Si tratta di un documento diffuso dalla stampa ad aprile 2020, ma compiuto già a inizio febbraio e che parlava del rischio di centomila morti in Italia a causa del virus
Una sfuriata dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza dopo che venne rivelato ai giornali uno studio su centomila morti. Emerge dalle chat prese in esame nell'inchiesta sul Covid (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI) in corso a Bergamo. "Mi ha detto il ministro che non ha strillato mai così forte come con Urbani e gli ha fatto una nota ufficiale di rimprovero", è il testo di una chat riportata dal Corriere.
Documento secretato
Il documento in esame viene citato con nomi diversi nelle chat acquisite nell'inchiesta: "Scenari Merler", "Esercitazione teorica" e "Piano nazionale in risposta ad un’eventuale emergenza pandemica da Covid-19". Secondo quanto riporta il quotidiano, si tratta di un documento che a partire dal 12 febbraio 2020 era stato illustrato, aggiornato, integrato e soprattutto chiamato in diversi modi. È stato la base per consentire all’Istituto superiore di sanità, poche settimane dopo, di preparare un suo programma di risposta all’evoluzione della pandemia. A colpire erano i contenuti di quello studio, firmato da Stefano Merler, della Fondazione Bruno Kessler di Trento: considerando alcune variabili, nello scenario peggiore l’Italia avrebbe rischiato fino a 100 mila morti. Numeri che come tutto il documento furono classificati come "riservati".
La presunta sfuriata di Speranza
Il 21 aprile 2020 il direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Andrea Urbani, parlò del documento in un’intervista al Corriere della Sera. Una rivelazione che, secondo quanto raccontano le carte dell’inchiesta di Bergamo riportando le chat degli indagati, fece infuriare Speranza. A quanto emerso, il segretario generale del ministero, Giuseppe Ruocco, nei messaggi a un’altra funzionaria avrebbe scritto: "Mi ha detto il ministro che non ha strillato mai così forte come con Urbani e gli ha fatto una nota ufficiale di rimprovero. Per pararsi lui. Il piano segreto. Mi ha chiesto: ma come mai gli è venuta questa cosa? Io lo reputo uno dei migliori".
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"Dicono che siamo dilettanti allo sbaraglio"
Secondo quanto emerge dall'inchiesta, Patrizio Pezzotti, funzionario dell’Istituto superiore di sanità, il 12 marzo segnalò a Silvio Brusaferro, a Gianni Rezza e allo stesso Merler come "continuare a “secretare” quello che ha fatto Stefano con il suo splendido team ponga la nostra istituzione in una situazione complessa. Da una parte stiamo supportando seriamente il decisore politico ad attuare decisioni basate su scenari realistici, dall’altra il nostro silenzio mediatico su questo aspetto ci danneggia". Alcuni colleghi, scriveva, "dicono che siamo “dilettanti allo sbaraglio” senza un piano strategico!".
Il documento di Merler
A suggerire il consulto di Stefano Merler era stato Rezza, oggi alla guida della Prevenzione del ministero. Ai pm lo definisce "quanto di meglio abbiamo non solo a livello nazionale ma anche a livello mondiale", ricordando che "fece il documento, quello cosiddetto secretato, contenente gli scenari costruiti sulla base dei dati cinesi che aveva ottenuto". A conferma della stima per Merler, il 26 febbraio Rezza gli scrive che il suo lavoro è "molto importante". Il matematico tra l'altro aveva azzeccato i numeri perché in Italia furono superate le 100 mila vittime a marzo 2021.