
Marmolada, il ghiacciaio entro 25-30 anni non esisterà più a causa delle temperature alte
Uno studio del Cnr, pubblicato due anni fa, ha avvertito: “Entro il 2050, o anche prima, il ghiacciaio sarà praticamente scomparso”. Il riscaldamento globale sta sconvolgendo le cime delle Dolomiti, provocando tragedie come quella del 3 luglio a Punta Rocca. Sopra i 3mila metri si registrano da giorni valori molto sopra la norma, che creano un totale disequilibrio. Gli esperti avvertono: “Il ghiaccio è come una lente, grande spessore solo al centro, ma il detonatore è stata l’acqua di fusione”

Entro i prossimi 25-30 anni il ghiacciaio della Marmolada non esisterà più. È questo il monito del Cnr, pubblicato in una ricerca di due anni fa, in cui sono stati messi a confronto due rilievi geofisici fatti a 10 anni di distanza l'uno dall'altro: dal 2004 al 2015, il suo volume si è ridotto del 30%, mentre la diminuzione areale è stata del 22%
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Il ghiacciaio, un tempo massa glaciale unica, è ora frammentato e suddiviso in varie unità, dove in diversi punti affiorano masse rocciose sottostanti. I terreni carsici come la Marmolada sono irregolari e costituiti da dossi e rilievi. Se il ghiaccio fonde gradualmente, le aree in rilievo affiorano, diventando fonti di calore interne al ghiacciaio stesso
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"Questo aspetto, unito al cambio di albedo (la neve e il ghiaccio sono bianchi e riflettono molta radiazione solare, mentre la roccia, più scura, ne riflette di meno) - spiega il glaciologo Renato Colucci - sta ulteriormente minando la salute della Marmolada accelerandone la già forte e rapida fusione”
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Entro il 2050, o anche qualche anno prima, il ghiacciaio sarà “praticamente scomparso, lasciando il posto a piccole placche di ghiaccio e nevato, alimentate dalle valanghe e protette dall'ombra delle pareti rocciose più elevate, non più dotate di crepacci e di movimento. Il ghiaccio - sottolinea Colucci - non esisterà più. E se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata e la scomparsa del ghiacciaio potrebbe avvenire anche più rapidamente
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In ogni caso - conclude Colucci - anche se la temperatura restasse com'è, il ghiacciaio è già in totale disequilibrio con il clima attuale e quindi il suo destino appare comunque segnato”. Per l’esperto, quanto avvenuto sulla Marmolada è un "evento destinato a ripetersi", determinato dalle alte temperature. Da settimane in quota sulle Alpi sono stati registrati valori molto al di sopra del normale, mentre l'inverno scorso c'è stata poca neve”

Caronte e la sua scia di calore estremo ha "verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio". Un mix di elementi che messi in fila può determinare eventi estremi. "Siamo proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo", aggiunge il Cnr

Secondo Anselmo Cagnati, glaciologo e nivologo per molti anni in servizio al centro anti-valanghe dell'Arpav di Arabba, il colosso bianco della Marmolada ha uno spessore che al centro arriva ancora a 30-40 metri. Ma, mano a mano che si va verso i bordi esterni, il ghiaccio si assottiglia sempre più, e diventa come una lente, trasparente

Distacchi enormi come quello del 3 luglio qui non si erano mai visti. "Ma sono la conseguenza dei cambiamenti climatici, non c'entrano i 10 gradi di oggi. Questo era un fenomeno che si preparava da tempo, dovuto al susseguirsi di estati sempre più calde anche a quote elevate”, dice l’esperto. “Purtroppo i crolli di seracchi simili sono fenomeni destinati ad essere più frequenti nei prossimi anni. Non è il caldo di un giorno o di un mese che da solo li può provocare"

In particolare per quanto è avvenuto a Punta Rocca, osserva Cagnati, dopo aver visto le prime immagini del crollo, il detonatore "è stata l'acqua di fusione, un fiume che è come un diaframma tra lo strato di ghiaccio e la roccia, che scorrendo per settimane sotterraneamente separa queste parti, causando il distacco”

Secondo il glaciologo, il pericolo sul ghiacciaio è ancora elevato. "Crolli più piccoli ci saranno anche i nei prossimi giorni, non di queste dimensioni naturalmente". La Marmolada, sottolinea Cagnati, è tutto sommato un ghiacciaio abbastanza piccolo: "Proprio per questo è un sistema che risente prima dei cambiamenti climatici in atto, una sentinella che dà l'allarme rispetto a quello che potrebbe succedere in scenari più grandi, sulle Alpi Occidentali"