La commissione Politiche europee ha respinto la proposta per il riconoscimento dei diritti dei figli anche delle coppie omogenitoriali e l'adozione di un certificato europeo di filiazione. La risoluzione, presentata dal senatore Giulio Terzi (FdI), è passata con 11 voti favorevoli e 7 contrari
La commissione Politiche europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento europeo per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l'adozione di un certificato europeo di filiazione. La risoluzione della maggioranza, contraria alla proposta di regolamento e presentata dal relatore, il senatore Giulio Terzi (FdI), è passata con 11 voti favorevoli e 7 contrari. Compatte sul no tutte le opposizioni. (STOP DELLE REGISTRAZIONI DEI FIGLI A MILANO)
Il regolamento Ue bocciato
Il testo della risoluzione presentata da Terzi, che è anche presidente della commissione, e condivisa dalla maggioranza sostiene che l'obbligo di riconoscimento del certificato Ue di filiazione non rispetti i principi di sussidiarietà e proporzionalità, per cui se venisse adottato sarebbe un'invasione del diritto europeo su quello nazionale. In particolare sulla maternità surrogata, forma di procreazione assistita a cui ricorrono coppie gay ed eterosessuali attualmente vietata in Italia e che si pensa venga aggirata con il via libera alla proposta di regolamento. Posizione opposta da parte delle minoranze. In particolare M5s, Terzo polo e Pd hanno depositato altrettante contro-risoluzioni e nel pomeriggio hanno chiesto di rinviare il voto a domani per convergere su una posizione unitaria a favore del regolamento Ue.
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Il Pd: “La maggioranza restringe il perimetro dei diritti”
"Il parere della maggioranza mette l'Italia accanto a Polonia e Ungheria restringendo l'ambito dei diritti. Questo regolamento proposto dall'Unione europea non andava a intaccare per nulla ordinamenti e leggi italiane ma semplicemente faceva in modo che i figli, con uno status di figli in un determinato Paese della Ue, potessero avere lo stesso status di figli nel Paese europeo dove si spostano con i loro genitori, quindi mettendo al primo posto sempre il diritto prioritario dei minori. La maggioranza non ci ha sentito e addirittura ha posto il tema che così si aprirebbero le porte alla maternità surrogata. Noi abbiamo ricordato in tutti i modi che non è il regolamento l'oggetto della discussione su quel tema", ha detto a capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi uscendo dalla commissione Politiche Ue. "La cosa che ci amareggia di più è che, come opposizione, abbiamo presentato 3 proposte - ha aggiunto - e chiesto di avere tempo per poterle unificare, essendo proposte molto simili, che potevano rafforzare un lavoro con la maggioranza che però non ha voluto sentirci".
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M5S: “La maggioranza porta l'Italia su asse di Orban”
"Con questa decisione Giorgia Meloni e i suoi adepti si assumono una responsabilità clamorosa: portare un Paese come l'Italia sull'asse di Orban e della Polonia sulla materia di diritti, mettendo sempre più in crisi la posizione dell'Italia sui tavoli europei. Oggi è un brutto giorno per la democrazia", hanno invece commentato i senatori del M5S membri della commissione Politiche Ue al Senato, Dolores Bevilacqua e Pietro Lorefice. "Quello andato in scena oggi pomeriggio in commissione Politiche Ue del Senato è stato l'emblema del peggior teatrino ideologico tipico del repertorio della destra - hanno aggiunto - Hanno continuato a sventolare ossessivamente la bandierina del pericolo di una apertura del nostro ordinamento alla maternità surrogata, quando il regolamento Ue non c'entra nulla con questo, ma semplicemente andava a riconoscere ai bambini gli stessi diritti su tutto il territorio europeo. È avvilente vedere come questa maggioranza sia in grado di strumentalizzare qualsiasi cosa passando sulla carne viva delle persone, in questo caso addirittura dei bambini".