Termini Imerese, uomo offre la propria casa a undici profughi ucraini

Cronaca

Raffaella Daino

Il gesto di grande generosità di Marco Norrito, che su facebook ha offerto un posto a chi fugge dalla guerra. La catena di solidarietà è nata con l'intermediazione di Pino Apprendi, l'ex vigile del fuoco che negli anni Novanta fece arrivare 1.00 orfani da Chernobyl

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Al loro arrivo hanno trovato ad accoglierli i colori dell’Ucraina, insieme a quelli del tricolore italiano, dipinti sul guard-rail lungo la strada che corre sulle colline a strapiombo sul mare di Termini Imerese, in provincia di Palermo. Poi la scritta di benvenuto sul cancello di quella che per loro è una nuova casa, un posto sicuro in cui ritrovare un po’ di serenità e al cancello il sorriso di Marco Norrito, l’uomo che ha offerto la propria villetta in campagna ad una famiglia di undici persone (GUERRA IN UCRAINA, il Liveblog - lo Speciale - Il racconto degli inviati di Sky TG24).

La fuga dall'Ucraina

Fuggite da Kiev con l’inizio dei bombardamenti, come mi racconta il capofamiglia Anatolij con l‘aiuto, per la traduzione, di Paulina, un’artista, pittrice, ucraina che qui vive da tanti anni. Con una decisione presa in pochi minuti, approfittando di un corridoio umanitario aperto per sole tre ore, appena il tempo di riempire uno zaino e caricare il furgone con l’essenziale, Anatolij è riuscito a salvare la moglie, i due figli e i sette ragazzi orfani della comunità di cui lui è il tutor. Gli occhi gli si riempiono di lacrime quando mi dice che in Ucraina sono rimasti altri tre figli, uno naturale e gli altri in affido. Sono rimasti per combattere e mi dice di non avere loro notizie da giorni.

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La generosità di Marco e i contatti di Pino

Sulla strada della fuga hanno incontrato la generosità di un gruppo di siciliani come Marco Norrito il proprietario della casa in cui verranno ospitati e Pino Apprendi, ex vigile del fuoco e ora impegnato per i diritti dei detenuti con l’associazione Antigone, che già negli anni 90 aveva avviato un progetto  con l’Associazione Mutuo Soccorso dei Vigili del fuoco per portare in Sicilia 1200 bambini orfani di Chernobyl. Ora è di nuovo in campo per aiutare i profughi ucraini. Contattato da un amico che aveva adottato un bambino nella casa famiglia di Anatolij, era venuto a sapere della fuga dalla guerra di questo gruppo di 11 persone e li aveva messi in contatto con Marco che proprio in quei giorni aveva pubblicato su facebook un annuncio con cui metteva a disposizione, senza chiedere nulla in cambio, la sua casa in campagna, sulle colline di Termini Imerese. “Mi basta vedere queste persone serene e al sicuro” dice Marco.

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Catena di solidarietà  tra cittadini

Con una catena di solidarietà tra tanti cittadini generosi si è provveduto ad arredare la casa rendendola ospitale per un numero cosi alto di persone, e a comprare cibo, lenzuola, asciugamani. Ma molto altro c’è da fare ed è fondamentale l’intervento delle istituzioni , anche perché – ricorda Apprendi – “questi ragazzi dovranno andare a scuola, imparare l’italiano, perché è probabile che restino qui a lungo”. L’amministrazione comunale di Termini Imerese si è messa a disposizione, ha coperto le spese alberghiere dei primi giorni di permanenza della famiglia di Anatolij nella cittadina in provincia di Palermo ma chiede al Governo regionale e  a quello nazionale che “facciano la loro parte per una gestione stabile di un fenomeno delicato" - dice la sindaca Maria Terranova - "perchè una volta finito il periodo di prima accoglienza si dovrà fare squadra come è stato per l’emergenza covid”.

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Il ruolo dei volontari

“I volontari stanno facendo moltissimo ma serve una cornice chiara entro cui muoverci. Fino a questo momento si affronta a mani nude una emergenza su territori su cui sta cominciando ad arrivare un numero crescente di profughi e in questo caso con minori non accompagnati, per i quali non c’è un ricongiungimento familiare, come invece sta accadendo in altri casi. Sono undici persone a  carico della macchina della solidarietà e della amministrazione comunale”. “Noi abbiamo subito  segnalato la presenza dei bambini alla procura e al prefetto, è un meccanismo delicato che va gestito con la massima attenzione” dice la sindaca che ribadisce: "Serve l’aiuto delle istituzioni e noi sindaci rinnoviamo l’appello perché ci stiamo trovando a gestire un fenomeno -  al di là della spinta solidale delle associazioni e della generosità dei cittadini - non facile”.

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