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Crollo ghiacciaio Marmolada, recuperati altri resti: le vittime accertate sono 9

Cronaca
©Ansa

Ritrovati i resti di altri escursionisti, l'ipotesi è che appartenessero a una stessa cordata. Il sindaco di Canazei a Sky TG24: “Domani potrebbero iniziare le attività di ricerca a terra”. Una squadra scelta di soccorritori, insieme ad Unità cinofile, potrebbe tornare sul ghiacciaio per operare sul posto, ma è in corso una valutazione perché l’intervento è ritenuto molto pericoloso. Il procuratore capo di Trento: "La prevedibilità dell'evento è esclusa"

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Sono nove le vittime accertate del crollo avvenuto il 3 luglio sul ghiacciaio della Marmolada, di cui 4 riconosciute dai familiari e 5 non identificate. I feriti sono 7: 4 ricoverati a Trento, 3 in ospedali veneti. Lo ha fatto sapere il presidente della Provincia Autonoma di Trento Fabrizio Fugatti, dopo che oggi i soccorritori hanno individuato e recuperato i resti di altri escursionisti, forse alpinisti appartenenti a una stessa cordata. In giornata sono proseguite le ricerche delle persone che risultano ancora disperse. Quattro i droni in volo - due del soccorso alpino veneto e altri due dei vigili del fuoco di Trento -, mentre due operatori della Guardia di Finanza si trovano a capanna Ghiacciaio. Sono operativi e per ora non hanno registrato movimenti i tre radar installati al Rifugio Marmolada dal Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, con la supervisione del geologo Nicola Casagli: permetteranno di capire cosa sta succedendo e di fornire una maggiore sicurezza agli operatori che stanno portando avanti le operazioni di recupero. Il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, a Sky TG24: “Con domani, tempo permettendo perché le condizioni meteo stanno evolvendo in maniera anche non negativa, potrebbero iniziare le attività di ricerca a terra”. Mentre il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi, parlando dell'inchiesta per disastro colposo spiega: "La prevedibilità dell'evento è esclusa, non c'è, noi apriamo tutte le porte che abbiamo davanti per verificare cosa è successo e ricostruire il fatto. Sentiremo persone, vedremo filmati e coinvolgeremo il mondo scientifico per fare prove per capire, dal punto di vista idraulico, come mai c'era questa grossa massa d'acqua".

Si pensa a un intervento con operatori scelti

Proseguono anche le attività di trasporto del materiale tecnologico necessario per l'intervento "vista e udito" di una squadra scelta di soccorritori che, insieme ad Unità cinofile, potrebbe tornare sul ghiacciaio giovedì per delle ricerche sul posto: la neve nella parte bassa del via normale su cui è caduta la frana si sta sciogliendo e la polvere e il pietrisco rendono difficoltoso l'utilizzo dei droni che non "vedono" chiaramente resti e attrezzatura sparsi sul ghiacciaio, per questo si pensa all'intervento con operatori scelti, malgrado il rischio di ulteriori crolli. Una situazione che comunque è in fase di valutazione, dal momento che l'intervento è ritenuto molto pericoloso. Tra oggi e domani sono previsti forti temporali e la speranza dei soccorritori e che la pioggia possa in qualche modo ripulire la superficie e consentire una visuale migliore agli operatori che eventualmente interverranno.

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I radar

Quelli al Rifugio Marmolada sono tre radar - nello specifico un radar doppler e due radar interferometri - che danno la possibilità di misurare a distanza, in condizioni di assoluta sicurezza e con un'alta precisione, tutti i movimenti della parte alta del ghiacciaio e delle rocce circostanti. "I due radar interferometri - spiega il geologo Casagli - sono operativi già da ieri sera, hanno rilevato dati tutta la notte e non hanno registrato movimenti. Il radar doppler è operativo invece da questa mattina e ha la capacità, a differenza del radar interferometro, di vedere i movimenti rapidi e improvvisi che non hanno precursori. Per questo motivo abbiamo deciso di installare entrambe le tecnologie".

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L’esperta: “Recupero vittime forse entro fine estate”

Secondo la glaciologa austriaca Andrea Fischer, intervistata dal quotidiano Dolomiten, le vittime della tragedia probabilmente potranno essere recuperate solo verso fine estate, quando le masse di ghiaccio finite a valle si saranno sciolte. Per quanto riguarda la Marmolada, l'esperta prevede ulteriori crolli nelle prossime settimane: “Vent’anni di scioglimento estremo dei ghiacciai li hanno resi vulnerabili". Poi spiega che sono tre i fattori che hanno causato il crollo sulla Marmolada: la poca neve caduta d'inverno, le temperature elevate già in primavera e infine il caldo degli ultimi giorni "con il sole che batte sul ghiacciaio dalle 5 alle 20". Quello sulla Marmolada comunque è "un piccolo crollo che sarebbe rimasto senza conseguenze se si fosse staccato in un altro momento", afferma l'esperta, ribadendo che comunque non era prevedibile.

Nuova ordinanza, chi non rispetta i divieti sarà denunciato 

Intanto il sindaco di Canazei ha firmato una nuova ordinanza con la quale viene circoscritta l'area di chiusura del massiccio della Marmolada. Il divieto di accesso è limitato al versante nord con la forcella Marmolada (da Villetta Maria sentiero E618-E619, prossimità Rifugio Dolomia sentiero E618-Altavia n. 2-E606, piazzale Cima Undici sentiero E618-Altavia n. 2-E606, val Contrin 602-602A). Viene puntualizzato inoltre che il divieto di percorrenza lungo i sentieri elencati interessa anche gli alpinisti che risalgono la parete sud-ovest della Marmolada. I trasgressori - precisa una nota - saranno denunciati, ai sensi dell'articolo 650 del Codice penale. L'accesso all'area è consentito solo agli operatori autorizzati che stanno conducendo le ricerche in quota (oltre che ai rifugisti di Punta Penia e Capanna Ghiacciaio).

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Il ricordo delle vittime

"Ti amo Tommaso. Sempre e per sempre". Lo ha scritto su Facebook Alessandra De Camilli, la donna di 51 anni di Schio (Vicenza) sopravvissuta al disastro della Marmolada e ora ricoverata in ospedale a Trento. Il marito Tommaso Carollo, manager di Zanè di 48 anni, è una delle quattro vittime ufficialmente riconosciute. "Grazie di tutti i messaggi che mi avete mandato e che mi state mandando, risponderò a tutti appena riuscirò ad usare il telefono. Sto malissimo ma sono viva. Grazie di essermi vicini", ha aggiunto la donna in un altro post. Mentre la Fisi del Trentino ricorda in una nota Liliana Bertoldi: "La tragedia della Marmolada ha portato sgomento e dolore anche nel mondo degli sport invernali. In particolar modo la scomparsa di Liliana Bertoldi di Levico Terme lascia un vuoto incolmabile nel cuore delle tre figlie Francesca, Sara e Caterina e del marito Gianpaolo. Una famiglia con lo sport nel dna e con un grande spirito altruistico. Le tre figlie hanno iniziato il loro percorso agonistico nello Sci club Panarotta, dove Liliana è stata pure componente del consiglio direttivo. Francesca è poi diventata maestra di sci, mentre Sara è ancora un'agonista e fa parte del team under 23 dello Ski team Alpe Cimbra, dopo aver militato anche nello Sci club Città di Rovereto e nel Val di Fiemme Ski Team. Liliana si incrociava spesso sui campi gara per seguire le figlie, ma anche come preziosa collaboratrice delle società sportive. Ora nei parterre delle gare di sci trentine ci sarà un vuoto incolmabile".

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