I dati diffusi da Istat confermano il calo dell'inflazione in Italia, che torna al 7,6% come a marzo 2023: un rallentamento influenzato soprattutto dalla riduzione dei prezzi dei beni energetici. Per il carrello della spesa invece l'inflazione scende più lentamente: i rincari sono pari all'11,2%
In Italia l’inflazione è in calo e, dopo la risalita registrata ad aprile, torna a toccare lo stesso livello di marzo 2023: +7,6%. Lo confermano i nuovi dati Istat, secondo cui questo rallentamento sarebbe influenzato, principalmente, dalla riduzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e, in misura minore, da quella dei costi degli alimentari lavorati e degli altri beni. Nel carrello della spesa, invece, la diminuzione appare più lenta: a maggio i rincari sono pari all’11,2%.
I dati Istat
Il calo dell’inflazione si deve soprattutto, come già precisato, alla diminuzione dei prezzi dei beni energetici che sono scesi dal 26,6% al 20,3%, insieme a quelli gli alimentari lavorati (passati dal 14% al 13,2%), degli altri beni (da 5,3% a 5,0%), dei servizi relativi ai trasporti (da 6,0% a 5,6%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da 6,9% a 6,7%). Mentre l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra una lieve decelerazione: da 6,2% a 6,0%.
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Il commento
Dopo la pubblicazione dei dati dall’Istat è arrivato subito anche il commento di Codacons: "L'inflazione scende solo grazie al rallentamento dei beni energetici, con quelli non regolamentati che a maggio frenano dal +26,6% al +20,3%. Un effetto ottico, dunque, che altera il dato sull'inflazione, dimostrato dall'andamento degli altri comparti", ha detto il presidente Carlo Rienzi. "I numeri dell'Istat non possono rassicurare gli italiani – continua – perché la frenata dell'inflazione è da attribuire unicamente all'effetto ottico dell'energia, mentre per i beni più acquistati dalle famiglie i prezzi continuano a rimanere su livelli preoccupanti".
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Le città più care d’Italia
Sulla base dei dati territoriali Istat sull’inflazione di maggio, Unione consumatori ha stilato una graduatoria delle città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. In testa alla classifica c’è Milano: pur registrando un’inflazione tendenziale pari al 7,9%, il capoluogo lombardo possiede la più alta spesa aggiuntiva annua, equivalente a 2.145 euro per una famiglia media. Al secondo posto troviamo Genova con il record di inflazione (al 9,5%) e un aumento della spesa pari a 2071 euro per nucleo familiare. Sul terzo gradino del “podio” c’è Bolzano, la cui spesa supplementare equivale a 2046 euro annui a famiglia.