“Se i ragazzini si sono alimentati di pornografia fin dalla loro tenerissima età, allora poi di cosa ci meravigliamo? Intanto la pornografia l'hanno prodotta, l'hanno venduta, l'hanno voluta e utilizzata gli adulti. Allora il problema chiama in causa gli adulti, siamo noi sul banco degli imputati, non i bambini”, ha detto il parroco commentando il provvedimento approvato dal governo dopo gli episodi di violenza e stupri delle scorse settimane
“Abbiamo avuto questo decreto, certamente poteva essere fatto meglio, non affronta tutti i problemi: il fatto stesso che la pornografia non abbia trovato posto mi ha fatto molto soffrire perché per chi conosce la realtà, questa realtà, sa molto bene che quando la famiglia abdica alla fatica dell'educazione ci pensa la strada e ci pensano i telefonini”, ha detto a Sky TG24 don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, commentando il cosiddetto 'decreto Caivano' approvato ieri dal consiglio dei ministri dopo gli episodi di violenza e stupri delle scorse settimane.
Don Patriciello: “Il problema chiama in causa gli adulti”
Proprio al Parco verde di Caivano, a fine agosto, due bambine di 10 e 12 anni sono state violentate, i presunti autori dello stupro sono due ragazzi di 18 e 19 anni. “Se i ragazzini si sono alimentati di pornografia fin dalla loro tenerissima età, allora poi di cosa ci meravigliamo? - si è chiesto il parroco – Intanto la pornografia l'hanno prodotta, l'hanno venduta, l'hanno voluta e utilizzata gli adulti. Allora il problema di questi bambini chiama in causa gli adulti, siamo noi sul banco degli imputati, non i bambini. La domanda che ci facciamo è dove stavano i genitori? Dove stavano le istituzioni?”, ha continuato il sacerdote.
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“A Caivano non c'è nulla, nemmeno la fermata dell'autobus”
“A Caivano non c'è nulla – ha poi sottolineato il parroco – Quando c'è stato il terremoto dell'Irpinia nel '80 si sono prese le famiglie povere di quei luoghi e ammassate qui. In questi luoghi non c'è nulla, nemmeno la fermata dell'autobus, non c'è una farmacia. Niente. C'è la Chiesa, la scuola e la caserma dei carabinieri, che in un anno ha fatto 200 arresti, ma la realtà non è fatta solo di arresti, ci vuole un supporto alle famiglie”, ha aggiunto don Patriciello.