guidata da Antonio Tajani. Pier Silvio Berlusconi smentisce un suo impegno diretto in politica, anche se in qualche modo è tentato, in un futuro nel quale non ci fosse un governo figlio di un chiaro mandato elettorale come l'attuale e comunque "amico". Marina mantiene contatti diretti al massimo livello, ma quello politico non è un mondo che l'attira, da sempre impegnata alla guida delle aziende e ora con un ruolo ancora più marcato di primogenita in conseguenza delle scelte testamentarie del padre, che ha assegnato di fatto circa il 60% a due dei cinque figli, con tutti i fratelli che stanno riflettendo sui passi ora da compiere. Più rapida è stata invece Forza Italia nel decidere che sarà Tajani la guida del partito: il comitato di presidenza ha approvato all'unanimità il documento che sarà illustrato al consiglio nazionale con la candidatura dell'attuale ministro degli Esteri come leader.
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Mediaset guarda a Germania e Spagna
Intanto le aziende fondate da Berlusconi guardano all’estero. In Germania Mfe-Mediaset ha acquistato con un investimento di circa 800 milioni quasi il 30% del gruppo media Prosieben. Il Biscione è entrato nel Consiglio di sorveglianza e la possibile espansione in Germania viene ritenuta meno difficile dopo la scomparsa del fondatore, descritto da alcuni come una figura ingombrante a Berlino. Per ora Fininvest guarda soprattutto ai risultati economici, con Mfe che pubblicherà a inizio agosto i conti sul primo semestre in miglioramento. In Borsa i titoli si muovono sulla parità senza "appeal speculativo" dopo il controllo blindato nella mani di Pier Silvio e Marina. E, con i mercati tranquilli, il Biscione pensa di rafforzarsi in Spagna, dove studia di sbarcare nel settore radio, come già fatto in Italia. L'amministratore delegato di Mfe non ha smentito un interesse per la parte radio di Prisa, che "se sarà messa in vendita sarà valutata", ha detto Pier Silvio Berlusconi.