
Eugenio Scalfari: l'amicizia con Calvino, Repubblica, le inchieste. LA FOTOSTORIA
Considerato uno dei più importanti giornalisti italiani, dopo la collaborazione con Il Mondo di Pannunzio, ha co-fondato L’Espresso. Nel '76 la fondazione del quotidiano romano, guidato fino al '96. È morto il 14 luglio 2022 a 98 anni

''Scrivere''. È stata questa la vera passione di Eugenio Scalfari, come ha rivelato lui stesso nel suo “Racconto autobiografico”. Collaboratore del "Mondo" di Mario Pannunzio, poi a “L’Espresso", che dirige dal 1963 al 1968, fonda nel 1976 la sua creatura, “la Repubblica”, che guiderà fino al 1996. Nel mezzo, un’esperienza da deputato socialista. Il giornalista è morto il 14 luglio 2022 a Roma
È morto Eugenio Scalfari, il fondatore di Repubblica aveva 98 anni
La nascita de "la Repubblica" ha segnato una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano - di ispirazione liberale e di centrosinistra - è diventato uno dei principali giornali del Paese per tiratura
Eugenio Scalfari, biografia del "Fondatore": dall'impiego in banca a la Repubblica
Scalfari nasce a Civitavecchia, in provincia di Roma, il 6 aprile del 1924. Con la famiglia si trasferisce prima a Roma, poi a Sanremo (dopo che il padre viene nominato direttore artistico del Casinò). Frequenta il liceo classico della città ligure. Suo compagno di banco, il futuro scrittore Italo Calvino (l'immagine risale al 1968, nel periodo in cui Scalfari è stato eletto deputato)

Studente di Giurisprudenza all’Università, si avvicina al giornalismo negli anni del fascismo: tra le sue prime esperienze ci sono diverse riviste e periodici (foto del 1974, scattata alla Fondazione Rizzoli di Milano)

Terminata la guerra, entra in contatto con il neonato partito liberale. Dopo un periodo di lavoro alla Banca Nazionale del Lavoro, diventa collaboratore prima al "Mondo" e poi all'"Europeo" di Arrigo Benedetti. Nella foto Scalfari è ospite della trasmissione televisiva "Bontà loro" (foto del 1978)

Nel 1950 si sposa con Simonetta De Benedetti, figlia del giornalista Giulio (foto scattata nel 1997)

La moglie è morta nel 2006 (l'immagine è invece del 1990). Dopo la scomparsa della prima moglie ha sposato la storica segretaria di redazione de L'Espresso Serena Rossetti

Nel 1955 partecipa all'atto di fondazione del Partito Radicale. Nella foto è immortalato insieme al leader del partito Marco Pannella, a Firenze, nel 1971, per la manifestazione a favore del divorzio. Scalfari nei suoi articoli si schiera anche a favore dell'aborto

Nello stesso anno nasce il settimanale "L'Espresso": Scalfari è direttore amministrativo e scrive articoli di economia. Nella foto (1980), è insieme a Gaspare Amidei Barbiellini e a Maurizio Costanzo

Dal 1963 al 1968 diventa direttore responsabile del giornale. Il settimanale arriva in cinque anni a superare il milione di copie vendute. Tra le inchieste più famose, quella realizzata con Lino Jannuzzi nel 1968 sul Sifar, che fa conoscere il tentativo di colpo di Stato, cosiddetto "piano Solo". Nell'immagine (scattata a Milano nel 1986) è con Piero Bassetti e Mario Formenton

Nel 1968 partecipa alle elezioni politiche e diventa deputato per il Psi (era stato già consigliere comunale a Milano). Qui lo vediamo mentre discute con il democristiano - futuro presidente del Consiglio - Ciriaco De Mita negli anni '80

Nel 1976, insieme a Carlo Caracciolo, fonda il quotidiano "la Repubblica". Il giornale esce nelle edicole per la prima volta il 14 gennaio di quell'anno. Scalfari rivelerà nel suo "Racconto autobiografico" che la decisione di fondare un quotidiano nazionale se la portava "dentro fin dal 1954''. Nella foto (datata 1988), Scalfari è insieme a Caracciolo (al centro)

''Nella villa di Sommacampagna di Giorgio Mondadori, in una notte di temporale estivo cui seguirono le stelle, firmammo l'atto di costituzione della società editrice - racconterà poi Scalfari -. Era un sabato, la domenica andammo tutti ad ascoltare l'Aida all'Arena di Verona. Così cominciò quella bellissima avventura'' (nella foto, Scalfari e Caracciolo)

L'operazione va in porto grazie al gruppo "L'Espresso" e a "Mondadori". Nella foto, Scalfari è in compagnia di Giorgio Mondadori (1980)

Sotto la direzione di Scalfari, "la Repubblica" diventa in pochi anni il quotidiano più letto di Italia (sarà poi nuovamente superata da il "Corriere della Sera"). La foto risale al 1986 ed è stata scattata durante un incontro organizzato dal quotidiano

Tra le fasi più cruciali del giornale, nei primi anni, c’è sicuramente il 1978, quando fu rapito e poi ucciso Aldo Moro. Nacque il "partito della fermezza'', di cui faceva parte Repubblica, contrapposto a quello della ‘'trattativa''' con i brigatisti. Nella foto (1996), Scalfari è con Giulio Andreotti: nella sua vita ha scritto numerosi editoriali molto critici contro il sette volte presidente del Consiglio

Durante gli anni '80 Carlo De Benedetti entra nell'assetto proprietario del giornale. C'è anche un tentativo di acquisizione da parte di Silvio Berlusconi in occasione della "scalata" alla Mondadori: non andrà in porto. Nella foto, è insieme a Carlo De Benedetti nel 1987

Tra le interviste più famose di Scalfari negli anni della sua direzione di "la Repubblica", si ricorda quella nel 1981 a Enrico Berlinguer (nella foto del 1980, a sinistra). In quell'occasione il segretario del Pci denunciò la "questione morale" e la degenerazione dei partiti politici

Negli anni '80 Scalfari critica Bettino Craxi e la sua gestione del partito Socialista. Nella foto risalente al 1985 è con Giorgio Napolitano, esponente del Pci (sarà poi presidente della Repubblica)

Tra i filoni di inchiesta più importanti della sua direzione del quotidiano, va senz'altro annoverato il caso delle tangenti Enimont, che successivamente viene in buona parte confermato dall'inchiesta di "Mani pulite". La foto risale agli anni '90

Scalfari ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua attività professionale. A livello giornalistico vince nel 1988 il Premio Internazionale Trento per "Una vita dedicata al giornalismo", nel 1996 il "Premio Ischia" alla carriera, nel 1998 il Premio Guidarello al giornalismo d'autore e, nel 2003, il Premio Saint-Vincent. La foto è del 1989 ed è stata scattata a Bologna

L'8 maggio 1996 viene nominato Cavaliere di gran croce dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Nella foto (del 1993) è in compagnia di Massimo D'Alema
Nel 1999 riceve una delle più prestigiose onorificenze della Repubblica francese diventando Cavaliere della Legione d'onore (successivamente è promosso ufficiale). Nella foto - scattata nel 2014 a Napoli durante la manifestazione "La Repubblica delle Idee" - è insieme a Roberto Benigni

Lascia la direzione de "la Repubblica" nel 1996. Prende il suo posto Ezio Mauro (nella foto, 2013)

Scalfari però continua a scrivere gli editoriali, che vengono puntualmente pubblicati ogni domenica. Nell'immagine, scattata nel 2003, è con Sergio Cofferati e Umberto Eco

Nel 2013 e nel 2014 pubblica un paio di interviste-colloqui con Papa Francesco, di cui Scalfari più volte si dice ammiratore. In entrambi i casi, la Sala Stampa Vaticana smentisce, sostenendo che "non è un testo rivisto" ed "è da considerarsi attendibile nel suo senso generale, ma non parola per parola". Accade un episodio simile con un'altra intervista pubblicata nel 2018. La foto risale al 2013

Scalfari aveva due figlie, Enrica e Donata

Scalfari muore il 14 luglio 2022, all'età di 98 anni