Concita De Gregorio a “Belve”: “Ho avuto un cancro, porto la parrucca”

Cronaca

"Il momento più brutto è stato capire come dirlo al più piccolo dei miei figli che vive in Australia", ha raccontato la giornalista a Francesca Fagnani, rivelando per la prima volta alcuni dettagli della malattia. "Volevo farlo di persona, ma a quel tempo facevo una terapia molto fitta. Ho convinto i medici che mi avrebbe fatto meglio vedere mio figlio che fare la terapia senza vederlo"

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"Lo dico per la prima volta qui. È stato un anno impegnativo, mi sono operata ad agosto per un cancro e sono in cura. Ora indosso una parrucca". Questa la confessione della giornalista e scrittrice Concita De Gregorio durante la trasmissione “Belve”, condotta e ideata da Francesca Fagnani, in onda oggi, martedì 14 marzo, su Rai2. 

Il momento più brutto

"Volevo evitare che tutti si rivolgessero a me con aria dolente chiedendomi come stai. Perché quello è solo un pezzo della tua vita, non è tutta la tua vita", ha detto la neodirettrice di “The Hollywood Reporter Roma”. "Sono stata sul punto di chiamare il direttore, io preferirei avere i miei capelli", ha risposto De Gregorio quando le è stato chiesto cosa avesse pensato quando hanno scritto che aveva lo stesso taglio di capelli di Giorgia Meloni. Il momento più brutto? “È stato capire come dirlo al più piccolo dei miei figli che vive in Australia. Io volevo farlo di persona, ma a quel tempo facevo una terapia molto fitta. Ho convinto i medici che mi avrebbe fatto meglio vedere mio figlio che fare la terapia senza vederlo".

Gli anni a “L’Unità” e la vita privata

Tra gli altri temi toccati nel corso dell’intervista, anche un riferimento agli anni della direzione dell'Unità, con De Gregorio che si è trovata a dover risarcire i danni per articoli firmati dai suoi giornalisti e giudicati diffamatori dalla magistratura. "Ho pagato moltissimo, sto ancora finendo", ha rivelato. Sulla sua vita privata e il rapporto di coppia ha detto: "Io sarei per la libertà assoluta, se tutti fossero consapevoli che non esiste il possesso dell'altro sarebbe più semplice".

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