Migranti, cosa stabilisce il decreto flussi e quali sono i numeri

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L’ultimo decreto flussi approvato dall'attuale governo, ha fissato il tetto a 82.705 lavoratori, stagionali e non, uno dei numeri più alti degli ultimi anni

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Risale al 1998 il primo decreto flussi, ovvero il provvedimento che stabilisce il numero di cittadini stranieri che possono fare ingresso in Italia per svolgere attività di lavoro subordinato non stagionale e lavoro autonomo. Nel 2022 si parla di 83mila ingressi regolari, uno dei dati più alti degli ultimi anni.

I numeri del decreto flussi

In vigore da 25 anni (fu introdotto nel 1998) il decreto flussi ha registrato il dato più alto di sempre nel 2006 con circa 250mila ingressi, valori alti anche nel 2008 (150mila). Negli ultimi anni invece il numero si è abbassato, arrivando comunque ai quasi 83mila approvati dal governo Meloni per il 2022. Di questi 83mila i nuovi ingressi si possono sostanzialmente dividere equamente tra lavoro non stagionale autonomo e lavoro stagionale.

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Come si stabiliscono i numeri del decreto flussi

Per arrivare alle cifre indicate il governo procede alla produzione di un documento programmatico triennale, lavora su questo documento, ed emana un dpcm entro il 30 novembre dell’anno precedente che riguarda l’anno successivo. Il decreto flussi quindi si riferisce ai cittadini stranieri provenienti da paesi extra UE, nello specifico a lavoratori stagionali, autonomi o subordinati.

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Le novità introdotte

Da quest'anno ci saranno anche novità sull'iter da seguire per l'assunzione dei lavoratori. Infatti il datore di lavoro dovrà riferirsi  direttamente al centro dell’impiego e il via libera si verificherà solamente in caso di assenza di lavoratori disponibili a ricoprire quel ruolo nel territorio nazionale, o in caso di mancata risposta entro 15 giorni, solo allora si potrà richiedere il nulla osta per l’assunzione. Richiesta che potrà essere inviata quest’anno a partire da fine marzo, e riguarderà, a detta del ministro Piantedosi 83mila ingressi regolari, con l'idea che nei prossimi 5 anni si potrebbe raggiungere la quota dei 500mila.

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