
Decreto flussi, in Italia sono arrivati 800mila lavoratori stranieri in 20 anni
Il provvedimento ogni anno stabilisce il numero massimo di cittadini stranieri provenienti dal Paesi extra Ue che possono fare ingresso in Italia dall’estero per lavorare. L’ultimo, approvato dal governo Meloni, ha fissato il tetto a 82.705 lavoratori, stagionali e non. Il picco più alto di ingressi certificati negli ultimi anni è quello registrato nel 2006, con 250mila persone

Dopo il naufragio dei migranti al largo di Crotone si è tornato a parlare delle modalità di ingresso in Italia per le persone di nazionalità straniera. Nello specifico, ad esempio, il ministro dell’Interno Piantedosi - in un’intervista a Il Corriere della Sera - ha detto: “Per occuparci concretamente della disperazione delle persone, così da evitare simili naufragi, ci siamo mossi sin dal nostro insediamento intensificando i corridoi umanitari e in soli due mesi abbiamo approvato il decreto flussi che consentirà l'ingresso regolare di 83.000 persone”
Naufragio Crotone, 66 morti. Polemica sui soccorsi, la Guardia costiera: “Nessun sos”
In Italia ci sono "tra i 300mila e i 500mila posti di lavoro disponibili" e questo "può dar vita a un'immigrazione legale", ha detto a La Stampa Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. I decreti flussi "vanno predisposti cercando prima di tutto di esaurire l'offerta interna", serve analizzare "quello che non riusciamo a colmare con l'offerta interna e poi scegliamo di far entrare regolarmente la forza lavoro da fuori. Per questo abbiamo deciso di lavorare sul nuovo decreto flussi, di cambiarne le regole"
Lollobrigida precisa di non aver mai parlato di un piano per migranti legali
Ma cos’è il decreto flussi? Si tratta di un provvedimento che ogni anno stabilisce il numero massimo di cittadini stranieri provenienti dal Paesi extra Ue che possono fare ingresso in Italia dall’estero per lavorare
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
L’ultimo decreto flussi, approvato dal governo Meloni, ha stabilito l’ingresso per 82.705 lavoratori, stagionali e non, di cui una quota riservata a 30.105 ingressi per lavoro subordinato non stagionale nei settori dell'autotrasporto, dell'edilizia, turistico-alberghiero, della meccanica, delle telecomunicazioni, dell'alimentare e della cantieristica navale per cittadini di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria
I 25 lavori più ricercati in Italia: la classifica
Inoltre, l’ultimo decreto flussi ha introdotto alcune novità aprendo le porte anche a cittadini stranieri che intendano costituire imprese start-up innovative e a liberi professionisti e imprenditori che vogliano attuare un piano di investimento che preveda l'impiego di risorse non inferiori a 500mila euro
Lavoro, Landini: "Serve la settimana di 4 giorni"
Non è escluso che nel prossimo futuro i numeri concessi dal decreto flussi possano aumentare considerevolmente, in virtù della volontà espressa dal governo di favorire ingressi di persone provenienti da Paesi pronti a stipulare accordi che prevedano il richiamo sul territorio di partenza degli irregolari
Il decreto Ong è legge: cosa prevede
In generale, il decreto flussi è stato uno strumento apprezzato da molte aziende italiane che grazie a esso hanno potuto programmare cicli produttivi complessi e avviare percorsi di formazione professionale
GUARDA IL VIDEO: Decreto flussi, 800mila lavoratori stranieri in 20 anni
Ma soprattutto dal 1998, anno della sua comparsa, il meccanismo del decreto flussi ha consentito di pianificare diversi cicli manufatturieri del nostro Paese, compreso un ambito decisivo come quello dell'agricoltura

Negli ultimi 20 anni il decreto flussi ha consentito l'ingresso di 800mila lavoratori stranieri, escludendo però, in totale, 1,2 milioni di addetti stagionali, anche se spesso si tratta delle stesse persone che hanno fatto il loro ingresso nel nostro Paese in anni diversi

Il picco più alto di ingressi certificati negli ultimi anni è quello registrato nel 2006, con 250mila unità, di cui solo 80mila stagionali. Poco prima, nel 2003, gli ingressi erano stati 79.500 (di cui 68.500 stagionali), nel 2004 115mila e 500 (50mila stagionali) e nel 2005 179mila (45mila stagionali)

Più alti i numeri del 2007, 237.175 (68.674), e del 2010 (181.580, di cui 83.500 stagionali); poi, dal 2012 si è assistito a una forte riduzione degli ingressi certificati di lavoratori, passando dai 47.650 del 2013 (con 30mila stagionali) fino ai 30.850 del 2018 (18mila), dato rimasto pressoché immutato fino al 2020

Gli addetti ai lavori calcolano poi “a pioggia”, nel corso degli anni, altri 2 milioni di ingressi non regolari di fatto autorizzati con sanatorie, come quella del 2003, scattate per l'impossibilità o l'incapacità di programmare un numero congruo di ingressi di lavoratori

Fuori da questo conteggio anche l'arrivo di addetti regolarizzati per altre ragioni, come i motivi umanitari o i ricongiungimenti familiari
Lavoro, in Italia si apre il dibattito sulla settimana corta