Secondo il presidente dell'Ordine dei Geologi Piero Farabollini l'ipotesi che il sisma, avvenuto in mare a poco più di 30 chilometri da Fano e Pesaro, "sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi è da escludere". Si tratta invece di un evento "che possiamo considerare normale: la fascia costiera e marina è infatti una delle tre zone sismo-tettoniche delle Marche"
Esiste una correlazione tra le trivellazioni e i terremoti? In molti hanno fatto riemergere questa ipotesi, già più volte bocciata dagli esperti, in seguito al sisma che ha colpito oggi le Marche e che ha fatto tremare tutta la costa adriatica dell'Italia. A sostenere questa idea è stata, tra le altre, Eleonora Evi, deputata e co-portavoce dei Verdi. La parlamentare ha infatti attaccato su Twitter il governo Meloni che "vuole ricominciare con le trivelle. Non solo è idea assurda per crisi climatica gravissima in atto ma anche per i potenziali danni ambientali sul piano della sicurezza in una area sismica" (SEGUI GLI AGGIORNAMENTI LIVE SUL TERREMOTO).
Il presidente dei Geologi delle Marche: "Sisma dovuto alle trivelle? Ipotesi da escludere"
A fugare i dubbi sul tema è intervenuto il presidente dell'Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini, che ha escluso le "ipotesi che il sisma sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi ". Secondo Farabolini, infatti, il terremoto che ha colpito le Marche è "un evento che possiamo considerare normale per la nostra regione: la fascia costiera e marina è infatti una delle tre zone sismo-tettoniche delle Marche". Il geologo ha aggiunto il sisma avvenuto in mare "è uno dei più forti avvenuti in quest'area dal Novecento". Queste faglie, ha spiegato Farabollini, "possono produrre terremoti di magnitudo massima stimata di 6 a differenza delle faglie appenniniche dove si possono produrre sismi fino a magnitudo 7".
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L'esperto: "Probabili altre scosse nelle prissime settimane"
Il geologo ha quindi spiegato che, considerata la zona in cui si è prodotto, "il terremoto di oggi è stato molto forte. Per fare alcuni confronti, era dal 1930 che non si produceva un sisma così forte al largo della costa settentrionale marchigiana: l'evento al largo di Senigallia, il 30 ottobre 1930, raggiunse magnitudo 5.8, la stessa del terremoto al largo di Rimini nel 1916". Il presidente dell'Ordine dei Geologi marchigiani ha poi chiarito cosa ha provocato la scia sismica che si è susseguita dopo la prima scossa: "È probabile che ce ne saranno altre anche nel corso delle prossime settimane. Sono i cosiddetti 'after shock' che però non devono preoccupare perché, dalle osservazioni e dai dati storici in nostro possesso, non si tratta di eventi che possono portare a un'altra scossa forte".
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"La trivellazione non comporta alcun scuotimento sismico"
Tornando sull'ipotesi che il terremoto sia stato causato dalle trivellazioni in mare alla ricerca di gas e idrocarburi, Farabollini ha chiarito ulteriormente che le "la trivellazione di per sé non comporta alcuno scuotimento sismico, sono semmai le attività di estrazione e stoccaggio che possono farlo. A ogni modo, i terremoti legati a queste attività sono di magnitudo più contenuta, generalmente mai oltre 4,5-5 e profondità massime di 3-4 chilometri". Per il geologo, "lo scuotimento, in questa zona sismotettonica, porta a un accorciamento delle due falde che si trovano sul sistema di faglia, mentre nell'area appenninica si produce l'effetto opposto: essendo faglie di tipo distensivo, la scossa porta un allontanamento delle due parti. L'effetto è comunque lo stesso, come i cittadini della nostra regione hanno, purtroppo, potuto sperimentare stamattina".