Il numero, superiore di circa 13.000 unità rispetto alle 69.700 del 2022, è quello previsto dal nuovo dpcm, ma secondo Confagricoltura "malgrado l'aumento nelle aziende agricole mancheranno ancora lavoratori sufficienti per le operazioni tardo primaverili ed estive"
Sono 82.705 i lavoratori extracomunitari attesi in Italia in occasione del 27 marzo, il giorno del click day previsto dal decreto flussi. Il numero, superiore di circa 13.000 unità rispetto alle 69.700 del 2022, è quello previsto dal nuovo dpcm di programmazione transitoria dei flussi. Le quote per lavoro stagionale attese principalmente nelle campagne, oltre che nel settore turistico alberghiero, ammontano a 44.000 unità (contro le 42.000 dello scorso anno) delle quali 1.500 riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale. Si tratta di ingressi che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione.
Confagricoltura: "Occorre almeno il triplo di manodopera disponibile"
Sebbene gli arrivi attesi quest'anno superino quelli del 2022, per le organizzazioni agricole non sono comunque sufficienti rispetto alla domanda. Nelle campagne sarebbero necessari "almeno centomila giovani", rileva il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. "È una necessità da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge", ha affermato il presidente. Centomila è anche la cifra indicata dalla Confagricoltura, che ha chiesto una revisione del decreto flussi e secondo la quale, "malgrado l'aumento, rispetto allo scorso anno, delle quote del Decreto flussi, nelle aziende agricole mancheranno ancora lavoratori sufficienti per le operazioni tardo primaverili ed estive". Per il presidente dell'organizzazione agricola, Massimiliano Giansanti, "occorre almeno il triplo di manodopera disponibile e adeguatamente qualificata", considerando che si prevede un numero di domande superiore rispetto all'offerta. Un terzo della manodopera in agricoltura è di nazionalità straniera, con una crescita elevata di quella extracomunitaria, che rappresenta circa il 70%. Tra i Paesi di provenienza - riporta Confagricoltura - predomina l’Africa, in particolare Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali. Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell’Est Europa, in particolare Albania e Macedonia, e dall’Asia: India e Pakistan.