Cgia: "Covid ha ridotto tempi/code agli sportelli pubblici"
Il Covid ha ridotto le file agli sportelli pubblici. Secondo la Cgia, su dati Istat, infatti, tra il 2019 e il 2021 il numero di cittadini che ha dichiarato di aver atteso più di 20 minuti davanti al bancone dell'ufficio anagrafe è sceso del 9,2%%, presso quello di una ASL del 17,5%%. Il dato è forse riconducibile al fatto che con la pandemia quasi tutti gli uffici pubblici hanno deciso di lavorare su appuntamento. Negli ospedali, invece, gli ingressi sono stati contingentati, contribuendo a diminuire le presenze complessive anche grazie al potenziamento dei call center telefonici e dei sevizi offerti su internet. Secondo la Banca d'Italia solo il 28% degli enti locali intervistati consente agli utenti di completare on line le pratiche amministrative e, se richiesto, di fare pagamenti via web., un sistema che però rimane ancora insufficiente. La posta cartacea continua ad avere un utilizzo rilevante: circa l'80% degli enti ne fa ancora ricorso nei rapporti con l'utenza, anche perché sono pochi i cittadini ad avere un indirizzo di posta elettronica certificata. Ad eccezione del Molise, le performance di tutte le ASL stanno migliorando, anche se le situazioni più difficili caratterizzano il Centro-Sud. Nel 2021 i tempi d'attesa più lunghi si sono verificati in Campania (60,6 persone ogni 100 che si sono recate presso una struttura sanitaria hanno atteso più di 20 minuti), in Molise (65,5), in Sicilia (65,8) e, in particolar modo, in Calabria (65,9). Le code agli uffici anagrafe, invece, si sono fatte "sentire" in particolar modo nei Comuni ubicati in Puglia (33,2 persone ogni 100 hanno denunciato di aver atteso oltre 20 minuti), Campania (34,1), in Sicilia (44,4) e, specie, nel Lazio (44,9). Tra le realtà regionali più virtuose notiamo, in entrambi i casi, il Friuli V.G, la Valle d'Aosta e, in particolare, il Trentino A.A.. Le criticità che si verificano in certi territori vanno ricercate negli effetti che caratterizzano moltissime leggi, decreti e circolari che, spesso in contraddizione tra loro, hanno aumentato a dismisura la burocrazia, complicando non solo la vita dei cittadini e delle imprese, ma anche quella dei dipendenti pubblici.