
Covid, in India presto distribuito il primo vaccino nasale: cosa sappiamo sullo spray
Approvato alcuni mesi fa, si chiama iNCOVACC e viene prodotto dalla Bharat Biotec. È spruzzato direttamente nel naso: i test hanno mostrato che il prodotto induce una vasta risposta immunitaria, sia delle cellule T che di quelle della mucosa nasale, sede primaria di penetrazione del virus Sars-Cov2

Si sta lavorando a nuovi farmaci anti Covid, fra cui alcuni somministrabili per via nasale. Agiscono sul sistema immune della mucosa del naso, che per prima incontra il virus

Secondo vari media internazionali ed americani, il primo vaccino nasale contro il Covid è stato lanciato a fine gennaio in India. Approvato alcuni mesi fa, iNCOVACC della Bharat Biotec viene spruzzato direttamente nel naso, senza quindi alcun uso di aghi
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I test hanno mostrato che il prodotto induce una vasta risposta immunitaria, sia delle cellule T che di quelle della mucosa nasale: proprio le narici sono la sede primaria di penetrazione del virus Sars-Cov2
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Secondo gli esperti, a livello globale sono in fase di sperimentazione circa una dozzina di vaccini nasali. Le indicazioni di stampa dicono che iNCOVACC verrà ora inserito nell'elenco dei vaccini contro i Covid disponibili in India per chi ha dai 18 anni in su. La sua distribuzione dovrebbe iniziare a giorni, nel corso di febbraio
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La rivista Nature ha pubblicato a dicembre una ricerca sull'acido ursodessiossicolico, comunemente utilizzato per la terapia delle vie biliari: è stata condotta prevalentemente su animali ma anche su polmoni umani perfusi con il farmaco, e indica che la sostanza è in grado di bloccare anche lì la via d'ingresso del virus nelle cellule
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Sul tema si era espresso anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs:“Stiamo lavorando perché i prossimi vaccini siano capaci di conferire un’immunizzazione a livello delle mucose e probabilmente si somministreranno come spray nasale”, aveva detto lo scorso gennaio intervistato da Libero

“I virus come Sars-CoV-2, virus respiratorio sinciziale e raffreddore comune si replicano soprattutto nella mucosa nasale", aveva proseguito Remuzzi. "Vuol dire che non arrivano a stimolare il sistema immune in modo così importante come i virus che si replicano dappertutto, morbillo e rosolia per esempio. Ecco perché l’immunità acquisita contro Sars-CoV-2 svanisce dopo un certo periodo”

In ottobre, la giornalista scientifica Roberta Villa aveva segnalato sul sito Fnomceo come non fosse stata ancora "indagata su una popolazione umana la capacità di questi prodotti di ridurre il rischio di trasmissione del virus, come in teoria si potrebbe sperare facciano, agendo sulle mucose, più di quanto facciano i vaccini utilizzati in Occidente"

Sulla rivista Cell Host & Microbe è stato inoltre pubblicato un articolo a firma dell’immunologo Anthony Fauci e di altri due esperti dell'Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive degli Stati Uniti (Niaid), Jeffery K. Taubenberger e David M. Morens. Si legge l’importanza di “pensare fuori dagli schemi" per sviluppare vaccini innovativi che agiscano direttamente sulle mucose respiratorie in modo da garantire una protezione più duratura contro Covid-19, influenza e virus respiratorio sinciziale (Rsv)

A differenza dei virus respiratori che causano il morbillo, gli orecchioni e la rosolia, per i quali il vaccino e la guarigione garantiscono una protezione decennale contro future infezioni, i virus come SarsCoV2, influenza e Rsv (così come i coronavirus del comune raffreddore) possono causare ripetute infezioni

Secondo i tre esperti bisogna quindi ripensare i vaccini di prossima generazione, cercando di capire meglio come questi virus respiratori così sfuggenti interagiscono con le difese immunitarie delle alte vie respiratorie rendendole tolleranti. Bisognerà poi cercare la formulazione ottimale per i vaccini, determinando dosi e tempi di somministrazione
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