Massoni, chi sono e perché se ne parla dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro

Cronaca
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Secondo Teresa Principato, ex procuratrice aggiunta di Palermo, il capomafia durante la latitanza ha potuto contare “su una rete di copertura di carattere massonico che lo ha protetto in tutto il mondo” e in passato “un collaboratore di giustizia massone ha parlato di una loggia coperta costituita proprio da Messina Denaro”. Poi c’è il medico Tumbarello, indagato ed ex membro - ora sospeso - del Grande Oriente d'Italia. Ma il Gran Maestro Bisi replica: “I magistrati parlano della massoneria cosiddetta 'deviata'”

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Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro fra i tanti aspetti di cui si è parlato c’è anche la massoneria. Teresa Principato, ex procuratrice aggiunta di Palermo, in un’intervista a Repubblica ha detto che il capomafia nel corso dei suoi 30 anni di latitanza ha potuto contare “su una rete di copertura di carattere massonico che lo ha protetto in tutto il mondo”. Secondo l’associazione Libera, il capitale economico del boss - stimato al 2020 intorno ai 4 miliardi di euro - è “cresciuto, anno dopo anno, grazie alla sua rete di fiancheggiatori fidati e soprattutto alla rete di protezione di gente che conta nel mondo della politica e della massoneria”. Il Gran Maestro Stefano Bisi che guida il Goi, ovvero il Grande Oriente d'Italia, la principale obbedienza massonica italiana, ha però precisato - in un’intervista all’Adnkronos - che “i magistrati fanno riferimento alla massoneria cosiddetta 'deviata' e non alla massoneria ufficiale”.

La massoneria in Italia

Con il termine massoneria altro non si intende che un’associazione di persone che ha precise regole, riti specifici ed è caratterizzata da un certo livello di segretezza. Secondo Ferruccio Pinotti, autore del libro Potere massonico. La fratellanza che comanda l’Italia: politica, finanza, industria, mass media, magistratura, crimine organizzato, “la gran parte di massoni è costituita da liberi professionisti di tanti campi. Si tratta di puro networking, di relazioni. La grande presenza di logge che c’è in tutta la realtà italiana costituisce un formidabile strumento di conoscenze. La fratellanza non è solo studio e crescita personale ma è anche concreto aiuto reciproco nel lavoro, nella professione”, ma “nelle sue forme più perverse può diventare strumento di affari poco puliti”. In Italia gli appartenenti alla massoneria sono circa 40mila, e sono tre le principali obbedienze (ovvero le associazioni): il Grande Oriente d’Italia (Goi), la Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori e la Gran Loggia Regolare d’Italia. Poi ci sono le logge, singoli gruppi che compongono le obbedienze. Nella storia contemporanea del nostro Paese una delle più note è la loggia P2, di natura eversiva, fondata da Licio Gelli all’interno del Goi con l’obiettivo di influenzare le decisioni dello Stato e del governo: ebbe un ruolo non trascurabile sia nella strategia della tensione che in alcune delle stragi avvenute in Italia tra gli anni ’60 e gli anni ‘80.

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La presunta loggia “La Sicilia” di Messina Denaro

Ma perché si parla di massoneria in relazione a Matteo Messina Denaro? L’ex procuratrice aggiunta di PalermoTeresa Principato ha detto a Repubblica di aver seguito le tracce del capomafia “dalla Sicilia al Venezuela, dall’Inghilterra alla Spagna. Attraverso le rogatorie abbiamo trovato tracce della sua presenza. Ma non lui”. E aggiunge: “In Venezuela, ad esempio, c’è una larghissima, intricata, realtà massonica. E sicuramente gli ambienti frequentati da Messina Denaro, siciliani trapiantati che gestivano un negozio di mobili molto fiorente, erano massonici. In Inghilterra, la massoneria è addirittura uno status. In Spagna invece ho qualche dubbio sul carattere massonico dei rapporti intrecciati da Messina Denaro con coloro che lo hanno ospitato”. Ma non finisce qui: “Un collaboratore di giustizia massone ha parlato di una loggia coperta costituita proprio da Messina Denaro che si chiamava ‘La Sicilia’ - dice Principato - Ci sono altri esempi di logge coperte, come la ‘Scontrino’, di cui facevano parte persone di ogni livello sociale. Lo stesso si può dire per ‘La Sicilia’. Questi suoi rapporti, ne sono convinta, lo hanno messo al riparo dal pericolo di essere rintracciato”. Tuttavia, al tempo, il collaboratore non era ritenuto credibile: “Non lo era su molti versanti - conclude Principato - ma la sua qualità di massone, il fatto che fosse stato cooptato in una delle logge di Castelvetrano mi fa ritenere più che attendibili le sue dichiarazioni su questo aspetto”.

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Il medico iscritto al Grande Oriente d'Italia

Di massoneria si parla anche per via di Alfonso Tumbarello, medico indagato nell'ambito dell'arresto di Matteo Messina Denaro. Faceva parte del Grande Oriente d’Italia, dal quale è stato immediatamente sospeso. Tumbarelllo aveva stilato una diagnosi per l'accesso di Andrea Bonafede - nome usato dall’ex superlatitante - all'Oncologia della clinica La Maddalena, a Palermo, dopo l'operazione che il boss aveva subìto nell'ospedale di Mazara del Vallo, ma fino a qualche mese fa era stato il medico del vero Andrea Bonafede. Poi c’è la notizia, riportata da Il Fatto Quotidiano, secondo cui il numero di cellulare dell’ex maestro venerabile della loggia Ferrer di Castelvetrano sarebbe stato trovato addosso a Giuseppe Luppino, l’autista che ha portato Messina Denaro alla clinica nel giorno del suo arresto. L’uomo, un urologo, ha detto al quotidiano di non essere più il responsabile della loggia e che, in ogni caso, il numero “se c’era, era per motivi urologici. Perché io lavoro da 42 anni. Il mio numero, tra l’altro, è su internet per pubblicità”.

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La massoneria nella provincia di Trapani

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, al momento le tre principali obbedienze massoniche hanno 16 logge nella provincia di Trapani, di cui tre a Castelvetrano - dov’è nato Matteo Messina Denaro -  e due a Campobello di Mazara, dove il boss viveva fino al giorno dell’arresto. A indagare sul rapporto fra massonerie e criminalità organizzata sono state, negli ultimi anni, due Commissioni parlamentari antimafia. Una, presieduta da Rosy Bindi, ha approfondito la situazione a Castelvetrano, dove nel 2016 quattro assessori comunali su cinque e sette consiglieri su 30 erano - legittimamente - iscritti ad alcune obbedienze. Stessa situazione di molte persone che lavoravano al Municipio, poi sciolto per infiltrazione mafiosa nel 2017. Nel 2016 Bindi ebbe un’audizione proprio con Bisi, al quale chiese come fosse spiegabile il fatto che Castelvetrano avesse la più grande concentrazione di logge massoniche in rapporto alla popolazione in Italia: “In quel comune si sono verificati dei fatti abbastanza incresciosi. Un consigliere comunale ha sostanzialmente dichiarato che avrebbe dato la propria vita perché non fosse catturato Matteo Messina Denaro.Se la massoneria è ciò che lei dice e io non dubito che sia ciò che lei dice, che cosa sta facendo per impedire che Castelvetrano resti il luogo che protegge la latitanza di Matteo Messina Denaro?”. Secca la replica di Bisi: “I fratelli che fanno parte di quella loggia non coprono certo la latitanza di questo super-ricercato e darebbero la vita perché venisse catturato, come darebbe la vita lei. Tuttavia, devo dire che potrei ribaltare la domanda: che cosa fanno i partiti lì presenti e che lei rappresenta?”.

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