Matteo Messina Denaro, individuato covo: è un bunker

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Lo avrebbero individuato i magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros. Sarebbe una sorta di rifugio all'interno di un'altra abitazione, oltre a quella scoperta ieri a Campobello di Mazara, presente nella stessa area. Gli inquirenti sarebero arrivati alla scoperta grazie all'analisi di una serie di dati catastali

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I magistrati della Procura di Palermo, i carabinieri del Ros e il Gico della Finanza avrebbero individuato un covo utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro. Oltre all'appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, individuato ieri, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all'interno di un'altra abitazione nella stessa area. Si tratta di una stanza blindata a cui si accede dal fondo scorrevole di un armadio, in una casa al primo piano di una palazzina di via Maggiore Toselli 34, proprio nel comune del Trapanese. All'interno sarebbero stati trovati gioielli, collane, bracciali e anche pietre preziose di dimensioni consistenti. Una perizia, ora, dovrà accertare l'autenticità e il valore degli oggetti trovati. Al momento, non sarebbe invece stato trovato ancora nulla di scritto.

Il nascondiglio vicino all'abitazione di Campobello di Mazara

Il nascondiglio, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe adiacente all'abitazione già individuata in via Cb1 dove il capomafia ha passato gli ultimi sei mesi di latitanza. Il covo, considerata la sua conformazione, potrebbe contenere documenti e materiali più importanti rispetto a quelli scovati nell'appartamento di proprietà di Andrea Bonafede. Il procuratore aggiunto Paolo Guido, insieme al comandante del Ros, Lucio Arcidiacono, si sono recati sul luogo. 

Il covo scoperto attraverso analisi di dati catastali

Al covo utilizzato dal boss, gli investigatori sarebbero arrivati grazie all'analisi di alcuni dati catastali. Secondo quanto si apprende, infatti, proprio lo screening su questa serie di informazioni, unitamente ad un'analisi del contesto nata da un'attività informativa e investigativa, ha infatti consentito di localizzare il bunker. Da quanto scoperto, tra l'altro, il locale è di Errico Risalvato, indagato e poi assolto, nel 2001, dall'accusa di associazione mafiosa. Errico è fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia ma ora libero, imprenditore nel settore del calcestruzzo. 

Il boss sottoposto a lunga visita medica in carcere

Intanto l'ex latitante è stato sottoposto, nelle scorse ore, ad una lunga visita medica nel penitenziario di massima sicurezza dell'Aquila. Messina Denaro, affetto da un tumore, nelle sue prime ore di detenzione al 41 bis si è dimostrato molto attivo e apparentemente sereno. Il boss di Cosa Nostra era stato visitato già ieri mattina, nell'infermeria del carcere "Le Costarelle" dell'Aquila dal professor Luciano Mutti, primario del reparto di oncologia a gestione universitaria dell'ospedale San Salvatore. L'incontro sarebbe durato circa un'ora. Secondo quanto si è appreso, tutte le terapie e le procedure a cui dovrà essere sottoposto Messina Denaro verranno attuate preferibilmente in carcere per ridurre al massimo gli spostamenti in ospedale. In particolare, la somministrazione dei farmaci per la chemio sarà effettuata in uno spazio riservato in carcere alla presenza dell'oncologo, molto probabilmente lo stesso professor Mutti, mentre la Asl provinciale dell'Aquila è in continuo contatto con l'amministrazione carceraria.

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