Messina Denaro e quel poster de Il Padrino trovato in uno dei covi

Cronaca
Fabio Vitale

Fabio Vitale

La fascinazione dei boss di mafia per il capolavoro di Francis Ford Coppola, da Bernardo Provenzano all'ex primula rossa di Castelvetrano

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Quando alla fine degli anni Sessanta venne pubblicato il romanzo di Mario Puzo e qualche anno più tardi realizzata la sua traduzione cinematografica, alcuni si chiesero se “il Padrino” potesse alimentare il mito della mafia soprattutto tra i più giovani. Ravvisavano in quel capolavoro di Francis Ford Coppola il rischio potenziale di una fascinazione tra i ragazzi, soprattutto al Sud Italia, per quei malavitosi nati nella povertà e cresciuti nella ricchezza sulla pelle di onesti cittadini.

 

Nei covi le passioni del boss

 

Le indagini sulla cattura di Matteo Messina Denaro per un verso hanno mostrato aspetti inediti, legati soprattutto allo stile di vita del boss di Castelvetrano e alla sua latitanza, per l’altro hanno rispolverato antiche passioni dei vertici di Cosa Nostra.

Nel corso di una perquisizione all’interno di uno degli appartamenti usati da u Siccu, i carabinieri del Ros hanno trovato un poster col volto di don Vito Corleone nel primo atto della saga. Quella stampa ritrae Marlon Brando con il papillon e una rosa rossa sul bavero della giacca. Come il padrino descritto da Mario Puzo, anche Messina Denaro amava le apparenze. L’uomo di potere doveva essere rispettabile, quel “rispetto” che si deve a chi si teme. Elegante, pacato nei toni, sicuro di sé. Il linguaggio del corpo insomma ha sempre contato.

 

Tra realtà e finzione

 

Se vogliamo rintracciare i punti di contatto tra la finzione e la realtà, potremmo forse ritrovare il mafioso trapanese nel personaggio di Vincent Santino Corleone, interpretato da Andy Garcia nel Padrino III. Il nipote del boss, ormai anziano e malato, che scalpita per regolare i conti con i nemici e prendere le redini del clan, con qualche esuberanza mal tollerata dallo stesso capo famiglia, più propenso a mediare che a sparare negli ultimi anni della sua vita. Così come ha imparato a fare Messina Denaro una volta archiviata la stagione delle stragi del 1993.

Altre caratteristiche ricordano, invece, il figlio prediletto di don Vito, Michael, che ha provato a tenere insieme le varie anime criminali della galassia mafiosa americana, tramontato il regno del padre. Michael nel tempo aveva imparato a differenziare il business, puntando su corruzione e scambio di favori con la politica. Ecco, però, su questo l’immaginazione di Puzo era già stata ampiamente superata dalle strategie criminali della vera Cosa nostra.

Ma perché la scoperta dell’immagine di don Vito in quella casa di Campobello di Mazara non dovrebbe sorprenderci? Ad esempio, perché quando gli agenti del servizio centrale operativo della polizia di stato nel 2006 fecero irruzione nel covo di Bernardo Provenzano (una masseria di Montagna dei cavalli, nelle campagne di Corleone) recuperarono tra pizzini, cicoria e ricotta anche una cassetta con la colonna sonora composta da Nino Rota per la pellicola di Coppola. Di questo parlò anche Antonino Giuffrè, ai vertici dell’organizzazione fino al suo arresto avvenuto nel 2002, quando decise di collaborare con i magistrati. La sua scelta di pentirsi fece infuriare Messina Denaro al punto che il boss di Castelvetrano chiese ai capi delle famiglie palermitane la sua testa. Giuffrè svelò ai giudici gli interessi nascosti e il volto del vecchio e nuovo corso e poi si soffermò su alcuni dettagli di vita quotidiana dei latitanti. Nel corso di un interrogatorio raccontò come Bernardo Provenzano un giorno si presentò al cinema per l’uscita del “Padrino – Parte terza”. Accompagnato dall’amico di sempre, Pino Lipari, Binnu ‘u Tratturi (Provenzano) si confuse tra gli spettatori in sala per godersi il film con Al Pacino, Diane Keaton ed Andy Garcia. In questo terzo capitolo (uscì nel 1990) Michael vola a Roma e in Sicilia per riannodare i fili con alti prelati in Vaticano e con la famiglia d’origine.

Un cortocircuito, dunque, tra realtà e finzione che si ripete: padrini che vivono nel mito di altri padrini. Chissà se alla fine scopriremo chi ha ispirato chi.

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