Palermo, a Palazzo Jung il Museo del Presente per Falcone e Borsellino
CronacaIn occasione del 33esimo anniversario dalla strage di Capaci in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, inaugurato a Palermo il Museo del Presente dedicato alle vittime di mafia, con immagini e oggetti mai mostrati prima. “E' il museo della vita e del coraggio" dice Maria Falcone, sorella del giudice e presidente della Fondazione omonima.
Uno spazio espositivo, curato dal direttore del Museo Alessandro De Lisi, con oggetti e testimonianze, immagini e ricordi, fotografie e video che raccontano la storia tragica della Palermo del 900 e il coraggio di uomini che per una società migliore hanno dato la vita, da PierSanti Mattarella al Generale Dalla Chiesa, da Peppino impastato a don Pino Puglisi. Nomi e immagini su una parete dedicata agli omicidi e alle stragi che hanno insanguinato Palermo, oggetti inediti e mai mostrati prima, come la penna stilografica amata da Falcone, l’agenda in cui annotava i preziosi appunti, la poltrona su cui riposava a casa, la bicicletta di Paolo Borsellino, la fotocopiatrice usata per il maxi processo.
Al fianco delle agende c'è anche la sveglia che il capo scorta di Falcone, Antonio Montinaro, riponeva sempre in tasca. In un ripiano poi è possibile anche vedere una piccola parte della vasta collezione di papere di Giovanni Falcone. "Lui collezionava papere - spiega Vincenzo Di Fresco, presidente del Museo - perché tutto iniziò da un errore che lui fece in un procedimento. Un suo collega glielo rinfacciò regalandogli una papera. Lui da allora disse che l'errore doveva servirgli da monito. Ogni tanto Paolo Borsellino gliene faceva sparire una e gli metteva, al suo posto, un biglietto con scritto: se rivuoi la papera indietro devi dare cinquemila lire".
La linea del tempo
All'interno del museo è possibile ammirare anche un'installazione chiamata "La linea del tempo" e una foto nella quale compaiono gli eroi dell'antimafia con ai piedi i mafiosi. "Noi la chiamiamo la foto impossibile - prosegue Di Fresco - sono raffigurati tutti i grandi uomini caduti nella lotta alla mafia e ai loro piedi compaiono i mafiosi piccoli, bassi e di colore viola. Il viola è il colore del lutto e della penitenza, di chi ha incarnato il male. Questo luogo, infatti, vuole essere un punto per traghettare chiunque nel presente e nel futuro, dando un grandissimo senso di responsabilità a chiunque entri qui dentro, speriamo che ne esca consapevole del fatto che ognuno di noi, nella lotta a cosa nostra, può fare la propria parte, come diceva Falcone". Una delle sezioni è dedicata alle foto di famiglia che si mischiano all'arte digitale immersiva, tra il suono degli elicotteri e della rivolta popolare. Tutto qui intende mantenere viva la memoria di chi già questa storia la conosce e diffonderne la conoscenza tra chi allora non c’era o da qui era lontano.
"Per me questo momento rappresenterà un punto dove i ragazzi di Palermo troveranno la storia di Giovanni e Paolo - spiega Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente dell'omonima fondazione - a pochi passi da qui c'era la palestra dove Giovanni si allenava, poi c'era la chiesa dove andava a giocare a ping pong con quei ragazzi che poi diventarono delinquenti. E' la zona della sua infanzia, una dimostrazione che, se si ha voglia, se si studia, tutti possono farcela".