
Caldo afoso e condizionatori accesi, si rischia un'estate di blackout nelle città
Blackout, siccità e reti elettriche in sofferenza: non inizia bene la stagione nelle principali città italiane, costrette a fare i conti con una richiesta di energia superiore alle attese. "Andrebbero rifatti gli impianti cittadini, ma sarebbe anche ora di passare al fotovoltaico", spiega il professor Paolo Tenti a Repubblica

Da Milano a Torino, l’estate in città non parte bene. Colpa dei blackout in serie che stanno colpendo alcuni dei principali centri italiani, a causa del caldo anomalo registrato in questi giorni
GUARDA IL VIDEO: Caldo e condizionatori, rischio blackout nelle città
I dati lo dimostrano. Venerdì 17 giugno Milano ha assorbito 25 gigawattora: il 10% in più rispetto al giorno prima, il 25% in più rispetto a una settimana prima e il 35% in più rispetto a un mese fa. Si spiegano così perciò i blackout a catena che hanno colpito la città e in particolare viale Certosa, Brera, Affori e la Bovisa
Ondate di calore e temperature estreme: gli effetti sulla salute
Una situazione che ha provocato un certo disagio anche presso i monumenti della città: giovedì 16 il Duomo ha sospeso la salita sulle terrazze dopo il blocco di 45 minuti dell’ascensore, ripristinato solo grazie all’intervento dei tecnici Unareti
Milano, ancora blackout per ondata di caldo. Unareti: stato di allerta
Non va meglio a Torino, dove la richiesta di energia ha fatto un balzo dell’11% in soli sette giorni. I residenti di San Salvario e Vanchiglietta sono stati costretti a rimanere senza luce per tre ore. Lo stesso problema era già capitato a chi vive in Santa Rita, Borgo Po e zona Sud di Torino, tutti comuni della primissima cintura
Blackout nella notte a Torino per il caldo e l'aumento dei consumi
Il problema sono i cavi elettrici: una simile richiesta di energia li surriscalda a un livello che non possono reggere. “È l’effetto Joule” spiega Carlo Alberto Nucci, professore di sistemi elettrici per l’energia all’università di Bologna, in un'intervista a Repubblica. “Se aumenti la corrente del 10%, i cavi si riscaldano del 20%”
Meteo, il caldo è impazzito: ci aspetta un'estate rovente
Molte città, come Milano e Torino, dispongono di cavi interrati, che possono arrivare a sopportare fino a 100, massimo 105 gradi. “Bisognerebbe rifare le reti cittadine, ma non è facile”, spiega Paolo Tenti, docente di reti elettriche moderne all’Università di Padova

A spingere sono soprattutto i condizionatori. Come testimonia Eurostat, mentre l’energia consumata per scaldare le case nel continente è diminuita dell’11% in 40 anni, quella usata per raffreddarla è cresciuta del 300%. In Italia poi l’uso dei condizionatori è addirittura triplo rispetto al resto d’Europa

Ad aggravare la situazione ci si è messa poi anche la siccità. Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, intervenendo al Blue Forum Italia Network, ha difatti dichiarato lo stato di crisi a causa della perdurante assenza di piogge. La secca del Po impedisce alle centrali termoelettriche di prelevare l’acqua per il raffreddamento: quella di Sermide, tra Mantova e Ferrara, è completamente ferma mentre Ostiglia, poco più a monte, funziona solo in parte

Come suggerisce il professor Tenti, serve una soluzione: “Non credo che potenziare le reti attuali sia la scelta migliore”

La soluzione migliore secondo Tenti sarebbe il fotovoltaico: “Avrebbe più senso, magari dotando gli impianti di batterie per l’accumulo”. Un punto sul quale concorda anche Nucci: “Incentivare le comunità energetiche sarebbe una buona idea. Se i cavi sono un punto debole del nostro sistema, produrre energia dove la si consuma può essere una soluzione”