Incidente Casal Palocco, youtuber al gip: "Sono distrutto per quello che è successo"

Cronaca
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Il 20enne, lo scorso 14 giugno, era alla guida del Suv che ha travolto una Smart uccidendo un bimbo di 5 anni. Il giudice ha ascoltato per un'ora e mezzo la versione del giovane, indagato per omicidio stradale aggravato, che al momento è ai domiciliari. Rischia tra i 2 e 7 anni. Si cerca di accertare quanto emerso dalle perizie tecniche. Ieri l’ordinanza del gip ha rivelato che l’auto andava a 124 km/h. Il legale: "Questa è una tragedia per tutti"

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Oggi nel tribunale di Roma si è svolto l’interrogatorio di garanzia per Matteo Di Pietro, il ventenne che lo scorso 14 giugno era alla guida del Suv Lamborghini che ha travolto una Smart, uccidendo nell’impatto un bimbo di 5 anni e ferendo la mamma e la sorellina del piccolo. L'interrogatorio è durato circa un'ora e mezza, il giovane è comparso davanti al gip Angela Gerardi e ha dichiarato: "Sono distrutto per quello che è successo". Il legale dello youtuber ha evidenziato dopo l'interrogatorio di garanzia come questa sia "una tragedia per tutti. Il mio assistito è distrutto così come la famiglia del bimbo: sono due famiglie distrutte. In questa questa attendiamo l'esito delle consulenze tecniche disposte dalla Procura sui dispositivi sequestrati e sulla velocità del Suv". Di Pietro, indagato per omicidio stradale aggravato, al momento è ai domiciliari. Rischia una pena compresa tra i 2 e 7 anni. Si stanno cercando conferme alle perizie tecniche, per appurare la velocità dell’auto e se il conducente fosse stato invitato dagli amici a rallentare. C’è anche da chiarire il giallo della sparizione della telecamera che dal Suv riprendeva la “challenge” che il gruppo di youtuber stava facendo.

L’ordinanza del gip

Ieri intanto è arrivata l’ordinanza con cui il gip ha disposto gli arresti domiciliari per il 20enne. Si legge che in 14 secondi il Suv guidato da Matteo Di Pietro, con a bordo altre 4 persone, ha raggiunto i 124 km orari, pochi istanti prima dell’impatto con la Smart. La misura cautelare per il conducente è scattata per il pericolo di reiterazione del reato, considerata l'"inconsapevolezza" del ragazzo, e per l'inquinamento delle prove, tenuto conto che "sono sparite le telecamere dal Suv". Nell'atto del giudice, che cita testimonianze e risultanze investigative, viene ricostruito quanto avvenuto nell’incidente, avvenuto mentre sul Suv gli youtuber erano intenti a fare riprese con telecamere e cellulari da postare sui social la "sfida" del collettivo TheBorderline. L'assenza di tracce di frenata - scrive il giudice - dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell'avvistamento dell'auto in prossimità del punto in cui si è verificato l'incidente". Per il gip, inoltre, la madre del piccolo aveva "inserito la freccia prima di svoltare" così come riferisce l'autista di un bus Atac.

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Cosa dice il giudice

Il gip conferma che l’auto era stata noleggiata con "l'unico ed evidente fine di impressionare e catturare l'attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati". Circostanza questa della velocità sottolineata anche dal fatto che, si legge nell'ordinanza, "alcuni dei passeggeri presenti all'interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h". Alla luce soprattutto della velocità il gip precisa che la condotta di Di Pietro, indipendentemente dal comportamento della conducente dell'utilitaria, deve ritenersi causa del terribile incidente mortale "a prescindere dall'eventuale accertamento di concause eventualmente ascrivibili alla Smart". Tra le tante testimonianze riportate, oltre a quelle utili insieme alle perizie per ricostruire l'impatto, anche alcune che hanno dato conto degli istanti dopo l'incidente. "C'è un uomo che dice di avere sentito un ragazzo dell'età di circa 20/25 anni con i capelli castano scuro e con maglia scura il quale avvicinatosi dice: “Non ti preoccupare pagheremo e sistemeremo tutto". Parole pronunciate, secondo il teste, sulla scena dello schianto.

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Di Pietro ha “indole trasgressiva, potrebbe rifarlo”

"Il tratto trasgressivo dell'indole dell'indagato" rende "indispensabile l'adozione di una misura cautelare" per "fronteggiare il pericolo di reiterazione" del reato. Nell'ordinanza cautelare, 11 pagine scritte dal gip di Roma, Angela Gerardi, viene delineato il comportamento tenuto da Matteo Di Pietro, alla luce anche delle tracce di cannabinoidi trovate nel sangue del ragazzo e che hanno portato gli inquirenti a disporre verifiche di 'secondo livello' per accertare la quantità della sostanza assunta e a quando risale. Gli arresti domiciliari, a detta del giudice, sono la misura adeguata per il giovane che già in passato aveva messo in atto 'sfide' da postare online con il gruppo Theborderline mettendo a repentaglio l'incolumità "sua e degli utenti della strada". Una personalità definita dal magistrato "non tranquillizzante" alla luce del fatto che la sua fonte di reddito è legata alla realizzazione di video da pubblicare nel canale social che poteva contare su oltre 600 mila follower. Per il giudice "sussiste, quindi, il pericolo di inquinamento delle prove, così come ritenuto dal pubblico ministero, tenuto conto del mancato rinvenimento, all'interno della Lamborghini, delle due telecamere GoPro utilizzate per la registrazione dei video che, per come riferito dagli amici di Di Pietro erano in funzione e al momento dell'incidente utilizzate da uno di loro". Telecamere che forse sono state cercate dagli inquirenti nelle perquisizioni disposte pochi giorni dopo sia nell'abitazione dell'indagato, sia in quelle dei suoi amici che erano con lui sul bolide preso a noleggio, sia nella sede della società di cui era amministratore.

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