
Il Procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha precisato che nei confronti delle "persone sottoposte a indagine" non sono stati acquisiti "elementi tali da consentire di convogliare le investigazioni in una precisa direzione: sarà l'accertamento genetico, sperabilmente, a fornire elementi utili a tal fine"

Si riapre il caso sull'Unabomber italiano, il bombarolo che tra il 1993 e il 2006 terrorizzò il Triveneto con almeno 30 attentati. La Procura di Trieste, infatti, ha chiesto al Gip di poter effettuare un incidente probatorio per sottoporre a indagine genetica 10 reperti tra gli oggetti sequestrati nell'ambito delle indagini sugli attentati a lui attribuiti per verificare se sia possibile identificarne il o i responsabili (nella foto, ipermercato Continente, a Portoguraro (Venezia), preso di mira da Unabomber il 19 novembre 2000)
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La notizia è stata resa nota dalla stessa Procura, che ha precisato che la richiesta è stata formulata dal pm Federico Frezza e che nel fascicolo risulta indagata "una persona la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare" e altre nove, cioè "tutti coloro che avevano rivestito tale posizione nel corso dei procedimenti avviati all'epoca dalla stessa Procura"
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Il Procuratore capo, Antonio De Nicolo, ha precisato nella nota che "nei confronti di nessuna delle dieci persone menzionate nella richiesta d'incidente probatorio come 'persone sottoposte a indagine' sono stati acquisiti elementi tali da consentire di convogliare le investigazioni in una precisa direzione: sarà l'accertamento genetico, sperabilmente, elementi utili a tal fine" (nella foto, l'interno del Duomo di Motta di Livenza con il porta ceri votivi dove è esplosa una candela elettrica, attentato del 2005 attribuito a Unabomber)
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Le persone che erano state coinvolte in passato sono state iscritte nel registro degli indagati per evitare di incappare in questioni di nullità o di inutilizzabilità. Le loro posizioni, comunque, all'epoca, erano state tutte archiviate

De Nicolo ha inoltre sottolineato che per tutti e dieci gli indagati, fino al termine dell'accertamento ogni "frettolosa attribuzione di responsabilità" sarebbe una "gratuita illazione" (nella foto, il comandante dei Carabinieri Maresciallo Gaetano De Patre fotografato a Porcia, in provincia di Pordenone, mentre controlla sui monitor a raggi x gli articoli nell'ambito delle operazioni di " bonifica " dell'Iperpercato dove un vasetto di Nutella esplose. L'attentato, attribuito a Unabomber, è avvenuto nel 2002)

Anche un'altra persona, ha spiegato la Procura di Trieste, ''è stata iscritta nel registro degli indagati sulla base di una fonte dichiarativa la cui attendibilità appare problematica ed è tutta da verificare'' (nella foto, agenti della scientifica alla ricerca di reperti tra i massi della diga frangiflutti del porto di Santa Margherita di Caorle, nel Veneziano, dove dove nel 2006 esplose una bottiglia, opera su cui si sospetta di Unabomber)

"Ho sempre chiesto che le indagini per cercare di scoprire il o i responsabili di queste vicende potessero proseguire. Ho fiducia nei confronti della Procura e degli uffici giudiziari di Trieste, spero sia possibile arrivare a qualche risultato", ha sostenuto Maurizio Paniz, ex parlamentare e avvocato di Elvo Zornitta, l'ingegnere ingiustamente accusato di essere l'Unabomber italiano dal 2004 al 2009 (nella foto, la polizia davanti al centro commerciale di Pordenone dove nel 2002 esplose una confezione di bolle di sapone che ferirono un bambino di 5 anni)

"Naturalmente - ha precisato Paniz - ho le perplessità che derivano dal decorso del tempo, dal modo di conservazione e trasporto dei reperti: sono tutte cose che a suo tempo verranno eventualmente esaminate, ma mi fa solo piacere che ci sia un seguito di analisi sulla situazione che nel tempo aveva non poco fatto soffrire l'ingegner Zornitta" (Nella foto, i controlli degli artificieri su un'ovetto di plastica, trovato abbandonato per terra a Treviso nel 2005 dopo un'eplosione)

Nella foto, l' ovetto giallo sul luogo dell'esplosione avvenuta nel 2005. L'attentato non causò feriti